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Sei donne parlano della loro vagina

Visti tutti i problemi e i dubbi scatenati dai genitali femminili nel corso della storia, mi sono chiesta che rapporto hanno le donne di oggi coi loro genitali. E le risposte che ho avuto sono state tutt'altro che scontate.

Illustrazioni di Maxime Mouysset.

Quando avevo 13-­14 anni, c'erano due cose che mi creavano un certo fastidio: la prima, era dovermi cospargere di profumo del discount prima di tornare a casa per nascondere la puzza di sigarette. L'altra era quel titolo, I monologhi della vagina , un'opera teatrale di cui tutti parlavano senza sapere davvero di cosa trattasse—del resto, cosa sapevamo davvero prima di Internet? Era un dialogo tra vagine di cartapesta, e di che potevano dialogare, se non dei luoghi comuni sul ginecologo, sul pisello di quel tale o dei vari aneddoti sugli assorbenti? O forse la "vagina" del titolo era una personificazione della donna stessa, attraverso la quale l'autrice aveva deciso di giocarsi la carta della provocazione mandando a farsi benedire tre decenni di lotte femministe?­ E inoltre, che portata poteva avere quell'opera, dato che era stata adattata in più di 130 paesi?

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Non facevo che pormi domande come queste, il tutto in un momento in cui le prime mestruazioni mi lasciavano presagire che nascere donna era una specie di truffa ed ero ancora lontana dal comprendere la differenza tra vagina e vulva. Solo anni dopo ho capito che l'autrice dei Monologhi, Eve Ensler, femminista, scrittrice e attivista, aveva creato quest'opera proprio per sradicare il tabù intorno al termine "vagina" e denunciare una società patriarcale che vuole dominare le donne censurando le loro parti intime. Troppo misteriosa, troppo pelosa: l'organo femminile sembra la bella ragazza precoce che fa impazzire tutti gli uomini del paesello per essere poi trattata come una folle o una ninfomane.

Negli ultimi tempi un sacco di artiste hanno trovato ispirazione nella rispettiva vulva, in un incrocio tra femminismo, regressione e (filosofia) new ­age. L'anno scorso, l'artista svizzera Milo Moire ha espulso dalla vagina una serie di uova piene di pittura al fine di evocare il "potere creativo della femminilità". Successivamente l'australiana Casey Jenkins ha passato 28 giorni a lavorare a maglia inserendosi il gomitolo nella vagina in nome della riconciliazione. Infine, la giapponese Megumi Igarashi, che plasma gli oggetti di uso comune in forme che ricordano la sua vagina, è finita nei guai con la legge proprio a causa della sua "arte vaginale".

Uno studio pubblicato nel 2005 da Bjog: An International Journal of Obstetrics and Gynecology ha inoltre concluso che la maggior parte delle donne crede che la propria vagina non possa essere considerata "normale". Di fronte a numerose immagini di vulve, rifatte e naturali, la maggior parte delle intervistate ­(di età compresa tra i 18 e i 30 anni) ­ha rilevato che gli organi rifatti erano quelli apparentemente più "normali".

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Visti tutti i problemi e i dubbi sul tema sollevati fin qui, mi sono chiesta che rapporto hanno le donne di oggi coi loro genitali. È per questo che ho chiesto a sei donne, di retroterra ed età diverse, di parlarmene.

BIANCA, 36 ANNI
"Ho una particolarità: un clitoride enorme. Alla maggior parte degli uomini sembra piacere, soprattutto al mio ex, che adorava giocarci. In generale ho una fica grossa, carnosa, con l'interno che sporge un po'. Ciò che mi preoccupa, è che ho l'impressione che sia meno stretta rispetto alla media, e a volte se sono troppo bagnata non sento niente.

