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Tecnologia

Chi ha paura di Bitcoin?

Molti paesi non si fidano dei Bitcoin e pensano siano un investimento troppo rischioso. Altri invece se ne sbattono e vogliono semplicemente tassarli.
via myloveforshots/Flickr

Uno dei principi fondanti di Bitcoin è che non è ancora finito sotto il controllo di alcuna autorità centrale. E così, mentre il suo valore di mercato e la popolarità tra il pubblico continua a crescere, le banche centrali e i governi di tutto il mondo sono alla ricerca di un modo per gestire la valuta virtuale. Alcuni hanno sputato fuori i loro two cents sulla moneta digitale, ma per la maggior parte le autorità nazionali la stanno prendendo all leggera.

Questo fine settimana, la Norvegia è stata l'ultima nazione a buttare il suo carico di letame ufficiale su Bitcoin. Il governo norvegese ha detto che non avrebbe mai riconosciuto la valuta digitale come reale, piuttosto, l'ha classificata come un bene assoggettabile a imposta. Ha anche stabilito che le transazioni commerciali effettuate in Bitcoin saranno sottoposte a tassazione.

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La decisione della Norvegia, in quanto nazione più ricca della Scandinavia, potrebbe produrre un effetto a catena in tutta Europa; non a caso, l'autorità fiscale del paese intende collaborare con gli altri governi per capire come gestire la mania Bitcoin dal punto di vista giuridico.

Questa mossa decreta anche l'ingresso della Norvegia nel gruppo di nazioni che considerano Bitcoin una merce, invece di una valuta. Attraversare la cupa zona grigia commodity-valuta ha dimostrato di essere una sorta di danza pericolosa. Il valore dei Bitcoin inteso come asset globale—vedi l'oro o i titoli azionari—è appeso al filo della fiducia in essa come una potenziale forma di denaro da parte delle persone e come mezzo di pagamento valido da parte delle imprese. Ma, tanto più il valore percepito dei Bitcoin intesi come commodity cresce, tanto meno i suoi possessori sono inclini a spenderli.

Di conseguenza, i governi esercitano un certo tipo di influenza sulla criptovaluta decentrata, nella misura in cui controllano le banche, che a loro volta possono opporsi all'entrata sul mercato dei Bitcoin o favorirne la diffusione spalancando loro le porte. Ma, a detta di alcune autorità di regolamentazione finanziaria, l'adozione di massa è ancora una scelta troppo rischiosa; nessuno sa se si tratti di una bolla sul punto di scoppiare. Ecco uno sguardo alle nazioni che si sono mosse nei confronti di Bitcoin finora, e ai modi in cui hanno classificato il denaro del futuro.

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La Germania ha detto all'inizio di quest'anno che non avrebbe riconosciuto Bitcoin come una valuta estera, né tanto meno come denaro digitale. Viceversa, potrebbe legalizzarla come una sorta di "denaro privato" o "unità economica", in modo da poterla tassare.

La Banca centrale europea ha recentemente messo in guardia i consumatori sui rischi finanziari della moneta virtuale, e sta ancora decidendo se sia il caso di regolarla o meno.

La Svizzera è sta attraversando una fase esplorativa, sebbene sia abbastanza scettica. Il governo svizzero si sta occupando dei potenziali effetti della valuta digitali sul robusto sistema finanziario del paese, e prevede di pubblicare una relazione sui rischi legati ai Bitcoin nei prossimi mesi.

La Banca centrale francese, ha ammonito circa la volatilità dei Bitcoin all'inizio di questo mese, definendo la possibilità che esista un rischio finanziario per gli individui e le imprese che detengono le monete virtuali.

La Cina, una volta sede di un fiorente scambio di Bitcoin, ha interdetto le sue banche dal consentire operazioni in Bitcoin all'inizio di questo mese. Il colosso asiatico è preoccupato dall'instabilità della criptovaluta e il suo potenziale impiego nel riciclaggio di denaro. Sostiene che i Bitcoin non abbiano "reale significato" come moneta.

Anche la Corea ha respinto l'utilizzo dei Bitcoin come valuta legittima. La scorsa settimana le autorità finanziarie hanno detto che era troppo instabile per avere il "valore intrinseco" di una forma di denaro.

La Banca centrale della Thailandia ha rifiutato di concedere licenza ai Bitcoin questa estate, decretando la chiusura totale degli scambi di Thai Bitcoin e imponendo un divieto totale su acquisto e vendita delle monete virtuali.

Gli Stati Uniti sono il paese che finora ha dato ai Bitcoin il benvenuto più caloroso. Nel corso di un'audizione al Senato il mese scorso, i tipi dell'FBI erano ottimisti circa i potenziali benefici derivati dalle valute virtuali e hanno minimizzato i rischi di Bitcoin, sostenendo che potrebbero essere mitigati estendendo leggi e regolamenti vigenti in materia di finanza al regno virtuale.