Trovato un rettile marino in gravidanza, vecchio 245 milioni di anni

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Trovato un rettile marino in gravidanza, vecchio 245 milioni di anni

È la prima volta che i paleontologi scoprono il fossile di un arcosauromorfo che non faceva le uova.

Circa 245 milioni di anni fa, all'alba del Triassico, un rettile acquatico incinta appartenente al genus dei Dinocephalosaurus è morto nelle acque che una volta coprivano l'attuale regione di Luoping, nel sud-ovest della Cina. Ma fortuna ha voluto che la madre in dolce attesa finisse fossilizzata sul fondo del mare — insieme al feto in via di sviluppo.

Questo esemplare straordinario rappresenta la prima prova del fatto che gli arcosauromorfi, il gruppo di rettili da cui discendono dinosauri, uccelli, coccodrilli e animali marini come il Dinocephalosaurus,  partorissero la propria prole viva. La scoperta è stata descritta in uno studio pubblicato di recente su Nature Communications, guidato dal paleontologo Jun Liu della Hefei University of Technology.

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"Non avevo ancora chiaro se fosse l'ultimo pasto della madre o il cucciolo mai nato"

Per quanto i resti della strana coppia siano stati trovati nel 2008, ci sono voluti diversi anni prima che il feto di Dinocephalosaurus fosse riconosciuto come tale, e non come gustosa creatura marina mezza digerita nella pancia della madre.

"Ero così eccitato quando ho visto questo primo esemplare embrionico nel 2011, ma non avevo ancora chiaro se fosse l'ultimo pasto della madre o il cucciolo mai nato," mi ha detto Liu per email.

In effetti, si ritiene che il Dinocephalosaurus fosse un cacciatore abilissimo, che utilizzava il lungo collo per sorprendere le sue prede, come una sorta di periscopio da predatore. Il collo di questo animale poteva allungarsi anche fino a due metri, il doppio della lunghezza del suo corpo, permettendo al Dinocephalosaurus di colpire le sue prede mentre il suo corpo restava nascosto nel fondale marino.

Ci sono anche i resti fossili di un pesce perleido dentro a questo Dinocephalosaurus, a testimoniare che l'animale si sia sbafato un buon pranzetto prima di correre in contro alla propria morte.

L'esemplare ha catturato l'attenzione di Liu, che ha però dovuto accantonare il suo studio per qualche anno, mentre completava il dottorato di ricerca e una serie di altri progetti tra l'Australia e Hong Kong. Finalmente nel 2014 ha fatto ritorno al misterioso enigma della creatura fossilizzata dentro al Dinocephalosaurus adulto.

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"In seguito a un'analisi accurata e alla consultazione della letteratura di riferimento, ho capito di aver appena scoperto qualcosa di insolito," ha detto.

Nel paper vengono identificate diverse linee a conferma dell'idea che l'animale più piccolo fosse un feto in via di sviluppo. Innanzitutto, ha lo stesso collo lungo della madre, il che suggerisce un legame di specie; poi, è raggomitolato in una classica posizione fetale. È anche orientato con le vertebre allineate nella stessa direzione di quelle della madre, a differenza del pesce mezzo digerito, che è rivolto verso l'estremità posteriore del predatore che l'ha divorato. Si tratta di una direzione comune per le prede acquatiche, dato che quelle abbastanza sfortunate da essere mangiate vengono ingoiate dalla testa.

Diagramma che raffigura l'anatomia del Dinocephalosaurus. Immagine: David Peters

Dati tutti questi fattori, il team di Liu è arrivato alla conclusione che l'animale interno fosse con più probabilità un cucciolo di Dinocephalosaurus, non lontano dal termine della gravidanza quando il genitore è stato ucciso, probabilmente da una fioritura d'alghe o da un'eruzione vulcanica. Il team ritiene che il feto fosse circa il 12 percento delle dimensioni della madre.

Gli arcosauromorfi odierni, come i coccodrilli e gli uccelli, depongono le uova per riprodursi, e l'abbondanza di gusci d'uovo ritrovati tra i reperti fossili collezionati finora dall'uomo ha permesso nel tempo di ipotizzare che la maggior parte dei dinosauri seguisse la stessa strategia riproduttiva. Ma il team di Liu, con questa scoperta, ha ribaltato l'assunzione che gli arcosauromorfi facciano sempre le uova.

"Aver scoperto una Dinocephalosaurus incinta dimostra che, ancestralmente, non c'erano impedimenti genetici o di sviluppo perché la riproduzione per parto non potesse evolversi in una specie," ha concluso il team nel paper. "Le ragioni per cui gli arcosauromorfi esistenti non partoriscono la propria prole potrebbero dunque essere legate a vincoli genealogici e adattamenti specifici, anziché essere un attributo biologico comune a un gruppo ampio di specie."

È quasi triste pensare a questa madre e al feto che portava in grembo morti insieme; dimenticati per 245 milioni di anni mentre gli oceani si agitavano e placavano, i continenti si spostavano e interi regni biologici venivano spazzati via e sostituiti. Ma grazie alle fortuite condizioni di preservazione offerte dalla tomba acquatica del duo e ai paleontologi che hanno alla fin fine sottratto i resti scheletrici dal suo abbraccio, ora sappiamo la loro storia.