La prima volta che l'ho vista per bene avrò avuto otto anni. Ero di spalle allo specchio, con le gambe larghe, piegata in avanti, e ho esaminato tutto per bene. L'anno successivo ho cominciato a sperimentare il piacere: tenevo un cuscino tra le gambe e mi ci strofinavo. Quando ho perso la verginità è uscito moltissimo sangue, è stato un disastro. Il ragazzo aveva 27 anni, io 14, e mia madre ci ha colti sul fatto.

Ho iniziato a depilarmi solo a 25 anni. Prima la tenevo al naturale, e facevo lo stesso con gambe e ascelle. Ma il ragazzo con cui stavo all'epoca non sopportava i peli: voleva che mi depilassi integralmente, e alla fine ha iniziato a piacere anche a me. Oggi però non faccio più l'integrale, e lascio la V.

Se le voglio bene? Diciamo che non le permetto di crearmi tanti problemi. Ma ammetto che quelle dei porno non mi lasciano indifferente."

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CÉLINE, 25 ANNI
"La mia vagina non mi piace, mi ricorda quelle della sezione 'grandi labbra' dei siti porno. Probabilmente potrebbe piacere solo a un feticista. Non mi sono mai confrontata con le mie amiche, ma in spiaggia mi è capitato di far cadere l'occhio, così. Per me il camel toe è un sogno, una fantasia. Io ho una sporgenza troppo carnosa.

Ho cominciato a interrogarmi sul mio organo all'età di 14 anni, ne ho anche parlato con una dottoressa. Mi vergognavo. La dottoressa mi ha rassicurato dicendo che il mio corpo non aveva niente di strano. Non c'erano così tanti porno all'epoca, per cui i ragazzi non dicevano niente. Ma con il passare degli anni l'imbarazzo aumentava.

A volte vorrei farmi operare. Non per via degli standard di bellezza, ma più che altro perché mi dà fastidio. E quando faccio l'amore sono costretta a creare lo spazio per la penetrazione ritirando manualmente le labbra. Non riesco nemmeno più a mettere certe paia di mutande, tipo quelle di pizzo troppo fino!

In generale sono piuttosto restia al sesso orale e non mi piace la si guardi da vicino. Nessuno mi ha mai fatto complimenti. I più non dicono niente. A dire il vero per un sacco di tempo mi sono depilata alla perfezione perché mi dicevo 'non sarà un granché, ma almeno è pulita'."

MACHA, 58 ANNI
"L'altro giorno l'uomo che frequento da un po' mi ha chiesto una foto. All'inizio voleva una mia foto. Poi ridendo e scherzando ha chiesto una foto di me nuda, e poi la cosa è degenerata finché non mi ha chiesto la foto della passera. E insisteva. Gli ho detto: "Ma a cosa ti serve?" e lui mi ha risposto: "È per me." Ma voglio dire, alla mia età… è imbarazzante. L'aspetto cambia, con l'età; è molto meno carnosa, meno piena. Quando sono nel vivo dell'azione con un uomo non ci penso più. Non è la parte più bella del corpo di una donna. Credo che la vagina debba rimanere un mistero, per se stessi e per gli altri. Non c'è bisogno di esplorare. Meglio fantasticare.

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A dir la verità, non so nemmeno dove sia il mio punto G. Ho sentito delle belle spiegazioni scientifiche, ma niente di più. Comunque non sono per nulla vaginale. Per me il godimento è questione di immaginazione, devo far lavorare quella se voglio godere. Ho avuto il mio primo orgasmo verso i 24 anni. Alla mia epoca era un tabù. Vengo da una famiglia molto pudica, non potevamo fare domande sulla sessualità, pensa che non ho nemmeno mai visto i miei genitori in mutande. A me era stato spiegato soltanto che un giorno avrei avuto le mestruazioni. Abbiamo imparato a scoprirci da sole, o confidandoci tra amiche.

Personalmente, ho iniziato a conoscermi piuttosto tardi. Negli anni Settanta e Ottanta ci tenevamo i peli, era normale. Credo che le cose siano cambiate verso il 1995, 2000."

