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Tecnologia

Un gruppo di scienziati ha creato il primo ibrido tra uomo e maiale

E il mondo ha un sacco di domande.
Giulia Trincardi
Milan, IT
Chimera di ratto-topo allo stadio embrionale. L'embrione di topo ha sviluppato un cuore geneticamente identico a quello di ratto. Immagine via

Il mondo della scienza ha appena raggiunto un traguardo significativo, creando in laboratorio il primo esemplare di "chimera" — un organismo dotato di cellule provenienti da due specie diverse — tra l'essere umano e il maiale.

Lo studio, condotto dal Salk Institute della California e pubblicato la settimana scorsa sulla rivista specializzata Cell, si è basato sull'ibridazione di un embrione di maiale con cellule umane, ma nella prima parte dei suoi esperimenti — quelli relativi alla creazione di una chimera tra ratto e topo — ha utilizzato la tecnologia CRISPR-Cas9, un metodo di manipolazione genetica a dir poco pioneristico, che consente di agire sulle sequenze di DNA in totale libertà e che, da qualche anno, si trova al centro dei dibattiti etico-scientifici più accesi.

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La ricerca del Salk Institute ha dunque sollevato da un lato l'entusiasmo di una certa parte della comunità scientifica, dall'altro qualche dubbio etico.

Per quanto possa infatti essere presto per immaginare un mondo di mutanti cronenberghiani, non si tratta del primo dibattito di natura etico-morale che le tecnologie di manipolazione genetica sollevano; allo stesso tempo, la meta appena raggiunta rende sempre più concreta l'ipotesi di un futuro biologico fatto di organi umani cresciuti in ospiti animali, una rivoluzione potenzialmente enorme per branche mediche come quella del trapianto d'organi.

"Oltre ad una maggiore conoscenza dell'evoluzione della specie, dell'embriogenesi e delle malattie umane, la complementazione di blastocisti interspecie potrebbe permettere la generazione di organi umani negli animali i cui organi hanno dimensioni, anatomia e fisiologia simili a quelle umane," si legge nell'introduzione della ricerca.

Nell'immagine: a) zigoti di maiale; b) blastocisti di maiale in vitro; c) cellule staminali umane iniettate in una blastocisti di maiale; d) tratto riproduttivo di una scrofa al 28esimo giorno di gravidanza; e) conceptus di 28 giorni dove è possibile vedere embrione, allantoide e sacco amniotico; f) ingrandimento dell'embrione di 28 giorni presente nell'immagine precedente. Immagine via

Lo studio, guidato dagli scienziati Jun Wu e Juan Carlos Izpisua Belmonte, espone i risultati di una serie di esperimenti condotti su blastocisti (una delle prime fasi di sviluppo di un embrione) suine, ibridate con cellule staminali umane. I tipi di cellule staminali utilizzate, si legge nella ricerca, sono stati di tre tipi, distinti tra loro dallo stadio di sviluppo, benché mantenessero in tutti i casi le necessarie caratteristiche di pluripotenza.

Le uniche cellule umane ad attecchire con successo e restare visibili nei tessuti dell'embrione nella fase finale dell'esperimento — a quattro mesi di sviluppo della "chimera" — sono state quelle intermedie, di cui, stando alle parole di Wu, è stata riscontrata una presenza di una su 100.000 cellule.

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Gli scienziati hanno condotto inizialmente esperimenti d'ibridazione simili tra ratti e topi utilizzando la tecnologia di manipolazione genetica CRISPR-Cas9, ottenendo risultati decisamente più significativi, e confermando la possibilità di sviluppare organi geneticamente appartenenti a una razza nel corpo dell'altra. "È bene notare," si legge nella ricerca, "che i livelli di chimerismo relativi a tutte le hiPSC [le cellule staminali umane] negli embrioni di maiale erano molto minori confronto alle chimere ratto-topo," questo dato, prosegue il testo, evidenzia il fatto che la distanza evolutiva tra esseri umani e maiali sia più ampia di quella tra ratti e topi.

Le liste internazionali per il trapianto degli organi sono estremamente lunghe, e solo i dati relativi all'Italia per il 2015 contano oltre 9.000 persone in attesa, per un tempo medio previsto di circa tre anni.

Poiché i tempi di crescita di un maiale sono di gran lunga più rapidi rispetto a quelli umani — un maiale diventa adulto in meno di un anno — , è facile intuire perché la possibilità di sviluppare organi altamente compatibili in tempi minori rispetto a quelli attuali sia allettante da un certo punto di vista.

Negli esperimenti del Salk Institute, sono state trovate cellule umane incorporate in svariati organi dell'embrione, tra cui fegato, cuore e reni. Un numero più esiguo si è sviluppato nei precursori dei neuroni, si legge sul Washington Post, "un timore covato dagli esperti di bioetica che paventano la creazione di un animale dotato di coscienza umana o simil-umana."

Questa ipotesi, per quanto ancora lontana, come sottolineano nello stesso articolo gli autori della ricerca, è alla base delle severe norme imposte agli istituti che si occupano di manipolazione genetica, soprattutto dopo l'introduzione della rivoluzionaria tecnologia di editing CRISPR-Cas9.

La chimera ratto-topo è sopravvissuta con successo per un anno, mentre gli esperimenti su quella umano-maiale per ora sono fermi alla fase embrionale. La domanda a cui gli scienziati hanno cercato di rispondere con questo primo esperimento, spiegano loro stessi in un comunicato stampa, era fondamentalmente solo "un sì o no": è possibile mescolare il DNA di un maiale e di un uomo?

Ora che sono giunti a un primo responso positivo, le implicazioni di questa domanda non possono fare altro, nel bene e nel male, che diventare molto più complesse, tanto per la comunità scientifica che per le istituzioni che ne regolano l'operato.