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Tecnologia

Perché Silicon Valley è una delle migliori serie TV degli ultimi anni

Ecco perché secondo noi Silicon Valley è una delle migliori serie TV di questi anni.
Immagine: HBO

Se state leggendo questo articolo si suppone che siate dei lettori di Motherboard, e sono abbastanza sicuro che conosciate Silicon Valley, la sitcom firmata HBO che giusto ieri sera ha concluso la sua seconda stagione—ma ne è già stata confermata una terza.

Silicon Valley funziona. È una bella serie televisiva; forse non verrà ricordata nei trattati storici sulla filmografia da piccolo schermo, ma credo che tra qualche anno si meriterà uno di quei pratici cofanetti antologici di latta con booklet e Blu-Ray di tutte le stagioni. Uno dei traguardi più ambiti dagli sceneggiatori di mezzo mondo, no?

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La domanda da porsi è sul perché funzioni. D'altronde stiamo parlando di una serie televisiva che parla della Silicon Valley, il Valhalla di qualunque startup nel mondo. In Italia 'startup' probabilmente è più una flessione dialettale ereditata da qualche membro degli In The Panchine sullo scooter—lo startup dello Zip, della Vespa, del T-Max.

via La Startup di Merda

Negli Stati Uniti (e in molte altre parti del mondo) la figura del programmatore ha, da non pochi anni, visto una rivalutazione completa, finendo per essere un vero e proprio status symbol anche al di fuori delle cerchie dei tradizionali nerd. Il CEO di una startup splende di luce propria, è una fucina di idee, è un coraggioso militante del rischio pronto a buttarsi in un mare magnum di finanziamenti, scontri legali all'ultimo sangue e corse all'ultimo minuto per riuscire a soddisfare tutte le deadline del progetto.

Negli Stati Uniti funziona così. In Italia invece abbiamo La Startup di Merda—e bada bene, ciò non significa che negli USA non ci siano startup di merda, ma semplicemente che il rapporto merda/non merda sia un po' meno drammatico che qui da noi.

Girare una serie televisiva che racconta una rampante realtà sociale è senza dubbio una buona idea, ma farlo come l'ha fatto Silicon Valley lo è ancora di più. Il più grande pregio della serie è che, a differenza del contesto che racconta, non è per niente impegnativa. È incredibilmente leggera e piacevole da seguire, e le sue puntate da appena mezz'ora la rendono tutto fuorché ingombrante nelle tabelle di marcia di ognuno di noi.

via HBO

Il tutto è farcito da una narrativa che sfrutta in maniera abilissima gli stereotipi: Silicon Valley non cerca particolare profondità nei dialoghi né personaggi innovativi, la Silicon Valley, quella vera, gli fornisce già tutto il materiale necessario per raccontare una realtà che fino ad oggi era rimasta incagliata tra storie sensazionalistiche e retaggi del passato. Silicon Valley non è la storia di una startup, ma un poema epico che racconta la morte del nerd e l'ascesa del geek. Due parole con lo stesso significato, ma che vengono percepite in maniera profondamente diversa.

In più, incredibile a dirsi, la startup raccontata in Silicon Valley non è una startup di merda. Pied Piper, l'azienda dei protagonisti della serie, lavora ad un algoritmo di compressione per il web: uno strumento attuale e che, in termini narrativi, non ingombra la sceneggiatura.

Quella di HBO è una serie televisiva che oggi più che mai merita di essere vista: vuoi per il suo essere deliziosamente spicciola e paradossalmente fuori dal coro nel mare di colossi televisivi da decine di ore di puntate e trame fittissime, vuoi per la sua capacità di raccontare in maniera efficace una realtà che fino ad ora in pochi erano riusciti a prendere dal verso giusto, vuoi per il suo continuo ammiccare a "quelle cose che piacciono a noi" senza però mai scadere nella becera autoreferenzialità di, per esempio, The Big Bang Theory.