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Tecnologia

Presto potrai pagare i tuoi amici di Facebook via Messenger

Facebook ha annunciato l'introduzione di un'opzione per l'invio di denaro attraverso Messenger. Perché è così importante?
​Immagine: Shutterstock

​La tecnologia e il progresso fanno passi da gigante ogni giorno di più permettendoci di godere di comfort sempre maggiori, ma per qualche strano motivo continuiamo ad avere un rapporto conflittuale con il denaro virtuale.

Andiamo in giro con portafogli pieni di contanti e carte di credito, buttiamo monete in titanici armadi vetrati che in cambio dei nostri soldi dovrebbero sputare snack e succhi di frutta, addirittura spesso e volentieri facciamo tramutare la nostra liquidità in cambiali per beni di consumo prima ancora di poterli consumare.

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Eppure l'idea che a gestire il flusso del nostro denaro sia un istituto di credito con probabili interessi alle Cayman e fondi blindati in mezzo mondo ci mette agitazione, quasi ansia da prestazione. Passo la carta. Digito il pin. Ci saranno ancora soldi? E se non funzionasse?

Vista la velocità con la quale ci adattiamo alle nuove tecnologie questo rigetto oscurantista è piuttosto anomalo. Poter sfruttare una singola carta per gestire il nostro denaro, conservato al sicuro nell'etere dei circuiti bancari con cronologia delle transazioni e sistemi di sicurezza integrati, è infinitamente più comodo.

Il problema è che queste tessere delle meraviglie, per quanto promettenti, si rivelano sempre un casino da gestire. Sono troppe, i numeri sono sempre diversi, il funzionamento dei sistemi varia di istituto in istituto e quando si viene posti davanti a un modulo per un pagamento con carta riuscire a gestire tutta questa mole di requisiti ci fa passare la voglia di effettuare qualunque tipo di acquisto.

Ma rilassiamoci, il nostro supereroe preferito ha captato i nostri problemi. Ieri Mark Zuckerberg ha annunciato al mondo che ​da qui a poco sarà possibile ricevere e effettuare pagamenti attraverso Messenger, l'applicazione dedicata alla chat di Facebook. Individua un amico a cui vuoi inviare dei soldi, inserisci la cifra desiderata e sfiora il tasto "paga" per far viaggiare il denaro nell'etere, facendogli fare tappa per pochi istanti nei server di Facebook e farlo infine recapitare nel conto del destinatario.

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Funziona così: colleghi la tua carta di credito a Facebook, inserisci un pin—sì, un altro, ma se ti senti particolarmente audace puoi disattivare il controllo di sicurezza via pin in un secondo momento—e infine spicchi il volo nel mondo del denaro virtuale. Se il pin non ti piace e hai un iPhone 6 puoi sostituire i numeri con la tua impronta digitale, grazie alla ​tecnologia Touch ID di Apple.

Le premesse sono poco sicure perché chiunque, se munito del vostro smartphone, potrebbe avere potenziale accesso alle vostre finanze? Il rischio è che, ​come nel caso di Snapcash, si autorizzi il commercio di materiale osè e pornografico su Facebook? I pagamenti via Messenger potrebbero essere visti come potenziale concorrenza a servizi come Paypal, visto e considerato oltretutto che giusto l'estate scorsa ​Facebook ha assunto David Marcus, presidente di Paypal, per gestire tutte le sue applicazioni di messaggistica? Non ci interessa granché, visto che l'unico grande obiettivo finale è quello di far in modo che le persone si fidino del denaro virtuale.

"In Italia si continuano a fare meno di mille operazioni l'anno mentre in Germania si sfiorano le 5 mila. Il problema non si risolve se non si incentiva l'utilizzo delle carte di credito."

Con il progressivo aumento della ​diffusione dell'e-commerce in Italia e la necessità di arginare evasioni fiscali di vario tipo, un lento ma costante passaggio al pagamento dei beni attraverso carta di credito potrebbe risultare, oltre che più pratico, anche benefico per l'impianto economico tutto.

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In un articolo di Paolo Baroni su La Stampa riguardo l'obbligo di installazione di POS (point of sale, i lettori di carte di credito e bancomat) per le piccole-medie imprese in Italia, Cesare Fumagalli, segretario generale di Confartigianato, parla anche dei numeri del denaro virtuale in Italia, "Il rischio è che sia un costo inutile [quello dell'installazione del POS] se poi un terminale in Italia continua a fare meno di mille operazioni l'anno mentre in Germania sfiora le 5 mila. Il problema non si risolve se non si incentiva l'utilizzo delle carte di credito."

Ciò che resta da chiedersi è perché dovrebbe essere proprio Facebook il protagonista di una virata così netta, e non coloro che lo hanno anticipato, come lo stesso Snapcash o Paypal. La realtà, solo parzialmente vera nel caso di Snapchat, è che Facebook è usatissimo, e nessuno se ne vuole davvero liberare.

Dopo aver separato la componente di messaggistica da quella del newsfeed, Facebook ha saturato il mercato di settore per quanto riguarda gli smartphone: ciò significa che chiunque ne possegga uno è automaticamente abilitato a sfruttare la piattaforma di pagamento, senza bisogno di ulteriori registrazioni o download di app. Accentrare la funzione all'interno di un'applicazione già utilizzata moltissimo, inoltre, non può fare altro che abituare meglio l'utente all'esistenza di questa possibilità di pagamento.

Per Facebook il colpo è doppio, se non triplo: oltre che offrire un servizio oggettivamente conveniente, vista l'assenza di costi di transazione, non solo dà una buona ragione agli utenti per fornire a Zuckerberg anche i dati delle loro carte di credito, ma incoraggia imprese di qualunque tipo a sfruttare il social network, si sa mai che un domani l'invio di denaro possa avvenire anche da utente a pagina verificata.

Il futuro noi lo vediamo così: senza portafoglio, ma con uno smartphone in tasca. E poco importa che sia proprio l'orco Facebook, in questo caso, a cogliere la palla al balzo: ciò che conta è che nonostante i suoi precedenti, il colosso di Zuckerberg ha tutte le carte in regola per far ricredere chi ancora non riesce a fidarsi dei contanti che non può vedere e che viaggiano solamente attraverso l'etere.