“Il sesso non dovrebbe essere fonte di stress.” “Non c’è niente di meglio della masturbazione per fare sogni d’oro.” “La penetrazione è una gran cosa, ma alla maggior parte delle persone dotate di un clitoride non provoca l’orgasmo.” Queste sono alcune delle frasi che si possono leggere nel libro Club Godo, edito in Italia da Ippocampo Edizioni, e trasposizione editoriale dell’account Instagram @jouissance.club.
Autrice di entrambi è l’illustratrice francese Jüne Plã, 37 anni, che nella vita disegna personaggi dei videogame, e un paio di anni fa si è messa a postare sul profilo Instagram di cui sopra (e che oggi conta quasi 700mila follower) “un repertorio di tecniche e movimenti” per stimolare peni o vulve utilizzando mani, lingue e toy, con l’intento di demolire l’idea che questi siano “solo preliminari.” Col tempo il progetto si è evoluto, diventando sempre più inclusivo in termini di linguaggio, parti del corpo e trick.
“Pensavo che la tecnica illustrata a pagina 216 fosse una mia personale invenzione,” confesso a Plã all’inizio della nostra intervista. Lei ride, e risponde che a quanto pare quella delle ginocchiate di una certa intensità sull’ano per dare piacere è “anche” la tecnica di un suo amico. Poi inizia a raccontarmi del suo percorso.
Nota: le didascalie delle illustrazioni, alcune leggermente accorciate, sono tratte dal libro Club Godo. Per i suoi personaggi, Jüne usa “nomi divertenti” (come Trallallero, Trallallà e Oplalà) per “evitare il più possibile connotazioni di genere.”
VICE: Partiamo dalle basi: come ti è venuto in mente di creare queste illustrazioni, e quindi poi il libro?
Jüne Plã: Un paio di anni fa un mio partner lesse un articolo di VICE Francia su una particolare zona erogena della vagina, e la cosa interessò entrambi.
La maggior parte dei pezzi che ne parlavano però non aveva immagini, e dopo aver fatto qualche ricerca in più provai a fare un disegno per illustrare la cosa al mio ragazzo—perché potesse arrivarci con le mani, dato che col pene non ci riuscivamo. Ho trovato questa modalità congeniale, così sono andata avanti prima su Instagram, e poi con il libro.
La scoperta della tua sessualità, come capita a tanti, è avvenuta col tempo. Ma come si è sviluppata la ricerca delle varie tecniche illustrate, è tutta esperienza personale?
Ho attinto da più fonti. Innanzitutto all’età di 20 anni ho conosciuto un ragazzo per cui la penetrazione era solo una delle tante opzioni, e questo mi ha dato l’ispirazione per poter sperimentare sempre più. Poi mi sono messa a guardare sui siti porno i video “instructional.” Ovviamente c’era un sacco di roba inutile, ma alcuni spiegavano tecniche per fare cunnilingus e fellatio di tutto rispetto. Infine, hanno dato il loro contributo amici etero, gay e non.
Qualche suggerimento è arrivato anche da chi ti segue su Instagram, o no? Ti scrivono mai con delle tecniche?
Sì. Diciamo che c’è differenza tra commenti e DM. Nei commenti trovo ovviamente qualche troll, ma anche tantissima gente che ne tagga altra, e spesso si tratta di coppie—“Eh che ti dicevo, hai visto?”—e questo mi strappa sempre un sorriso. Ci ritrovo anche molti spunti che mi permettono di arricchire il discorso. Un post è spesso frutto dei suggerimenti arrivati dal mio pubblico nei commenti ai post precedenti.
In privato invece la questione va più in profondità: mi pongono domande, chiedono consigli, alle volte molto personali, e cerco di rispondere il più possibile, anche se ammetto che ormai è difficile starci dietro—il numero di follower inizia a essere impegnativo.
La maggior parte sono donne etero cisgender che solitamente si sentono in colpa e/o in difetto perché non riescono a raggiungere l’orgasmo con il partner. Ma ci sono anche ragazzi che mi chiedono come possono dare piacere alla propria compagna, come raggiungere il piacere prostatico. Il 32 percento del mio pubblico è maschile, che in rapporto alle percentuali di altri profili femministi è un dato relativamente alto.
A proposito di femminismo: dici che la tua idea di cosa sia è cambiata col tempo. Inoltre in francese, e anche nei testi tradotti in altre lingue, fai molta attenzione alla diversità. Quanto combaciano, per te, questi due aspetti?
Non possono in alcun modo essere distinti, separati: per me il femminismo è per definizione inclusivo. Deve distruggere l’idea che il linguaggio appartenga a qualcuno—alla dominazione del patriarcato, all’uomo bianco e cisgender ed etero—e trasmettere quanto il mondo sia plurale. Professarsi femminista non significa lottare per raggiungere il proprio privilegio, ma per i diritti di tutti. L’inclusività dovrebbe rientrare nel famoso pacchetto, se ne esiste uno, della persona femminista perfetta.
Quindi mi stai dicendo che non la pensi come J.K. Rowling?
Ovviamente no!
Quali sono i miti sul sesso che ti infastidiscono di più?
Vorrei fare più un augurio. Per le persone dotate di una vulva, che venga superata la narrazione—a cui accennavo prima— secondo cui si deve raggiungere per forza l’orgasmo con la penetrazione. Mentre per le persone pene-dotate, che possa diffondersi il verbo del piacere prostatico, e possano sperimentare orgasmi di intensità inaspettata in modi che snobbano ancora.
Qual è stata la parte più difficile dello scrivere il libro?
La parte più complicata è stata la prima, quella introduttiva che illustra le parti più anatomiche, e a cui la ricercatrice Odile Fillod ha contribuito in fase di revisione. Ma a dirla tutta, prima di iniziare il progetto @jouissance.club non sapevo granché: si può dire che non sono stata io a far crescere il profilo e scrivere il libro, ma la pluralità di voci, di follower e amici che hanno contribuito a realizzarne i contenuti.
Quindi hai imparato un sacco di cose che non sapevi.
La grande epifania è arrivata quando ho scoperto che pene e clitoride sono molto più simili di quanto credessi. Per esempio, si può dire che il dicklit—il soprannome che molte persone trans FtM (Female to Male) o FtX (Female to X) usano per indicare il loro clitoride diventato più grande in seguito all’assunzione di testosterone—sia un po’ un anello di congiunzione tra i due, per via della sua struttura, di reazioni e così via.
Quindi perché CLUB GODO? Il libro è molto inclusivo, il titolo però sembra di primo acchito “escludente,” dato che un club lo è per definizione. Mi verrebbe da dire che forse la tessera è gratis, ma devi essere tu a usufruirne.
Questa è una ottima questione, e vorrei metterla più così: diciamo che potrebbe essere escludente per le persone transfobiche e/o machiste. Ma non è un grosso problema escluderle.
Passiamo alla pratica: mi dici a caldo tre tecniche da usare su un partner con la vulva e tre per un partner col pene che ti verrebbe da consigliare a chi di solito va di penetrazione e basta? [Tutti i dettagli li trovate nelle didascalie].
Intanto per le persone con la vulva direi che l’utilizzo del doccino è un must.
Poi sperimenterei la tecnica “Pizzica Pizzica” sul glande del clitoride.
E infine la tecnica del “Capitan Uncino”.
Per quanto riguarda, invece, le tecniche da sperimentare su partner con pene, inizierei da “una nuova angolazione.”
Poi, continuerei utilizzando in maniera alternativa il ginocchio, così:
E infine, passerei alla stimolazione della prostata.
Grazie Jüne.
Grazie a te di far parte del mio club “escludente”.
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