SANDRINE, 29 ANNI
"Ho sempre avuto un bel rapporto con la mia vagina. Tranne quando ho avuto il ciclo per la prima volta. Ero piccola, non avevo capito cosa stesse succedendo e mia madre non mi aveva mai detto che avrei perso del sangue. È successo nel pieno della lezione, ma la maestra è stata carina; mi ha presa per mano, mi ha accompagnata in infermeria e mi ha spiegato tutto per bene.

Lo stesso anno mi sono masturbata per la prima volta. A 15 anni ho iniziato a depilarmi. In tv avevo visto un film in cui c'era una ragazza col rettangolino. Mi piaceva, era un po' come volere lo stesso vestito di una modella in una rivista! Gli uomini non hanno mai fatto osservazioni sulla mia vagina, ho sempre chiesto loro di astenersi. La mia vagina ideale deve essere stretta e umida. Ho avuto due figli ma non posso lamentarmi dell'elasticità. All'interno me la immagino un po' come una grossa gomma ben masticata."

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ANNE-LISE, 31 ANNI
"L'idea stessa di avere una vagina mi ha sempre creato qualche scompenso. È iniziato quando avevo quattro anni. Avevo scoperto un libro sulla gravidanza dalla A alla Z; ce l'avevamo in casa, non ricordo come l'avessi trovato. Sono finita sulla pagina del parto, con un primo piano sulla testa del bebè che usciva da una fessura spalancata, pelosa e mostruosa. Ma ero troppo piccola, che vuoi che ci capissi!

Qualche tempo dopo, a scuola, ho avvertito per la prima volta il piacere strofinando il cavallo sulla corda della palestra. Ricordo benissimo che un compagno mi si era avvicinato e aveva iniziato a prendermi in giro. Come faceva a sapere cosa stessi facendo, alla sua età? Mi vergognavo tantissimo.

Verso i nove anni la guerra per accettare e domare questo organo è ricominciata. A casa nostra veniva spesso un amico di mio fratello che aveva qualche anno in più di me. Mi piaceva, quindi facevo tutto quello che mi chiedeva. E spesso mi diceva di andare in bagno e di infilarmi un dito dentro. Non capivo a cosa servisse, ed ero troppo spaventata anche solo per provarci.

In quello stesso periodo passavo i sabato sera a casa della mia migliore amica. Lei era molto precoce, e mi aveva fatto vedere come le piaceva toccarsi. Si sfregava con forza contro un peluche, e voleva che facessi lo stesso. Così ancora una volta facevo finta. Alla fine ho capito che non avevo voglia di scoprire cosa succedesse nella mia vagina. Avere quel buco così facilmente accessibile mi ha sempre angosciato. Alla mia prima visita dal ginecologo il dottore non è nemmeno riuscito a introdurre lo speculum.

Con la verginità è successo lo stesso, tanto che anche il primo con cui ho fatto sesso ha dovuto aspettare diversi mesi, durante i quali preferivo concedergli il sesso anale. Oggi le cose sono cambiate, ma tuttora quando mi masturbo preferisco farlo attraverso le mutande."

CLOTILDE, 26 ANNI
"Ho sempre avuto quella che si considera una bella fica, e ne andavo molto orgogliosa. Era stretta, avevo pochi peli, e ai ragazzi piaceva. Poi però è cambiata. Ora le piccole labbra sono più sporgenti e le grandi labbra non lasciano molto all'immaginazione.

Quando sono in fase di sexting ho dei trucchi per farla sembrare normale anche in foto. E durante il sesso cerco sempre di controllare i movimenti e di non sbatterla in faccia all'improvviso al mio ragazzo. Ho anche già pensato di farmi una labioplastica, ma so che può dare problemi; più che altro, ho paura di non sentire più niente. Ma ci penso sempre più spesso. Mi sembra di far parte di un circo di freak."

Laureen non ha un account Twitter, ma un blog in cui pubblica tutte le cose che scrive.