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Tecnologia

Perché è necessario salvare il software Apple II prima che vada perduto

Stiamo vivendo nell'era d'oro della tutela del patrimonio Apple II.

Con l'evoluzione continua della tecnologia e ogni nuovo gadget che prende il posto del precedente, i device attraversano una sorta di crepuscolo prolungato nel momento in cui i loro software e hardware possono essere conservati prima di essere persi per sempre. L'Apple II, il computer immesso sul mercato nel 1977 che ha reso gli Steves (Jobs e Wozniak) dei famosi multi-milionari, sta attraversando proprio quel crepuscolo.

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Ora, un gruppo di cracker sta lavorando insieme per salvare tutti i programmi Apple II possibili — ce ne sono in giro decine di migliaia — prima che l'hardware adatto al compito non esista più o i floppy disk corrispondenti si smagnetizzino. Sono in possesso dell'hardware, hanno codificato il proprio software e così, per la prima volta, craccando le protezioni anti-pirateria dei software Apple II, hanno reso facilissimo copiarli.

Secondo l'archivista Jason Scott, che lavora per Internet Archive, è improbabile che assisteremo altre volte a una tale confluenza di circostanze. Quindi, ha fatto un appello diretto a chiunque per spedire fisicamente i vecchi floppy Apple II perché siano conservati e caricati sull'archivio in modo che tutti possano godere dell'emulatore del sito. (Se siete in possesso di qualche floppy oppure conoscete qualche archivio che li conserva, scrivete una mail ad apple@textfiles.com.)

Questo processo è necessario ora, mi ha raccontato Scott quando ho parlato con lui, perché molti dei programmi di Apple II già archiviati non sono gli originali. I programmi di Apple II presentavano una serie di misure anti-pirateria molto strette — di base tripwire di codice — e così i cracker della vecchia scuola dovevano aggirarli per far funzionare i programmi. Ora, abbiamo la capacità di produrre delle copie perfette dei software originali.

"I titoli più famosi sono disponibili in qualche forma anche se non sono originali," ha spiegato Scott. "Ma mi sembrava un peccato non sfruttare questa opportunità per ottenere le versioni migliori, facendo un po' di lavoro extra."

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La versione leakate e craccate di alcuni giochi Apple II, come Ballblazer, erano popolari tanto quanto le release ufficiali, ha spiegato Scott, il che significa che la maggior parte delle persone potrebbero non aver mai provato la versione "originale" del gioco. Inoltre, c'è anche il regno dei software educativi, bloccato con protezioni anti-pirateria eccessive, a cui non era ancora stata ancora concessa la dovuta attenzione.

"La vera svolta sarebbe trovare una persona con un padre che gestiva un negozio di software, che ha conservato tutto una volta chiuso il negozio," ha spiegato Scott. "Mi piacerebbe mettere le mani su qualcosa del genere."

L'elemento chiave del progetto è un software scritto dal cracker di programmi Apple II soprannominato "4AM" chiamato Passport. Passport rappresenta un metodo semplice per copiare i programmi di Apple II protetti e non. Ma quando Scott si imbatte in un disco che è particolarmente difficile da copiare, lo passa a 4AM. 4AM ha scritto il suo programma in linguaggio assembly — il codice che si interfaccia direttamente con l'hardware delle macchine —  per craccare i programmi. Questo significa che ogni singolo byte viene conservato, senza modifiche da parte del cracker.

Il risultato finale è un file .zip che può essere caricato in un emulatore di qualsiasi PC. Nel corso degli ultimi decenni, l'arte di emulare l'Apple II è maturata a tal punto da riuscire a replicare gli strani cicli di CPU della macchina originale. Alcuni emulatori tentano anche di replicare l'effetto caldo e sfocato dei vecchi monitor CRT con uno schermo LED moderno.

Scott e i cracker anonimi con cui sta lavorando sono appena agli inizi — gli sono già state inviate decine di scatole — e la strada sarà probabilmente lunga e incredibilmente noiosa. Non hanno ricevuto neanche alcun supporto ufficiale da parte di Apple stessa. Ma il lavoro è comunque incredibilmente gratificante, ha spiegato, e ne beneficeranno le generazioni future di nerd coraggiosi o abbastanza testardi da volerne raccogliere il testimone.

"Non siamo il tassello finale," ha concluso Scott. "Faremo tutto questo lavoro e poi moriremo, dopodiché, qualche ragazzino italiano metterà assieme il tutto e costruirà un archivio perfetto."