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Tecnologia

Questo motore di ricerca per ipocondriaci vi manderà in paranoia

Pronti a scoprire malattie che non sapevate neanche di dover temere?

Da alcuni giorni a questa parte sto soffrendo di qualcosa che di base senza girarci troppo attorno è un normalissimo mal di gola — Ciononostante, dei dolorini all'altezza del petto, un mal di testa persistente e una concreta fatica nel godere di un sonno sereno mi stanno facendo ponderare il pensiero di a) avere un tumore, b) essere in procinto di avere un infarto.

Per questo motivo (pensando proprio a me, credo), l'ultima edizione del STUPID SHIT NO ONE NEEDS & TERRIBLE IDEAS HACKATHON — un hackathon che fornisce ai partecipanti 24 ore spaccate di tempo per poter produrre l'applicazione o la tecnologia più inutile e non-richiesta possibile — ha partorito Hypocondriapp, un motore di ricerca per ipocondriaci.

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In pratica vi basterà digitare (in inglese) uno dei vostri sintomi per vedervi diagnosticata la peggior malattia rara possibile lontanamente collegata ai vostri patimenti. Per esempio, ho digitato "chest pain", "dolore al petto", e Hypochondria App ha ben pensato di diagnosticarmi una sindrome da perdita di sali cerebrale, ovvero una rara condizione endocrina che prevede una bassa concentrazione di sodio sanguigno e disidratazione a seguito di un trauma o di un ferita, o in risposta alla presenza di un tumore attorno al cervello. Funfact: non esistono tecniche diagnostiche per questa sindrome.

Il motore di ricerca mi ha fornito questa diagnosi a seguito di una abile operazione di incrocio delle sintomatologie: infatti, il mio "dolore al petto" corrisponde in minima parte alla lunghissima lista di sintomi di questa sindrome — Edema, nausea, epilessia, ansia, bassa pressione, malessero, vertigini, reflusso gastrico, sonnolenza, mal di testa, DOLORE AL PETTO, perdita di conoscenza, miopatia, disidratazione, rosse, disturbi visivi, ipotensione, crampi muscolari, eccessiva sete e constipazione. Inoltre, Hypochondria App si impegna a restituire una delle tre diagnosi dal nome più più lungo possibile.

Il progetto, ideato da Emily Xiu, vuole essere una presa in giro della cybercondria, ovvero la sequela di preoccupazioni infondate derivanti dalla ricerca online di una serie di sintomi da parte di un paziente — Ricerca che porta inevitabilmente a pensieri decisamente tragici.