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Tecnologia

Questa app di Google ti dice a quale opera d’arte assomigli

Ed ecco come usarla in Italia anche se non è ancora disponibile.

La app di Google Arts & Culture ha introdotto una nuova funzione che ti consente di caricare un tuo selfie per scoprire qual è l'opera d'arte che ti assomiglia di più, percentuale di accuratezza della somiglianza inclusa. Per realizzare il face match, basta scorrere la home dell'app fino a raggiungere la sezione “C’è il tuo ritratto in un museo?”. A quel punto, basta scattarsi un selfie sul momento, senza farsi prendere dall'emozione — purtroppo è impossibile caricare i selfie migliori presi dalla propria libreria — e avviare il confronto, operato attraverso l'Intelligenza Artificiale di Google.

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Google Arts & Culture è un'app Android e iOS nata nel 2015 e promossa dall’Istituto Culturale di Google. Il suo intento è promuovere l’arte e la cultura esposta nei 1200 musei, gallerie e monumenti storici di più di 70 paesi che hanno stretto un accordo con il motore di ricerca. Con questa novità, l’app è salita al primo posto delle app gratuite più scaricate e, negli Stati Uniti, moltissimi hanno iniziato a condividere i match sui social.

In Italia la funzione non è ancora disponibile, ma per testarla basta scaricare un'app VPN qualsiasi (facendo attenzione alle truffe) sul proprio dispositivo e ri-localizzare lo smartphone su un paese in cui la funzione è già stata rilasciata — Come gli Stati Uniti. Una volta attivata la VPN basterà riaprire la app di Google Arts & Culture e la funzione di facematch risulterà magicamente disponibile.

L'aspetto curioso è che più cercavo di riprodurre espressioni che trasmettessero serietà e autorevolezza nei selfie, più il match che saltava fuori corrispondeva a ritratti di personaggi poco raccomandabili (come questo giocatore di carte immortalato da Augustin Théodule Ribot esposto alla National Gallery of Art di Washington DC).

Screenshot dell'autore.

Invece, se provavo a fare delle smorfie, l'app mi restituiva come risultato volti estremamente raffinati (come questa Miniatura di Herbert Walenn a opera di Elsie Muriel Hatchard parte della collezione del Royal College of Music).

Screenshot dell'autore.

Questi sono i singolari paradossi a cui va incontro chi ricerca il proprio Doppelgänger nelle opere d'arte affidandosi all'intelligenza artificiale.

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