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La guida di VICE a Torino

Una guida per godersi al massimo una città la cui offerta è inversamente proporzionale alla sua volontà di mostrarla.

Situazione: stai programmando le vacanze, un weekend lungo, una gita fuoriporta o semplicemente devi passare mezza giornata in una città che non è la tua. E cosa fai, se non scrivere a quell'amico/a che lì ci vive o ci ha vissuto, e dopo una serie accettabile di convenevoli pregare perché ti dia consigli sui posti in cui mangiare e da visitare?

Ecco, abbiamo pensato di fare un favore ai suddetti amici e liberarli da questa incombenza creando una serie di guide a città o zone d'Italia, tutte scritte da giovani local e pensate per altri giovani. In questo modo tu sai dove andare e noi diventiamo un po' tuoi amici. Bello, no?

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Siamo stati a Napoli, a Bologna e pure nella Sicilia Orientale. Ora è il turno del vertice del triangolo magico: Torino, dove tutto è possibile e niente è fattibile. Torino non è una città propriamente accogliente verso i turisti perché i torinesi, per quanto tentino di dimostrare il contrario, si allineano perfettamente al detto “piemontesi falsi e cortesi.” Questa guida serve per evitare di sentirsi immediatamente respinti e godersi al massimo una città la cui offerta è inversamente proporzionale alla sua volontà di mostrarla.

parco dora

Parco Dora.

POSTI DA VEDERE GRATIS O CON POCO

Torino è una città incredibilmente economica considerato il suo status nel parco grandi città italiane, e per questo motivo la si può passeggiare senza dover costantemente temere di infilarsi in qualche macello per turisti scemi.

Se volete visitare Torino, fate il possibile per farlo a inizio primavera o, ancora meglio, a metà autunno (tipo ora) perché è in queste stagioni che la città esplode di colori e le scampagnate per i portici di via Roma e lungo il Po si trasformano in un’esperienza urbana incredibilmente vicina a quella vissuta da Nietzsche durante la sua permanenza a Torino (trasferitosi in città nel 1888, un giorno esce di casa, vede un cavallo, impazzisce e comincia ad abbracciarlo e baciarlo).

Porta Nuova e Porta Susa sono le due stazioni ferroviarie principali della città, partite da quest’ultima e infilatevi in Piazza Statuto—brodo primordiale, per altro, della scena punk torinese e dei Nerorgasmo—poi buttatevi in via Garibaldi, una lunga via pedonale commerciale che vi condurrà direttamente a Piazza Castello, il centro per eccellenza della città. Non fate i fessi e arrivati a questo punto fate due passi in più in via Po e andatevi a vedere Piazza Vittorio, la piazza porticata più grande d’Europa. E già che ci siete, salite al Monte dei Cappuccini dove, se fa bello, potrete godervi una delle viste migliori sulla città.

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Se vi piace l’arte contemporanea, Torino ne ha da vendere: senza esclusione di colpi, staccate un biglietto alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, alla Fondazione Merz, alle Officine Grandi Riparazioni e soprattutto al Parco Arte Vivente, ospitato in una struttura che difficilmente vi capiterà di vedere in altre città. Passaggio obbligato anche lo spazio di ricerca artistica Cripta747, in via Quittengo. Il Museo Nazionale del Cinema (e la Mole Antonelliana, simbolo della città, che lo ospita) fa la sua figura. Non c’entra niente con l’arte contemporanea ma se mentre siete a Torino non andate a vedere il Museo Egizio non vi meritate nulla: è bellissimo.

astoria torino

Durante la vostra permanenza a Torino non vi potete far mancare una tappa al Parco Dora: non c’è granché da fare ma è uno dei relitti della Torino post-industriale più spettacolari che ci siano nella città. Venaria Reale, a 40 minuti di mezzi pubblici dal centro città, è una reggia reale davvero bella e fornita di un bellissimo parco.

Finché siete in giro, pagate il biglietto per entrare a Palazzo Reale, in Piazza Castello, e andate a vedere la Cupola del Guarini: l’hanno appena riaperta dopo una ristrutturazione lunghissima. Consiglio personale: specie in autunno, partendo da Piazza Vittorio percorrete tutto il Lungo Po, il lunghissimo vialone che accompagna il corso del fiume che spacca in due la città.

