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I cinesi ci spiegano come si sopravvive ad una 'airpocalypse'

Soltanto pochi di quelli che abitano nelle città più inquinate della Cina hanno i mezzi economici per trasferirsi altrove — ecco come tutti gli altri stanno cercando di combattere l'aria avvelenata dalle polveri sottili.
Photo via Reuters

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Finora il governo cinese non aveva mai diramato un "allarme rosso" per i pericolosi livelli di smog registrati nelle sue città.

A dicembre, però, è successo per ben due volte, causando la chiusura delle scuole e il blocco del traffico. Per alcuni esperti di politiche ambientali, i recenti allarmi potrebbero rappresentare un punto di svolta per il rispetto dell'inquinamento atmosferico nel paese.

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L'ultimo allarme è stato emesso venerdì scorso in quattro grandi centri urbani e a Pechino, dove la concentrazione di PM2.5 in alcune zone della metropoli avevano oltrepassato anche i 500 microgrammi al metro cubo. A Tainjing, a sud della capitale, lo stato di allerta è scattato dopo che i valori avevano sorpassato quota 500.

Le polveri sottili con un diametro inferiore a 2.5 micron rischiano di essere inalate dai polmoni e assorbite nel sangue, contribuendo così alla comparsa di malattie cardiovascolari, infarti, enfisemi, e tumori polmonari.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia un'esposizione massima a 25 microgrammi per metro cubo nel corso di un periodo di 24 ore.

"I cinesi portano sempre meno pazienza per queste crisi, che ormai sono sempre più frequenti," ha spiegato Jennifer Turner, direttore del China Environment Forum del Woodrow Wilson Center. "il 'codice rosso' è solo una toppa, ma anche un modo col quale il governo sta ammettendo 'Sì, abbiamo un problema'."

Ma mentre l'allarme rosso viene revocato e l'aria pulita soffia sulla capitale e le altre grandi città cinesi, sorge una nuova domanda: se il forte inquinamento atmosferico è diventato una presenza fissa della vita quotidiana, cosa possono fare gli abitanti per proteggersi?

"Oggi la gente si alza e usa le app per controllare la qualità dell'aria," afferma Alex Wang, un professore di legge dell'UCLA che lavora sull'inquinamento atmosferico in Cina. "Successivamente, decidono se tenere i bambini al chiuso, portarli fuori a giocare, indossare una maschera, o accendere i filtri dell'aria in casa."

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Berkeley Earth, un gruppo di ricerca sul cambiamento climatico e le emissioni di gas, ha stimato che in Cina l'inquinamento atmosferico contribuisce alla morte di 1,6 milioni di persone all'anno.

"È chiaro che si tratta di una grande emergenza sanitaria nella quale la gente muore precocemente: abbiamo anche notato un aumento dei casi di asma cronico," ha aggiunto Turner. "Inoltre, esistono conseguenze a lungo termine anche sui polmoni dei bambini: un malfunzionamento dell'attività polmonare è un chiaro indicatore di futuri problemi di salute."

Zhou Yang, una ricercatrice del China Environment Forum del Woodrow Wilson Center a Washington DC e originaria di Chengdu, ha scoperto, con grande sorpresa, che qualcuno si è messo a vendere bottigliette di aria pulita.

"Ho letto questa mattina che un'azienda importa aria pulita dal Canada, e ha appena lanciato i suoi prodotti sul mercato cinese," ha affermato Yang. "Tutte le scorte sono andate esaurite immediatamente."

Leggi anche: In Cina l'aria inquinata uccide ogni giorno 4.400 persone

Nello specifico, si trattava di Vitality Air, un'iniziativa commerciale nata nel 2014, i cui costi - tra lattine singole e confezioni multiprodotto - vanno dai 15 ai 44 euro.

All'indomani dell'allerta smog di settimana scorsa, la domanda di bottiglie di Vitality Air è schizzata alle stelle. Uno dei fondatori dell'azienda produttrice ha dichiarato al Telegraph che la prima spedizione di 500 bottiglie è stata venduta in quattro giorni, e che una cassa con altre 4.000 confezioni starebbe raggiungendo la Cina.

