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Tecnologia

No, la scoperta delle onde gravitazionali non ha vinto il Nobel per la Fisica

Invece, un grosso applauso per le "scoperte teoriche sulle transizioni topologiche di fase e le fasi topologiche della materia."
Immagine: Shutterstock

Sono le 16.30 ora locale dell'11 febbraio scorso, quando gli scienziati del LIGO, il Laser Interferometer Gravitational-wave Observatory, annunciano di aver rilevato per la prima volta nella storia delle onde gravitazionali. Il pubblico scientifico è in visibilio, e il mondo intero non è da meno. Tonnellate di articoli, approfondimenti, interviste a scienziati (e a chi diceva di esserlo) come non si era mai visto.

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Sarà stato il fascino dei possibili sbocchi tecnologici di questa scoperta ad aver attirato così tanto il favore dell'opinione pubblica—Fatto sta che in vista della proclamazione di oggi del Nobel per la Fisica 2016, quasi tutti i giornali di "settore" includevano la scoperta del LIGO tra i favoriti per il premio.

Be', avrete capito come è andata a finire la storia.

A salire sul podio sono stati David J. Thouless (1/2 del premio), F. Duncan M. Haldane (1/4 del premio) e J. Michael Kosterlitz (1/4 del premio) per le "scoperte teoriche sulle transizioni topologiche di fase e le fasi topologiche della materia." Come? Non hai mai sentito parlare delle fasi topologiche della materia?

In parole molto povere, gli esperimenti si sono concentrati sugli studi della materia quando assume degli stati "esotici", possibili solo a temperature molto vicine allo zero assoluto. Parliamo di superconduttori e superfluidi, stati della materia in cui, in maniera più o meno evidente, gli effetti quantistici fuggono dalla loro solita scala (quella atomica e molecolare) per manifestarsi macroscopicamente con effetti che tutt'ora non sono ben compresi.

Oggi, grazie a questi studi, la situazione potrebbe cambiare e potrebbe inaugurarsi una nuova frontiera di materiali intelligenti e con capacità uniche.

Deluso per la sconfitta di VIRGO? Fermiamoci un attimo a pensare. Se ci ricordiamo che lo stesso Einstein, dopo aver correttamente interpretato il fenomeno dell'effetto fotoelettrico nel 1905 verrà insignito del premio Nobel solo nel 1921, ci rendiamo conto di come non sia da sottovalutare una premiazione immediatamente successiva alla scoperta stessa. Ma, ancor più sottolinea il fatto come la comunità scientifica, giustamente, non sia la voce del popolo.

Il clamore mediatico generato da una scoperta non può (e non lo ha fatto in questo caso) prevalere sulle "qualità scientifiche" di un esperimento o di una teoria giudicate da una apposita confederazione. Sarebbe forse stato meglio un Nobel che sapeva dell'Oscar a Di Caprio per The Revenant? Speriamo che Thouless, Haldane e Kosterlitz non si montino la testa.

Raffaele ha ora la forma di un'onda gravitazionale, seguilo sul suo blog Fisici senza Palestra.