COSA MANGIARE

Sarò breve e schematico e impostato sul famoso top di gamma:

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In generale, vietato andare via senza aver provato: gli agnolotti, i tajarin, la bagna caùda, la carne cruda, il vitello tonnato, il Bicerin e i giandujotti. Dove trovare tutte queste cose? Ma nella prossima categoria, ovviamente.

horas kebab

I gestori di Horas Kebab.

DOVE MANGIARE

Togliamoci immediatamente il dente dei posti considerabili costosi: se vi buttate nel quartiere storico del Quadrilatero Romano potete non solo vedere i bellissimi resti della Porta Palatina romana, ma farvi anche un pranzo alla piemontese al Ristorante Tre Galline (carne cruda e agnolotti al plin, immancabili), oppure optare per una versione più popolare alla Trattoria Cianci, in Largo IV Marzo. Se non siete dell’umore per grandi banchetti dovete fare un salto, nella stessa piazza, alla focacceria gourmet Taglio.

Se invece siete in cerca di qualcosa di più caratteristico, fate un salto da Poormanger in via Maria Vittoria per provare delle grosse patate aperte in due e riempite di cose buonissime. Da provare Raviolhouse per una raviolata classica con sugo di vino (6 euro), in via Maria Vittoria. Obbligatorio uno stop al ristorante Consorzio e un passaggio per la storica gelateria Fiorio, in via Po, per provare il gelato al gianduja torinese. Se preferite le granite, provate quella della Cremeria Torre in corso Regio Parco ma preparatevi a ore di coda.

Infine, per l’afterhour—ovvero quando passeggerete senza meta con lo stomaco annichilito dalle Tennent’s e gli occhi gonfi di smog—imprescindibile uno spuntino di fine serata da Horas Kebab, in via Berthollet al confine di San Salvario. Se siete più in centro-città, passate dalla Mangiatoja in via Principe Amedeo, a fianco a Piazza Vittorio.

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foto di federico masini

DOVE FARE SALOTTO BEVENDO

Sono ormai diversi anni che Torino fa a pugni con questa stranissima usanza conosciuta ai più con il nome di “bere birre per strada”, ma nonostante gli irriducibili sforzi delle amministrazioni il business ambulante è sano e florido. Certo, il prezzo da pagare è stato il radicale impoverimento dell’offerta musicale notturna e degli spazi sociali aperti dopo la mezzanotte, ma come non essere contenti di avere un sacco di opzioni per bere?!

Nella città, i punti nevralgici per mettere a compimento questa pratica sono due: il quartiere di Santa Giulia e il quartiere di San Salvario (indicativamente, l’età media del primo è leggermente più alta di quella del secondo). Santa Giulia, a due passi dal centro città, è il luogo in cui potete recuperare una birra praticamente ovunque e bivaccare assieme a tantissime altre persone nella piazza del mercato. Se preferite fare il salto di qualità, passate dall’Enoteca Botz. Lì, oltre che un’ottima selezione di vini, potete assaggiare il mio drink preferito al momento: il Declino Futurista (6 euro). Si trova soltanto da Botz ed è fatto con la Chartreuse, tanto vi basti (non bevetene più di tre, per favore). Per i distillati passate assolutamente dalla Distilleria Quaglia, perché ce n’è per tutti i gusti.

Se preferite le atmosfere più rustiche, spostatevi di qualche centinaio di metri in Largo Montebello e passate dal Dunque, dove troverete ottime birre e una selezioni di panini di tutto rispetto. Partendo da qui e procedendo di qualche centinaio di metri fuori da Santa Giulia, potete trovare Le Panche, un locale che dà su una piazzetta che ogni giorno si riempie di universitari che arrivano dal Campus Luigi Einaudi principalmente perché ci sono gli spritz a 1,50 euro.

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torino foto nightlife

Spostandosi verso San Salvario, dalla parte opposta della città, ritagliatevi dal tempo per un’esperienza mistica: in via Fratelli Calandra potete trovare il Les Arcades, un bar storico dove viene servito il Tamango, un intruglio di dubbia provenienza a cui alcuni attribuiscono proprietà allucinogene. È molto alcolico, occhio. Sul serio.

