Musica

Altro che spaccio e vita da gangsta, i rapper adesso fanno le truffe online

Perché cucinare il crack o smazzare l'erba quando puoi fare i soldi truffando la gente su internet?
Ryan Bassil
London, GB
Giacomo Stefanini
traduzione di Giacomo Stefanini
Milan, IT
Teejayx6 rapper
Screenshot dal video di "Swipe Story"

di Teejayx6

Teejayx6 aveva imparato a fregare soldi agli adulti quando non aveva neanche 12 anni. Per farlo usava Twitter: "Creavo un profilo con cui facevo finta di essere un negozio", ha detto, "Mi inventavo una location da mettere nella bio e poi postavo roba tipo Xbox, TV, di tutto. Le vendevo per 500 dollari l'una. È una truffa che ha fatto praticamente chiunque". Quando gli andava male, faceva 50 dollari al giorno. Quando gli andava bene, circa 2000. Se guardate l'intervista video in questione, potete vederlo ridacchiare mentre lo dice. Non tanto per farsi bello quanto per sottolineare la naturalezza delle sue risposte.

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Dopo Twitter, Teejay si è dato a Instagram. Poi alle carte di credito. Ha cominciato a fare diecimila dollari a botta, dice. E nonostante tutto questo truffare, voleva fare il rapper. Quindi, attorno ai sedici anni, ha unito le due cose. Ha iniziato a rappare di truffe. "Se non hai soldi bro, fidati, non farti sbattimenti / Ti sto per insegnare come strisciare la carta con 'ste piccole lezioni", dice il testo di "Swipe Lesson". Uscita a giugno, è una traccia che fa esattamente quello che dice nel titolo: ti insegna a fottere i soldi dalle carte di credito usando i Bitcoin e una VPN, stando bene attenti a farlo da una location sicura.

Va detto che non è la prima volta che un rapper usa una traccia per fare un tutorial su come fottere la legge. Pensiamo ai “Ten Crack Commandments” di Biggie, o a Jay-Z che spiega come fare soldi comprando e vendendo case a Brooklyn su “The Story Of O.J.”. Ma la novità di Teejayx6 sta nel parlare di frodi. Del resto lo dice anche il nome: questo è il mondo dello scam rap.

Ufficialmente, il genere esiste da un paio d'anni. La potentissima “Juggin Ain’t Dead” di Bossman Rich è uscita nel 2017. Nel video, Bossman mostrava gigantesche pile di banconote rappando "bitch mi servono un paio di pezzi da mille, è ora di fare soldi / sotto coi Bitcoin, questi stronzi stanno facendo soldi". Con la diffusione sempre più ampia delle truffe (pensiamo a cose tipo Mark Caltagirone, il fatto che tutti siamo stati almeno una volta sul Dark Web o quello che sta succedendo nel Parlamento italiano) anche lo scam rap si è fatto conoscere sempre di più.

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In giugno, Teejayx6 ha pubblicato un mixtape chiamato Fraudulent Activity. Potete indovinare quale sia l'argomento principale: roba illegale, in particolare truffe, che sia tramite Tor, o un'app, o nella vita reale. In una traccia dedicata al primo grande marketplace del dark web “Silk Road”, rappa: “Ho fregato seimila a uno sfigato bianco su Tinder / Mi sono fatto dare un video da un cameraman e poi l'ho bloccato su Twitter".

Musicalmente, la sua roba non è la solita roba improvvisata e pensata apposta per YouTube. Per capire bene: a) quanti soldi sembra fare Teejayx6; b) il suo stile particolare, frenetico e coinvolgente, è consigliabile guardare “Dynamic Duo”, la sua collaborazione con Kasher Quon. Oltre a mostrare dei ventagli di dollari per dimostrare che sono veri (o almeno copie fatte bene), i due si sfidano in un racconto barra-a-barra che ricorda lo stile di Dr Dre ed Eminem in “Guilty Conscience”. Solo che Teejayx6 e Kasher Quon si scambiano i versi con l'atteggiamento frenetico di chi sa che i federali potrebbero sfondargli la porta da un momento all'altro.

