FYI.

This story is over 5 years old.

Tecnologia

La storia di Anonymous

Il collettivo di hacktivist ha da poco compiuto sei anni. E pensare che tutto è iniziato, quasi per scherzo, con un video contro Scientology.
Immagine: luccast85/Flickr

Sei anni fa, il primo video creato da Anonymous ebbe una diffusione virale. Si trattava di un breve e un po' inquietante filmato di due minuti creato dall'attivista Gregg Housh, intitolato “Message to Scientology.” Le sue sequenze accelerate e la voce metallica del sintetizzatore vocale ammonivano la Chiesa di Scientology, accusata di aver tentato di censurare la rete. Tutto questo accadeva nel 2008, prima ancora che Anonymous prendesse in considerazione l'idea di organizzare proteste in giro per il mondo.

Pubblicità

Ricordo ancora la sera in cui ho visto “Message to Scientology” su Reddit come se fosse ieri. Se questa gente esiste davvero, pensavo, ne succederanno delle belle.

È stato un momento che mi ha cambiato la vita? Ripensandoci, forse sì, dato che il filmato di Housh è stato la molla che mi ha spinto a cominciare le ricerche su Anonymous e a dedicare loro i miei articoli. All'epoca non lo sapevo, ma quel video del 2008 avrebbe cambiato profondamente la natura stessa di Anonymous, dando forma al movimento hacktivista che conosciamo oggi.

Oggi, voglio partire da “Message to Scientology” e ripercorrere la storia dell'organizzazione, con il video di Housh a fare da catalizzatore lungo il percorso. Prendetelo un po' come un corso intensivo sui momenti che hanno reso Anonymous quello che è oggi.

2003-2005: le origini

Per spiegare cos'è Anonymous bisogna partire dall'inizio (cosa non facile dato che tutto è nato su 4chan, che non conserva i registri delle chat). Quello che sappiamo è che già nel 2004 la gente che scriveva sulla bacheca “/b/” di 4chan, quando organizzava scherzi su internet, si firmava col nome “Anonymous”. Il termine deriva dal fatto che gli utenti potevano postare commenti su 4chan in modo anonimo, dato che per partecipare alle chat non è necessario registrarsi al sito o creare un account. Non è chiaro se sia nato prima lo slogan “Noi siamo Anonymous, noi siamo Legione, noi non perdoniamo, noi non dimentichiamo, aspettateci” o l'immagine in bianco e nero dell'omino senza testa in giacca e cravatta, che poi è diventata il loro logo.

Pubblicità

In ogni caso, entrambi circolavano in maniera massiccia nel 2005 ogni volta che il gruppo si riuniva per tormentare qualcuno. I bersagli erano per lo più ragazzine che avevano respinto o tradito un utente di 4chan, i profili di MySpace con foto imbarazzanti e chi maltrattava gli animali. Diciamo pure che all'epoca quelli di Anonymous più che altro cazzeggiavano.

2006: la rivolta degli avatar

La prima iniziativa di Anonymous che può essere considerata sia globale che per una giusta causa è stato un attacco contro la piattaforma di giochi online Habbo Hotel. Il motivo scatenante erano state delle voci che circolavano in rete, in cui si diceva che alcuni moderatori stavano schedando e bannando gli utenti in base al colore della pelle. L'operazione venne chiamata “Pool's Closed” e fu messa in atto da un'orda di avatar neri con chiome afro, vestiti con il famoso abito scuro, che si accalcavano davanti all'ingresso delle “stanze” del gioco, impedendo agli altri utenti di accedervi. Una specie di picchetto digitale, o un DDoS fatto con gli avatar, se preferite.

Che quelli di Habbo Hotel stessero davvero attuando politiche razziste non è chiaro, ma nemmeno rilevante; dopo l'attacco di Anonymous il sito ha vietato tutti gli avatar di uomini neri con pettinature afro e abiti d'affari. L'idea di Pool's Closed venne ripresa nel 2007 dall'iniziativa “lulz against racism,” quando alcuni finlandesi andarono a protestare davanti alla sede di Habbo Hotel— quella nel mondo reale.

Pubblicità

2007: il primo (terribile) reportage

Gli Anonymous di /b/ a questo punto erano abbastanza interessanti da catturare l'attenzione di Fox News, che produsse un agghiacciante video reportage in cui definiva il gruppo “internet hate machine” e chiamava i suoi membri “hackers on steroids” e “domestic terrorists.” E per chi non avesse colto il lato terroristico di Anonymous, ecco anche un pulmino che esplode—che non c'entra un cazzo ma vi fa capire che non si scherza. Il video di Fox News è stato deriso per anni e remixato infinite volte da quelli del movimento. Una sua angosciante rivisitazione del 2008, intitolata “Internet Hate Machine”, raccoglie alcuni spezzoni dei video popolari del momento, catturando a pieno lo stile Anonymous di sei anni fa:

Sebbene sia tanto assurdo da risultare quasi comico, il video di Fox News riuscì in qualche modo a fissare uno standard per i successivi reportage su Anonymous.

