FYI.

This story is over 5 years old.

Tecnologia

L’uomo che ha trovato un "elefante radioattivo" nel seminterrato di Chernobyl

30 anni dopo il disastro, il nucleo fuso del reattore continua a essere incredibilmente inquietante.

Foto: Biblioteca PNNL

Nel seminterrato dell'Unità 4 della centrale nucleare di Chernobyl c'è un "elefante". Lo hanno trovato gli operai che hanno dovuto pulire il reattore esploso il 26 aprile di 30 anni fa. La miscela tossica penetrata nel seminterrato dal nocciolo del reattore ha prodotto una massa gigantesca, formata dal combustibile radioattivo nucleare, da parti fuse del reattore e dai prodotti delle reazioni chimiche più disparate. Il risultato: un mostro a sette piedi nato dal cemento e dalla sabbia.

Pubblicità

La miscela è definita Corium, dall'unione di 'core' (nucleo, in inglese) con il suffisso -ium della gran parte dei componenti chimici del composto. Il 'piede di elefante' di Chernobyl si trova nella parte inferiore del reattore, nel corridoio di areazione, è il più grande esemplare di corium esistente ed è una delle sostanze più tossiche mai viste sulla faccia della terra.

Le immagini del "piede di elefante" sono state scattate solo 10 anni dopo la fusione del reattore, perché scattarle prima avrebbe comportato la morte immediata a causa delle radiazioni. Nel 1986, infatti, è stata misurata la radiazione della massa, equivalente a 10.000 Röntgen all'ora. In condizioni normali, una dose di raggi Röntgen sprigiona circa 2 miliardi di coppie di ioni per centimetro cubo di aria.

Foto: PNNL Library

Dopo appena due minuti trascorsi in prossimità del piede, le cellule umane collassano a tal punto da produrre emorragie. Dopo quattro minuti cominciano a manifestarsi diarrea, febbre e vomito, dopo 300 secondi di esposizione al soggetto restano 2 giorni di vita—Stare per 30 minuti nei pressi del "piede di elefante" equivale a sottoporsi a circa 500.000 radiografie. Nelle settimane successive al disastro, una delle più grandi sfide per le squadre di bonifica sovietiche era proprio quella di raggiungere le zone al di sotto del nocciolo dei reattori: la task force aveva tentato disperatamente di giungervi prima che la miscela tossica colasse nel terreno sottostante e raggiungesse le acque sotterranee.

Pubblicità

L'immagine di un uomo che si trova pericolosamente vicino al piede di elefante ha girato su internet dalla fine degli anni '90, ma solo nel 2013 un giornalista è riuscito a rintracciare la persona ritratta nella foto. Il reporter americano stava lavorando a un articolo sul piede di elefante quando è riuscito a scoprire la didascalia originale della foto. "Artur Korneev, vice direttore di Shelter Object, mentre osserva il flusso di lava del 'piede di Elefante', Chernobyl NPP. Fotografo: Sconosciuto, scatto del 1996," c'era scritto.

Si è poi scoperto che Korneev era una grafia alternativa per Korneyev. Artur Korneyev era stato coinvolto nei lavori per la costruzione del sarcofago, un guscio di calcestruzzo, piombo e acciaio installato per proteggere i dintorni dalle radiazioni emesse dal corium. Ha trascorso più tempo di chiunque altro nella zona contaminata ed è stato esposto a un livello incredibile di radiazioni.

Bild: US Department of Energy

Oggi soffre di cataratta e molti altri problemi di salute, e gli è proibito rientrare nella zona contaminata. Tuttavia, è vivo. "Siamo stati pionieri", ha detto il nativo kazako, ormai 65enne, al New York Times nel 2014. "Siamo sempre stati in prima linea."

L'immagine dello scatto è disturbata e granulosa proprio a causa delle radiazioni impresse nella pellicola. Tra l'altro, dato che il resto delle immagini erano state scattate personalmente da Korneyev, nulla si sa della persona che era con lui nel corridoio di areazione del vapore—È probabile che Korneyev abbia ottenuto l'immagine che lo ritrae con un autoscatto. Il disastro nucleare di Chernobyl di 30 anni fa ha rilasciato 400 volte più radioattività della bomba atomica di Hiroshima, e ha contaminato un'area di 142.000 metri quadrati.

Ora, 30 anni dopo il disastro, il vecchio sarcofago è ormai guasto e deve essere sostituito con quello nuovo. Korneyev è coinvolto nella progettazione del nuovo sarcofago, che dovrebbe essere sostituito al vecchio alla fine del 2017: una sorta di Arca, costituita da 32.000 tonnellate di lastre in teflon per proteggere il nostro ambiente da ulteriori radiazioni. Ma nonostante gli anni di lotta contro le conseguenze del disastro, l'umorismo di Korneyev non è andato perso: "Le radiazioni sovietiche sono le migliori del mondo." Lui è ormai noto per questo scherzo, che ripropone da oltre 20 anni.