Vale la pena soffermarsi sul collegamento tra “Dynamic Duo” ed Eminem: quasi tutto lo scam rap sembra arrivare dalla sua città, Detroit. Gli scam rapper della Motor City si sono fatti talmente notare che nel 2017 i tribunali hanno iniziato a seguire da vicino Selfmade Kash, che scriveva canzoni tipo “Scam Likely”, “Still The Swipe Goat Freestyle” e “Swipe In Peace”. Poco tempo fa Kash è stato incriminato per furto d'identità, frode postale e possesso di un dispositivo d'accesso non autorizzato (è un termine generico che si usa per tutti i reati che hanno a che fare con carte di credito, bancomat e cose del genere). Il suo arresto non è stato una grande sorpresa, a dir la verità, visto che si era abbondantemente auto-incriminato con i suoi testi. L'accusa infatti ha notato non solo la sua collana d'oro a forma di carta di credito (la potete ammirare nel video di “Swipe God Freestyle”) ma ha anche menzionato che "posta foto e video su Twitter e Instagram con grandi somme di denaro, carte di credito e skimmer per carte di credito, promuovendo la sua inclinazione al furto di carte di credito", secondo The Detroit News.

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In effetti c'è tutta una fascia di giovani rapper emergenti di Detroit che non hanno paura di parlare di truffe nei loro testi. La BandGang è una crew della zona a cui Teejayx6 attribuisce il merito di aver iniziato il movimento scam. Nella canzone “Come Here” Lonnie Bands, membro della BandGang, si vanta di conoscere "una t**a che vende la figa, un'altra che truffa" mentre l'altro rapper di Detroit Drego dice di essere "con lo scam man". È un pezzo da ballare, allegro, eppure ha lo stesso flow teso e agitato di "Dynamic Duo".

Naturalmente, lo scam rap esiste anche fuori da Detroit. Tra i più notevoli c'è Guapdad 4000 da Oakland; o, per chi preferisce suoni club-pop, un paio di versi sulla hit estiva delle City Girls e Lil Yachty "Act Up". Ma, come evidenzia un commento su YouTube, "il rap di Detroit si distingue per la produzione". Che sia scam rap, o semplicemente rap di Detroit (come la fortissima "Bloxk Party" di Sada Baby e Drego), il sound della città si colloca a metà tra il club e la strada, pieno di basse e col volume sparato, spesso in coppia con un flow spesso febbricitante da coniglietto della Duracell.

La sola esistenza dello scam rap evidenzia un cambio culturale verso il crimine tecnologico, basato sui dati o sulla psicologia, in cui chiunque, dagli aspiranti scalatori sociali ai pseudopsicologi da Instagram cercano di fregare qualcuno. In questo caso, come per il weed rap o il coke rap del passato, i rapper coinvolti non hanno paura di essere espliciti al riguardo, indipendentemente da quanto siano vere le storie che raccontano. Come dice Teejayx6 nell'intervista rilasciata a No Jumper: "Anche se fossi sotto indagine, non ci sono prove, non c'è una prova video, potrei semplicemente stare dicendo queste cose per dirle, potrebbero essere tutte bugie, intrattenimento".

Per ora, però, se vuoi darti alla truffa non ti farebbe male girarti un po' la sezione commenti dei video di questi rapper, in cui molti utenti offrono consigli su come portare avanti delle frodi (probabilmente per fregare proprio te, nello stesso modo in cui Teejayx6 ha iniziato a truffare la gente su Twitter, naturalmente). Oppure potresti semplicemente goderti la musica: non c'è nulla di simile in giro, per ora. La versione originale di questo articolo è stata pubblicata su VICE UK. Segui Noisey su Instagram, Twitter e Facebook.