2008: Tutto cambia

A gennaio, un inquietante filmato di Tom Cruise che parlava di Scientology era stato diffuso su YouTube, ma era stato prontamente rimosso da Google dopo che la chiesa di Scientology aveva rivendicato i diritti sul video. Tuttavia, il blog di gossip Gawker si rifiutò di ritirare il video, nonostante le minacce di azioni legali da parte di Scientology. Anonymous si scagliò contro quello che secondo loro era un tentativo di censurare internet, e diede il via a Operation Chanology.” Le prime fasi dell'operazione consistevano in attacchi DDoS al sito di Scientology, fax di pagine nere—sì, si usava ancora il fax—documenti segreti messi in rete e scherzi telefonici a non finire.

Pubblicità

“Message to Scientology” fu caricato in rete il 21 Gennaio in piena Operation Chanology, e suonava come una chiamata alle armi per chiunque, anche all'infuori della comunità di 4chan, volesse supportare Gawker e difendere la libertà della rete. Il lavoro di Housh definì anche il modus operandi per le dichiarazioni di guerra di Anonymous, che da allora in poi sarebbero state contenute nei video. I media si interessarono alla questione, ma ora i membri di Anonymous non erano più cyber-terroristi: erano diventati degli hacker e la loro particolare forma di attivismo venne chiamata “hacktivismo.”

Grazie a questo primo video, quelli che già da tempo protestavano contro Scientology, come Mark Bunker, vennero a conoscenza di Anonymous e del Progetto Chanology. La notizia del collettivo di hacker arrivò anche al cittadino medio (e a me).

Bunker, ribattezzato da quelli di Anonymous saggio uomo barbuto”, a febbraio cambiò la natura del gruppo, esortandolo a protestare contro Scientology in modo legale—vale a dire in modo pacifico e nel mondo reale. Protestare legalmente, disse, avrebbero evitato che i media descrivessero Scientology come la vittima della macchina dell'odio di internet. (Anche perché gli adepti della chiesa dicevano a qualsiasi giornalista disposto ad ascoltarli di essere vittime di un crimine di odio religioso).

Anonymous prese sul serio l'invito di Bunker e, a partire dal 10 febbraio, decise di organizzare una manifestazione al mese in più di 100 città in giro per il mondo. Per poter diffondere le informazioni su più piattaforme possibili, ogni città creò il suo forum, il suo gruppo Facebook e il suo canale YouTube o IRC (Twitter non si usava ancora tanto).

Pubblicità

Siccome criticare apertamente Scientology in pubblico poteva essere rischioso, si decise che tutti i manifestanti dovevano coprirsi il volto per proteggere la propria identità. La cosa fu ben accetta dai membri di Anonymous, che cominciarono a nascondersi dietro a sciarpe e bandane.

La manifestazione di Anonymous a Londra nel 2008. Foto: Wikimedia Commons/Tom Page

Quando i video e le foto della prima manifestazione londinese del 2008 cominciarono a circolare sulla bacheca di Project Chanology, quello che catturò l'attenzione del pubblico fu la maschera di Guy Fawkes indossata da alcuni partecipanti, resa popolare dal film del 2006 V per Vendetta. Poco male se in precedenza veniva usata su 4chan per rappresentare l'omino dell'epic fail, i tizi mascherati sembravano fighi e minacciosi, e la protesta fu un successo.

A tarda primavera tutti si resero conto che il vero motivo dell'exploit mediatico era stata la maschera di Fawkes, che da allora in poi divenne il segno distintivo del primo gruppo di attivisti di internet. Ma l'influenza dell'evento inglese non si limitò a questo: i manifestanti avevano creato una bandiera di Anonymous, e nonostante anche le altre città avessero la loro versione, quella di Londra rimane ancora oggi quella ufficiale.

Verso la fine del 2009, il numero di persone che si riunivano ogni mese per manifestare contro Scientology era diminuito. La gente sembrava un po' spaesata dal comportamento dei membri di Anonymous durante le proteste (pompavano musica anni Ottanta, inneggiavano ai meme di internet e offrivano abbracci gratuiti). Intervistando dei passanti a Chicago in occasione di una manifestazione, mi accorsi che molti credevano che Project Chanology fosse una setta religiosa. Tuttavia l'esperienza era servita, e alcune cose, come la capacità di ottenere i permessi e l'abitudine di riprendere in video gli eventi pubblici, sarebbero tornati utili negli anni a venire.

Pubblicità
La bandiera di Anonymous. Immagine: Wikimedia Commons/Anonymous

L'operazione Chanology aprì la mente del gruppo di hacker e li convinse a intraprendere operazioni politicamente significative, come il supporto alle proteste di quell'anno contro il governo di Ahmadinejad in Iran. Allo stesso tempo, le loro bizzarre iniziative in giro per il mondo passavano l'idea che Anonymous fosse un caotico collettivo che faceva tutto un po' per scherzo.

