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QFWFQ!

Anche tu sei uno scienziato

Proprio come Alfred e i vincitori del premio Nobel. Solo che ancora non lo sapevi.

"Qfwfq!" è la rubrica scientifica di VICE. Pronunciatelo ad alta voce: QFWFQ! Mi sembra un nome adatto non solo per questa ragione, ma anche perché qui si parla di roba che in formule si scrive facile, ma che a capirla non c'è verso.

Ed ecco il momento dell'anno in cui da Stoccolma se la cantano con un premio molto importante, avvolto al solito da nubi di gossip. Ammettiamolo sinceramente, chi non vorrebbe vincere un Nobel? Fosse anche quel telegattone per la pace nel mondo, o la pacca sulla spalla (comunque milionaria) come scrittore di cui nessuno ha mai sentito parlare, o che nessuno leggerà più tra due mesi. Neanche la scienza, ahinoi, è scevra da controversie. Il fatto poi che il grande filantropo Alfred sia l'inventore della dinamite e producesse cannoni, non disturba nessuno. Lavarsi la coscienza è un talento che pochi, nello scorrere dei secoli, hanno portato a un simile grado di sublimazione.

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Mentre tutti battibeccano su chi sia il migliore, chi meritasse di vincere, o quali implicazioni politiche nasconda ogni scelta, per Qfwfq! vorrei concentrarmi su chi, lontano dalla celebrità, fa solo il proprio sporco lavoro… accende il bunsen, prepara il vetrino, compila un fortran, tempera la matita e via dicendo. Insomma, voi e io, nessuno escluso! Ognuno di noi ha un punto di vista sullʼuniverso e chi lo abita, ognuno di noi fa modelli, consapevole o meno, e fonda da capo la scienza che li interpreta. Davvero importa che siano verificabili e riproducibili? Lʼassurdità dei Nobel sia da esempio. Prendete quel che segue come una rozza mappa del tesoro, con cui orientarsi per rispondere a: ma tu, che scienziato sei?

Eterno Fanciullo Stronzo
È il più classico. Studioso il cui sviluppo intellettivo è balzato oltre la media, al costo di lasciare tutto il resto sotto. Introverso e schivo, lunatico e prepotente, non raggiunge gli albori emotivi della pre-adolescenza. Mentre per strada cammina a testa bassa e non saluta nessuno—assorto in un mantra di formule—nel suo habitat è invece più performativo di un capitano coraggioso. Se gli chiedi delucidazioni sulla carriera scientifica comincia un peana infinito, interrotto solo dalla telefonata della madre che vuole sapere con che lenzuola rifargli il letto. Segue litigio.

Ciappinaro
Il suo garage, gli scaffali di casa e il sotto del materasso sono pieni di cianfrusaglie, aggeggi, pezzi di ricambio. È il volto gioviale e praticone del più teorico Eterno Fanciullo Stronzo. Il ciappinaro ha il cervello pieno di trovate, molte più di quante riesca a realizzare. Assembla, rigira, incastra, ma difficilmente conclude. Dà il meglio quando sʼimbarca in imprese impossibili: il millesettecentoseiesimo prototipo in cui è rimasto strangolato il suo cane non è ancora una macchina del tempo. Solo le comparsate di Q in 007 riescono a confortarlo.

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Metal Militia
Le università ne sono piene. Gente ben vestita che ti racconta delle sue lezioni di growling o gente mal vestita che ti spiega le funzioni di Bourget-Giuliani. Studiano Thomas Kuhn con in cuffia i Deicide. Cʼè unʼunica destinazione a cui vi condurranno metal e scienza a braccetto: un dungeon pieno di troll e orsi-gufo.

Dottor Insigne, Signor Pompatutte
Rispettabilissimo, gira il mondo per conferenze, vanta decine di pubblicazioni, di buona famiglia e con unʼottima moglie. Appena rientra in albergo chiama non una ma due escort, chiede loro il numero dello spacciatore locale, da cui si fa consigliare una discoteca promettente, poi nellʼordine inverso mette la spunta su tutto. La mattina dopo si presenta con testa esplosa in aula, convince il pubblico a suon di supercazzole e la fa franca. Disponibile anche nella versione (più rara) al femminile. Non tutti ce la fanno.

In vino vinitas
Cacciato da ogni ambiente accademico e privato, lo vedi ai bar di zona mentre parla di cose che ai suoi compagni di sbronza gli sembra Einstein. Il mondo scientifico borghese e bigotto non ha mai capito la sua esegesi della rivoluzione bolscevica in chiave copernicana. A mesi alterni sale sul tavolo ed esprime tutto dʼun fiato un ragionamento estremamente bello e profondo, ma fuori regalavano mignon di Baileys e i suoi amici avevano sete.

Enfant prodigy
Tutta la pletora di scienziati folli condannati dalla loro stessa intelligenza. La maggior parte muore o si esaurisce prima di aver realizzato la Grande Scoperta. Sfruttati senza sindacato dalla narrativa di ogni genere, è gente di talento la cui frustrazione ha divorato lʼipotalamo, e portano il peso del mondo sulle spalle anche quando il mondo è a divertirsi a Mikonos. Nella versione a lieto fine mettono su famiglia e diventano umili servi di Santa Madre Scienza.

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Chiuso per scesa
Sguardo vacuo, taciturno, oppure euforico sempre, sempre. Ha sezionato e disossato talmente tanti animali da non capire più la differenza tra un vaso sanguigno e un vaso di begonie. Ma un fulmine lʼha colpito sulla via del laboratorio, e da quel giorno… ma non è che questa storia dellʼALF lʼabbia poi digerita tanto. Tiene pronta nel taschino una lista di giustificazioni etiche per i passati errori, e chiedergli di argomentare è come pretendere che un amico ti spieghi perché è vegetariano.

Non lo so ma te lo dico
I giornalisti, o comunicatori scientifici, quasi tutti, non abbastanza tosti per fare gli scienziati (analogamente ai critici letterari, gli sceneggiatori, i roadie o le fluffer). Nel peggiore dei casi, non sanno neanche raccontare quel che non sanno, ma si permettono lo stesso di giudicare. Guardano Piero Angela con un misto di ammirazione e “va beʼ ma ormai è decrepito,” e non hanno alcuna pietà per il figlio Alberto, di cui segretamente invidiano i natali.

Lʼelenco sarebbe lungo, ma avete capito. Per una migliore modellizzazione, ecco alcune categorie trasversali: seguire le orme paterne, dimostrare di non essere meritevoli solo di nonnismo e merendine rubate, incapacità ad affrontare la realtà, paura del caos e del pensiero magico, idiozia. Vogliateci bene lo stesso. Più spesso che non, lʼintelligenza è una pura forma di difesa. Se ci fossero fiumi di latte e odalische a iosa, o fiumi di pepsi e maschi a non finire, o arcobaleni e minipony, fate voi la coppia, pensate esisterebbero individui che prelevano campioncini di latte (pepsi, arcobaleni, oro fuso) alle sponde del fiume per farne lʼanalisi organolettica?

Allʼassistente deluso che lo criticava per la sua abiura, smargiassando “Disgraziato il paese che non ha eroi!”, Galileo replicò calmo “Felice il paese che non ha bisogno di eroi.” Questo almeno sostiene Brecht. Io che vengo dal quartiere Massarenti dico solo: evviva gli scienziati, abbasso il Nobel. Cʼè anche una storia bellissimadi Vonnegut che deride il Nobel, ma non cʼè più spazio e ho già citato Vonnegut la settimana scorsa. Vonnegut, tre volte suona meglio.

Settimana scorsa: Tutti insieme microchimericamente