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Tecnologia

I pregiudizi sulle malattie mentali impediscono a molti di curarsi

Più del 40 percento degli americani che soffre di seri problemi mentali non cerca aiuto. Ecco perché.
Immagine: Sun-anda/Flickr

Si stanno approfondendo molti aspetti riguardanti la salute mentale. Da un lato c'è un flusso costante di nuove ricerche e  potenziali trattamenti), dall'altro la promessa di una migliore assistenza medica, almeno negli Stati Uniti, dove grazie alle disposizioni della legge per la tutela del paziente (Obamacare), gli assicuratori sanitari sono finalmente obbligati a coprire i disturbi mentali, tanto quanto quelli "fisici".

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Quindi, le cure sono più disponibili ed efficaci che mai, ma non è abbastanza. Le persone che hanno bisogno di cure devono procurarsele, e nella stragrande maggioranza dei casi non lo fanno.

Il pregiudizio sui disturbi mentali è parte integrante di tutto questo, nonostante si basi, il più delle volte, su dati aneddotici. Un recente studio) in open-access, condotto da alcuni ricercatori dell'Istituto di Tecnologia dell'Illinois, ha sia quantificato il ruolo dei preconcetti nel trattamento dei disturbi mentali―o nell'assenza di trattamento―sia spiegato i meccanismi, individuali e istituzionali, alla base di questi.

Lo studio IIT, con a capo la psicologa Deborah A. Perlick, cita un report del 2011 in cui più del 40 percento degli americani che soffriva di seri problemi mentali non cercava aiuto.

"Da un punto di vista sociale, gli stereotipi che dipingono le persone con disturbi mentali come pericolose, imprevedibili o incompetenti, possono portare a una forte discriminazione", scrivono Perlick e il suo team, "il che esclude questi individui dal mondo lavoro e da opportunità sociali, o educative".

In particolare, dallo studio si evince che i preconcetti sono profondamente radicati nell'immaginario collettivo. Il pregiudizio passa anche attraverso i meccanismi della sanità, in cui gli stereotipi negativi potrebbero rendere gli operatori sanitari più propensi a concentrarsi sul disturbo che sul paziente come persona. I medici potrebbero diventare, così, parte integrante del problema.

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"In particolare, gli stereotipi includono l'essere pericolosi o imprevedibili, o addirittura incapaci di raggiungere degli obiettivi prefissati, come ad esempio un buon lavoro, o una vita indipendente", scrivono i ricercatori. "Sebbene cambiare l'atteggiamento della popolazione sia un obiettivo lodevole, i sostenitori della causa ritengono che ci si debba concentrare sui comportamenti discriminatori, quelli che impediscono di perseguire gli obiettivi indipendenti legati al lavoro, all'educazione e ad altri ambiti".

In altre parole, "sarebbe bello se tutti accettassero il mio malessere mentale, ma anche che nessuno influisca sul mio diritto al lavoro e sulla mia indipendenza".

I ricercatori della IIT hanno seguito lo schema seguente:

Questa è la situazione attuale, basata su un ampio bacino di ricerche. Sembra chiara. Ma non è altrettanto chiaro come migliorarla. Sfatare miti ed educare sono i rimedi più importanti, insieme ai cambiamenti strutturali già in atto, come mettere sullo stesso piano cura mentale e generale.

Fino a poco tempo fa, le compagnie di assicurazione sanitaria erano autorizzate a trattare i disturbi mentali in maniera secondaria offrendo, il più delle volte, una copertura inferiore.

L'abbattimento dei pregiudizi si riduce a tre variabili: la conoscenza, la cultura e la rete. Ognuno di questi livelli è profondamente funzionale all'altro. Citando lo studio "la cultura della salute mentale comprende conoscenze sulla prevenzione dei disturbi, sul saperli riconoscere e sul saper chiedere aiuto all'occorrenza. Anche le competenze di primo soccorso per sostenere chi è in difficoltà sono molto importanti".

Quello che potremmo fare è un qualcosa come un passaparola―sia in rete, che in famiglia che tra gli amici―che possa ridurre i pregiudizi e portare a un'apertura nei confronti dei disturbi mentali.

Secondo l'Associazione Nazionale di Salute mentale americana, ogni anno circa 60 milioni di cittadini sono convinti di soffrire di qualche forma di disturbo. La strada da seguire non è semplice, né economica, ma non è certo un'impresa alla Sisifo. Un giorno la salita non sarà più così ripida, né il masso così pesante.