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Tecnologia

La Mauritania libera l'italiano arrestato in un affare di spyware

Dopo 20 mesi trascorsi in un campo militare per un commercio di spyware andato male, Cristian Provvisionato torna a casa.

Lo scorso gennaio, Motherboard ha riportato la storia di una guardia del corpo italiana che era detenuta in Mauritania, un Paese dell'Africa occidentale, da 20 mesi, un prigioniero dimenticato di un affare di spyware andato male. Venerdì, dopo mesi di negoziazioni, le autorità italiane hanno annunciato che l'uomo è stato rilasciato, e che sta per tornare a casa.

"Cristian Provvisionato è libero," ha scritto su Twitter il ministro degli affari esteri Angelino Alfano. Alessandra Gullo, la compagna di Provvisionato, ha annunciato la notizia in un gruppo di supporto su Facebook.

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"Ti amo tanto," ha scritto.

Provvisionato si era recato in Mauritania nell'agosto del 2015. Al tempo, lavorava per un contraente italiano, che l'aveva mandato in Africa da parte della Wolf Intelligence, fornitrice tedesca di spyware. L'azienda in questione aveva raggiunto un accordo con il governo mauritano per la vendita di una serie di prodotti di spyware, ma ad un certo punto, l'accordo è andato al diavolo, e il governo mauritano ha arrestato Provvisionato, facendone di fatto una specie di ostaggio.

"È finita!" ha detto il fratello, Maurizio Provvisionato, in una chat online.

Venerdì, stando a Gullo, Provvisionato ha chiamato la madre intorno alle 14:30 italiane, per dirle che stava andando all'aeroporto.

"Voglio andare a casa e tornare alla mia vita," aveva detto tempo fa Provvisionato a Motherboard.

20 mesi dopo aver messo piede in Mauritania, il suo desiderio sta per realizzarsi.

Federico Formica ha contribuito a questo articolo.