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Tecnologia

​PhotoMath è l’app che risolve i problemi (matematici)

Non dev’essere male riuscire a parlare la stessa lingua del commercialista, piuttosto che vederlo come un massimo esperto di patois.

Non ho un bel ricordo della matematica, e la matematica non ha un bel ricordo di me. È impresso a fuoco nella mia memoria quel momento in cui, alla fine di un anno scolastico, il mio professore del liceo mi disse che avrebbe ignorato quel 3 che rischiava di farmi rimandare a settembre: da quel momento io e i numeri cominciammo a viaggiare su due binari paralleli. Se quell'anno di liceo l'avessi fatto oggi non avrei preso nessun 3, perché avrei usato PhotoMath, l'app che lascerà al passato uno dei più grandi problemi dello studente medio: risolvere equazioni.

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PhotoMath è un'applicazione, attualmente disponibile gratuitamente su iOs e Windows Phone e presto scaricabile anche su sistemi Android (si parla di inizio 2015), sviluppata da MicroBlink, una software house che sviluppa applicazioni mobile che facilitano il riconoscimento di testi, numeri e codici a barre attraverso lo smartphone. Come suggerisce il nome, infatti, PhotoMath risolve i tuoi problemi con la matematica attraverso la fotocamera del tuo smartphone, il che rende il processo incredibilmente immediato.

So con certezza che hai già provato a farti risolvere equazioni da internet, so che hai provato a farlo con Wolfram Alpha e so che hai passato almeno tre quarti d'ora a tentare di trascrivere l'equazione nel campo input, molto probabilmente (e comprensibilmente) fallendo.

PhotoMath utilizza la tecnologia OCR (optical character recognition) per acquisire le tue beghe numeriche e risolverle nell'arco di pochi secondi, e benché la prima associazione  mentale possa essere "PhotoMath = copiare" le cose non stanno esattamente così. L'applicazione di MicroBlink, infatti, non è in grado di leggere la tua grafia—a meno che tu non faccia parte di un'antica stirpe di calligrafi, ovviamente—e si destreggia solamente con i numeri stampati, spesso con difficoltà quando si tratta di simboli ambivalenti (mi viene in mente la "x" incognita e la "x" moltiplicazione). Inoltre, il fine dell'app non è soltanto quello di farti raggiungere la sufficienza a un esame, ma anche quello di fornire un supporto per quei ragazzi che non hanno a disposizione un tutor o dei genitori esperti in materia.

Al momento, oltre che offrire già un'applicazione funzionante, PhotoMath ci dà anche grandi speranze: ogni aggiornamento, infatti, dovrebbe sia rifinire la precisione della tecnologia OCR sia espandere le nozioni utilizzate dalla app per risolvere i problemi matematici. Inoltre, il modello di riconoscimento sviluppato da MicroBlink non si limiterebbe alla matematica: l'azienda pianifica di sfruttare la tecnologia per semplificare le operazioni e i pagamenti bancari e sfruttare in maniera più intelligente i codici a barre.

In conclusione PhotoMath sicuramente non sarà un Pitagora a forma di app, ma fornisce agli studenti un'altra, tecnologica, scusa per rimandare a domani gli esercizi di matematica. Anche se in realtà forse un po' di matematica andrebbe imparata, visto che sembra essere utile; alla fine della fiera non dev'essere male riuscire a parlare la stessa lingua del proprio commercialista, piuttosto che vederlo come un massimo esperto di patois.