2010: gli scissionisti

A fine 2010, due attacchi DDoS su larga scala—nome in codice Operation Payback” e “Operation Avenge Assange—furono diretti per ragioni politiche contro i siti di alcune grandi aziende americane. Entrambi gli attacchi, che utilizzavano una tecnica nota come LOIC, risultarono in una serie di arresti. Le autorità americane indagarono 13 persone per l'operazione Payback, e 13 delle 14 persone arrestate per l'operazione Avenge Assange (chiamati i Paypal 14) hanno raggiunto un accordo con il pubblico ministero solo a dicembre 2013. Il fatto che gli hacker di Anonymous fossero stati arrestati mostrava che le unità contro il cybercrimine delle forze dell'ordine stavano diventando più brave a fare il loro lavoro. O forse il motivo era che quelli finiti nelle mani della polizia erano tutti membri giovani del collettivo, che non possedevano ancora l'esperienza e l'abilità necessarie per non farsi beccare.

In seguito, le operazioni di stampo politico contro i siti governativi USA, che richiedevano azioni illegali e violavano il Computer Fraud and Abuse Act, furono condotte da piccoli gruppi o fazioni con diversi nomi—LulzSec, AntiSec, fail0verflow, AntiS3curityOPS, cabincr3w, UGNazi, etc. (L'unica eccezione fu l'operazione Megaupload, un attacco del 2012 annunciato su Twitter ed effettuato da più di 5.000 persone che utilizzavano il LOIC).

Pubblicità

Questi gruppi esclusivi non volevano essere confusi con la plebaglia, e si vantavano delle proprie superiori abilità di haxor, vere o presunte che fossero. Anonymous comunque non si stava disgregando, stava solo evolvendo per poter accogliere nei ranghi persone diverse con differenti esigenze, dagli hacker d'élite a quelli che erano lì solo per gli hashtag di tendenza dell'operazione Payback.

2011: di nuovo in piazza

Nel 2011, le “buone azioni” di Anonymous durante la primavera araba, l'operazione BART e gli inizi di Occupy Wall Street, si guadagnarono l'appoggio della stampa e dell'opinione pubblica. Ora, per i media e gli studiosi non erano più la macchina dell'odio di internet, bensì i freedom fighters dell'era digitale e i Robin Hood della rete.

Membri di Anonymous partecipano alle proteste di Occupy Wall Street. Immagine: Flickr/David Shankbone

Nonostante fosse limitata all'area di San Francisco, l'operazione Bart fu significativa per almeno due motivi: venne organizzata su Twitter con l'hashtag #opBART e riuscì a cavalcare l'indignazione pubblica (come era successo durante la primavera araba). Le manifestazioni legate a #opBART furono definite attacchi DDoS nel mondo reale e fecero da apripista al movimento Occupy, che sarebbe iniziato il mese successivo.

È stato già scritto molto a proposito di Anonymous e di Occupy Wall Street, ma è importante ribadire quale sia stato il contributo del collettivo di hacker al movimento Occupy. La partecipazione di Anonymous garantì la visibilità e la diffusione delle notizie sui social media e sugli altri canali digitali, un'abilità affinata nel corso dei tre anni passati da Operation Chanology. La copertura mediatica del movimento Occupy Wall Street—e i suoi accampamenti in 900 diverse città del mondo—fece sì che molte più persone si avvicinassero ad Anonymous, comprese quelle che non avevano idea di come funzionassero internet e il mondo degli hacker.

2012 e oltre: per la giustizia e la nascita del femminismo online

Nel 2012, Anonymous era ormai diventato un nome familiare e il Time includeva il collettivo nella lista delle persone più influenti dell'anno. Le idee per le proteste partivano per lo più da casi di interesse sociale che avevano provocato l'indignazione della rete, e divennero via via più incentrate sui temi della giustizia e del femminismo. Alcuni esempi sono #OpPullOutMethod (contro un presentatore radiofonico che aveva offeso una donna) e #OpHuntHunter (rivolta contro il sito porno di Hunter Moore). Ma anche l'operazione Red Roll Red (su un caso di stupro), #OpJustice4Rehtaeh (a supporto di una vittima di stupro che si era suicidata) e #Justice4Daisy (ancora un caso di stupro).

Queste operazioni di protesta acquistarono vita propria dopo l'iniziale spinta da parte di Anonymous e ispirarono il movimento del cyber-femminismo, che dal gruppo di hacker ha preso anche i metodi di attacco. Un termine popolare per descrivere queste iniziative di rivalsa femminile in rete è “networked feminism” (che tradotto sarebbe femminismo connesso). Anche se questi movimenti non sono esplicitamente affiliati ad Anonymous, utilizzano il prefisso “op” negli hashtag delle loro operazioni, mostrando la chiara influenza degli hacktivisti.

TL;DR (Too Long; Didn't Read)

Oggi sono in tanti a protestare come quelli di Anonymous, e tutto perché il video “Message to Scientology” di Haush era abbastanza strambo da diventare virale nel 2008. Grazie a quella prima operazione globale, Anonymous passò dall'essere un gruppo di sfigati rintanati nei loro seminterrati e in guerra contro gente a caso a diventare l'emblema della difesa dei diritti—non solo online—di ogni classe sociale. Il tutto negli ultimi sei anni.