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Tecnologia

Secondo qualcuno c'è un wormhole al centro della Via Lattea

Forse tra qualche anno attraverseremo l'universo percorrendo una scorciatoia intergalattica.
Riproduzione artistica di Sagittarius A* (NASA / CXC / M.Weiss).

Se l'universo fosse una mela, un wormhole sarebbe il foro scavato da un bruco che ne collega due punti opposti, una "scorciatoia spaziotemporale" tra parti lontanissime dello stesso universo o di universi differenti.

Anche se alcune teorie fisiche ne contemplano l'esistenza, fino a oggi dei wormhole non si è mai trovata traccia. Secondo una recente ricerca del Prof. Cosimo Bambi, giovane ordinario di fisica della Fudan University di Shangai, esisterebbero dei criteri osservativi che permettono di individuarli. Gli abbiamo fatto qualche domanda per capire quante speranze ci sono di riuscire davvero, un giorno, ad attraversare agevolmente lo spaziotempo da parte a parte.

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MOTHERBOARD: Di cosa tratta, nel dettaglio, la Sua ricerca?
Cosimo Bambi: Al centro di ogni galassia "normale" c'è un oggetto con una massa molto grande concentrata in un volume relativamente piccolo. Finora si è pensato che si trattasse di buchi neri supermassivi, sulla base di osservazioni effettuate sulla rotazione di stelle vicine. Nel caso dell'oggetto al centro della nostra galassia, Sagittarius A*, abbiamo anche un altro indizio: non si osserva alcuna radiazione termica dalla sua superficie.
Nella ricerca che ho portato avanti insieme a un mio studente, Zilong Li, abbiamo ipotizzato che quest'oggetto supermassivo sia in realtà un wormhole, e non un buco nero. Al momento le osservazioni astronomiche non sono in grado di fare distinzioni, e nel nostro lavoro facciamo vedere che certe osservazioni, in futuro, potranno farlo. Zilong sta studiando le proprietà della radiazione emessa da un blob di plasma che orbita molto vicino a uno di questi oggetti. Poichè la forza gravitazionale intorno a un buco nero e a un wormhole è diversa, i raggi luminosi di questo blob di plasma sono deflessi in modo diverso. Nel caso del wormhole, la forza gravitazionale è più debole e quindi l'immagine secondaria (l'immagine formata dai raggi luminosi che fanno mezzo giro intorno all'oggetto e poi arrivano all'osservatore lontano) si trova su una circonferenza piu' piccola sul piano dell'immagine dell'osservatore. L'importanza della nostra ricerca risiede proprio nell'aver aperto una pista da seguire nei prossimi anni.

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In effetti finora nessuno è ancora riuscito a provare l'effettiva esistenza dei wormhole. Quali sono le basi teoriche su cui si fonda la sua ipotesi?
Da un punto di vista fisico i wormhole non sono oggetti così fantasiosi, anche se mancano ancora le prove empiriche della loro esistenza. Con il termine wormhole si possono indicare strutture di carattere leggermente diverso, nell'articolo con Zilong facciamo riferimento ai wormhole traversabili, che sono strutture a topologia non-banale che funzionano da vere e proprie "scorciatoie spaziotemporali" capaci di collegare due regioni lontane dello stesso Universo o due universi differenti (in una teoria del Multiverso). Sono contemplati sia nel contesto della relatività generale che in alcune teorie alternative della gravità. Einstein, ad esempio, avrebbe appoggiato la nostra ipotesi

In alcune occasioni, come questa, la fisica non è tanto osservazione di fenomeni quanto formulazione di ipotesi di cui cercare la fondatezza. Dove finisce la fisica in senso tradizionale e dove inizia la visione?
Fino al XIX secolo, l'idea era effettivamente quella di partire da semplici dati sperimentali e poi costruire la teoria. Dalla fine del XIX secolo, in molti casi questo approccio non è stato più possibile ed è stato sostituito da uno in cui si parte da diversi modelli che si basano su specifiche ipotesi. Si vanno a studiare le previsioni teoriche di ogni modello, e alla fine si confrontano le previsioni teoriche con i dati osservativi per trovare il modello migliore. Nella scelta delle ipotesi di partenza la fantasia è senza dubbio molto utile.

Il rapporto tra tecnologia e scoperte è strettissimo, spesso questi due piani si alimentano l'un l'altro. Di che strumenti ha bisogno per verificare la sua ipotesi?Credo che l'interesse suscitato dal mio lavoro sia proprio dovuto al fatto che l'ipotesi potrà essere testata nel giro di pochi anni. In particolare, ho in mente due progetti: lo strumento GRAVITY per il Very Large Telescope Interferometer (VLTI) in Cile e il progetto Event Horizon Telescope (EHT) che consiste nell'uso di diversi telescopi sparsi in tutto il mondo.

Se le dessero la possibilità, domani, di recarsi a vedere da vicino Sagittarius A*, nonostante i rischi, lo farebbe?
Questi wormhole sono chiamati traversabili proprio perchè un osservatore potrebbe andare da una parte all'altra e poi tornare indietro, cosa impossibile nel caso di un buco nero. Se Sagittarius A* fosse effettivamente un wormhole, c'è la possibilità che io riesca a tornare indietro. Ma non saprei…il rischio è comunque troppo elevato!