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Anche se Yang ovviamente non crede che le bottiglie d'aria siano la soluzione all'inquinamento atmosferico cinese, da anni esorta i suoi genitori a procurarsi delle maschere migliori - come il modello 3M-N95 - in grado di bloccare il PM2.5 più efficacemente. Queste maschere, tuttavia, non sono comode, e i suoi genitori preferiscono le mascherine usa e getta di tessuto che vediamo spesso nelle grandi città.

Si tratta di prodotti non sono molto efficaci contro le polveri sottili - secondo Yang bloccano solamente il 18,3 per cento di PM2.5 - ma sono economici. E per questo, a detta della ricercatrice, il loro utilizzo è parecchio diffuso.

"Le 3M-N95 costano più di 100 yuan - 18 euro circa - e la gente non crede che valga la pena spendere così tanto per una maschera," ha spiegato Yang. Ma anche se sono più costose, queste maschere sono in grado di intrappolare quasi l'85 per cento del PM2.5.

Sebbene ormai rappresentino lo strumento principale per la protezione di massa contro l'inquinamento atmosferico, i filtri d'aria come le mascherine sono ormai diventati un elemento base negli edifici residenziali e lavorativi. Eppure, se paragonati alle mascherine usa e getta, questi filtri hanno un costo molto maggiore - i prezzi variano da 1.000 a 2.000 yuan, l'equivalente di 135 e 275 euro.

Leggi anche: Una 'airpocalypse' sta costringendo gli abitanti di Pechino a non uscire di casa

Questo vuol dire che la capacità dei cinesi di proteggersi dagli effetti più gravi dell'inquinamento atmosferico dipende dal loro reddito e dalla possibilità non solo di acquistare gli strumenti necessari - come maschere e filtri - ma di trasferirsi in aree più pulite.

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"Se ne hai le possibilità puoi trasferirti, ma la maggior parte delle persone non hanno i mezzi o la capacità per farlo," ha detto Wang. "C'è certamente la presenza di un problema di giustizia ambientale: chi ha i mezzi finanziari a disposizione può evitare questo pericolo."

Wang ha comunque aggiunto che ci sono limiti alla protezione che una persona può assicurarsi, pagando: "Anche per i più ricchi è difficile fuggire dall'inquinamento atmosferico."

E nonostante la presenza crescente di filtri d'aria, gli esperti ambientalisti fanno notare che la qualità dell'aria all'interno delle abitazioni in molte zone della Cina è peggiore di quella all'esterno, provocando un falso senso di sicurezza a quelli che comprano filtri d'aria allo scopo di tenere le tossine dannose alla larga. Questi prodotti, invece, potrebbero contribuire a bloccare le tossine all'interno.

"Quando ci si trova al chiuso, si è esposti ad altre tossine che non ricevono l'attenzione che dovrebbero," sostiene Lucia Green-Weiskel, un'esperta di politiche ambientali dell'Innovation Center for Energy and Transportation di Pechino. "Gli edifici diventano cilindri d'aria stagnante, e non fanno filtrare gli agenti tossici che ci sono già nell'ambiente."

Un tempo Green-Weiskel andava spesso a Pechino per lavoro, ma adesso che ha due figli non vuole far correre rischi ai loro polmoni. "Cinque anni fa avrei certamente portato i miei bambini a Pechino," spiega Green-Weiskel. "Oggi non posso far loro vivere questa esperienza."

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Ma a Changdu i genitori di Yang non hanno alternative, se non quella di cercare di resistere all'inquinamento al meglio delle proprie capacità — a casa hanno installato filtri d'aria e indossano le mascherine di stoffa per gli spostamenti verso il luogo di lavoro.

Gli alti livelli di smog li hanno costretti ad abbandonare l'abitudine di fare una camminata dopo cena, ma loro sono abbastanza fortunati da possedere un'automobile - un privilegio di cui non godono molti cinesi.

"Adesso nei weekend preferiscono andare in campagna, nella natura," conclude Yang. "Come diciamo noi in Cina, per 'pulirsi i polmoni.'"

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