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Tecnologia

Secondo Salvini dobbiamo tassare i robot

La Lega teme che i robot ruberanno il lavoro a tre milioni di italiani.
Immagine: Shutterstock. Composizione: Federico Nejrotti

Il segretario della Lega Matteo Salvini dice un sacco di cose ogni giorno, ma quando parla di argomenti che rientrano negli interessi di Motherboard, dobbiamo per forza capire che cosa ha in testa. In questo caso, il pretesto è la sua ospitata a 24 Mattino su Radio 24, in cui alla domanda del conduttore Luca Telese "Pensa alla tassa sui robot?," Salvini ha risposto: "Assolutamente sì."

"Sono per uno sviluppo organizzato, coordinato, armonico. Sono per il futuro ma non con un governo che assiste. Stiamo parlando di robotizzazione, e va benissimo: io non voglio mica fermare la meccanizzazione. Però se ci sono, secondo le stime, tre milioni di posti di lavoro a rischio, la vogliamo governare? La vogliamo organizzare?" ha introdotto l'argomento Salvini, per poi proseguire, "Il robot deve essere un aiuto allo sforzo umano, non deve essere meramente la sostituzione dell'essere umano. Altrimenti tra trent'anni in Italia manteniamo ristoranti, le radio e poco altro."

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Salvini ha spiegato che è assolutamente a favore della ricerca e degli investimenti nella ricerca, anzi, che a lui va "benissimo," poi ha lodato il fatto che l'Italia sia all'avanguardia nei brevetti, citando un brevetto di Amazon che arriva da Perugia e "non dalla Cina e dagli Stati Uniti." Per lui, "In Italia ci sono geni e ingegni incredibili, ma il futuro va accompagnato," perché "la globalizzazione lasciata libera diventa anarchia."

La visione che sembra trasparire dalle parole di Salvini è quella di robot come semplice strumento di supporto del lavoro umano: il lavoro come lo intendiamo oggi, secondo il politico, va preservato, senza pensare piuttosto a come reinventarlo attraverso l'automazione. Insomma, andremo sempre in fabbrica, magari faticando un po' di meno, ma scordiamoci un futuro à la fully automated luxury communism.

Tuttavia l'idea di tassare i robot non è nuova ed è già stata avanzata da esperti più competenti: ad esempio, la commissione giuridica del Parlamento europeo ha approvato a gennaio 2017 il report sulla robotica della deputata Mady Delvaux per fornire uno statuto giuridico ai robot. All'interno del testo, si discuteva proprio la necessità di introdurre obblighi aziendali di comunicazione su dimensioni e proporzioni del contributo della robotica e dell’intelligenza artificiale ai guadagni economici di un'azienda , col fine ultimo di imporre tassazioni e contributi previdenziali.

In occasione dell'approvazione del report, la deputata si era detta delusa dal fatto che la coalizione di destra di ALDE, PPE e ECR si fosse "rifiutata di prendere in considerazione le possibili conseguenze negative [dell'automazione] sul mercato del lavoro. Lo sviluppo della robotica potrebbe comportare cambiamenti sociali di grande entità, compresa la creazione e la perdita di posti di lavoro in determinati settori," aveva spiegato Delvaux in un comunicato. Forse la destra italiana ha una visione differente sul tema?

Nell'intervista, Salvini ha spiegato che una parte dei guadagni derivati dalla sperimentazione e dall'innovazione vanno reinvestiti. Secondo il suo ragionamento, l'adozione della flat tax permetterebbe di ridurre le tasse su famiglie e imprese. Queste ultime dovrebbero utilizzare i soldi risparmiati in formazione, tutela e stipendi dei lavoratori. Quando il conduttore ha fatto notare a Salvini che la tassa sui robot non c'è nel programma comune, Salvini ha replicato che il programma comune non comprende tutto, ma riguarda indicazioni sui valori comuni della coalizione concludendo con "poi Salvini è Salvini e Berlusconi è Berlusconi." Attendiamo allora una proposta ufficiale ripensando a tutti i retwittatori umani a cui la botnet di Salvini ha rubato il lavoro.

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