In San Salvario l’offerta è tanta e varia: potete scegliere un minimarket qualsiasi per acquistare birre a pochi euro o prendervi un cocktail all’Astoria, locale storico del quartiere e sede di uno degli ultimi spazi musicali davvero interessanti sopravvissuti nella città. Se siete con la vostra dolce metà e volete fare i fenomeni, passate da Affini dove, oltre la selezione di vermouth, ci sono anche dei cocktail davvero di livello. Se vi capita, sempre nei pressi, Isola Torino merita un passaggio.

Amichevole consiglio. Se ci passate a inizio novembre troverete la città davvero imballata e vi consiglio di prenotare un posto per dormire in anticipo, perché congiunzione commercial-astrale vuole che si svolgano due degli eventi più importanti dell'urbe: il Club To Club, festival di musica elettronica ormai arci-noto che proprio in questi giorni celebra la sua 18esima edizione, e la Settimana dell'arte contemporanea di Torino.

bancarella torino

TORINO È GRANDE TORINO È BELLA

Qui è dove racconto tutte le assurde singolarità torinesi che ho incontrato durante la mia risibile infanzia e adolescenza nella città e che potete trovare soltanto qua. La seconda domenica di ogni mese nel gigantesco mercato di Porta Palazzo si tiene il Gran Balon, che è tipo la fiera di mercatini più bella di sempre. Se non riuscite a esserci la seconda domenica di un mese X andateci comunque il sabato che c’è il mercatino delle pulci, sempre.

A causa della sopracitata lotta senza quartiere alle attività notturne che va avanti ormai da decine di anni, la sera a Torino non c’è granché da fare per ciò che concerne il ballare: se non avete lo spiriti dei veri clubber dirigetevi sotto un ponte sul Po (il mio preferito è quello di corso Regina) per bervi le birre in un’atmosfera da paura (in tutti i sensi) e soprattutto circondati da adorabili nutrie.

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Se invece non siete di quelli che mollano facile, benché leggermente fuori mano, il Bunker in Barriera di Milano offre una programmazione musicale spesso interessante, nonché una struttura bellissima. Ah, ho capito: non siete di quelli che finiscono le serate alle 5 quando il locale X fa chiusura—benissimo. Armatevi di macchina o gambe e da dovunque vi troviate spostatevi in pieno centro, ai Murazzi sotto Piazza Vittorio e fate un salto al Doctor Sax, micro-locale per after, pilastro fondamentale dell’intera città: più che andare a ballare andrete a studiare antropologia, sappiatelo.

A Torino l’unico grande rischio è imborghesirsi: vaccinatevi e andate, almeno una volta, a prendere un caffè da Baratti & Milano, per vivere la famosa esperienza Vittorio Emanuele II e sentirvi anche voi un po’ Re d’Italia. Se la sera capitate nel Parco del Valentino finirete nel bel mezzo di un Triangolo delle Bermuda piuttosto particolare: il parco convoglia le barcollanti clientele di diverse discoteche sparse lì attorno. Da fare almeno una volta nella vita. Ah, nel Parco del Valentino c’è un castello, il Borgo Medievale: è completamente falso. Non è un vero castello, però si può visitare. Fa ridere, andateci.

torino street life

VOCABOLARIO E FRASI UTILI

Minchia: intercalare mutuato da culture lontane, anche se non sembra è molto (davvero molto) torinese.

Fai cisti: letteralmente "fai attenzione". Di solito si usa nella locuzione "cisti gli sbirri", attenzione alla polizia, da pronunciarsi mentre si sta facendo su una canna per strada.

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Parlapà: letteralmente "non parlarne", intercalare usato a scopo solitamente di presa per il culo per sminuire un’affermazione altrui.

Com’è?: letteralmente come stai? tutto bene? Si usa tanto, troppo, tendenzialmente a nessun torinese frega davvero mai niente di come tu stia.

Solo più… qualcosa: potrei avere solo più del pane? Ecco, questa locuzione non ha nulla a che spartire con la lingua italiana e se la senti pronunciare da qualcuno, quel qualcuno è sicuramente torinese.

Cicles: si pronuncia così, come si legge, ed è l’unico modo corretto per parlare dei chewing gum.

Piciu: corrispettivo torinese di "pirla", se lo usate avrete immediatamente 62 anni. Non fatelo.

Se vuoi ringraziare Federico del bel giro che ti ha fatto fare a Torino, seguilo su Instagram.