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Tecnologia

I robot vi ruberanno il lavoro, ma solo se siete poveri

Secondo un recente studio, i lavoratori con una retribuzione inferiore a 30.000£ all'anno hanno più probabilità di essere sostituiti con dei robot, rispetto a quelli che guadagnano più di 100.000£.

L'anno scorso uno studio ampiamente dibattuto sosteneva che il 47 percento dei lavori negli Stati Uniti rischiavano di essere eseguiti dai robot. Recentemente gli autori dello studio, Carl Frey e Micheal Osborne dell'Università di Oxford, hanno pubblicato i risultati di una ricerca simile in Gran Bretagna con un team di Deloitte—e pare che la robo-rivoluzione sarà più lenta in questa parte del Vecchio Continente. Ma tuttavia sarà significativa: le ultime stime suggeriscono che il 35 percento dei lavori nel Regno Unito sono "ad alto rischio di diventare superflui nei prossimi 10 o 20 anni."

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Ma come negli Stati Uniti, l'automazione non colpirà tutti nello stesso modo. La possibilità di essere rimpiazzati da un robot dipende dal posto in cui lavorate, l'ambito e quanto guadagnate (elementi ovviamente connessi.) Un ingegnere che lavora a Londra con un reddito a sei cifre probabilmente non ha niente di cui preoccuparsi, mentre un agente immobiliare con un reddito medio probabilmente dovrà iniziare a farlo.

Frey e Osborne hanno stimato che la probabilità che i lavori pagati meno di 30.000 sterline (38.000 euro circa) vengano sostituiti dai robot è cinque volte più alta rispetto a quella per i lavori pagati oltre 100.000 sterline (125.000 euro circa).

Per giungere a questi risultati, i ricercatori hanno analizzato il modo in cui l'automazione cambierà il mondo del lavoro: hanno evidenziato che i lavori nell'ambito del sostegno amministrativo, del trasporto, di vendite e servizi, di costruzione e manifatturiero saranno quelli più a rischio.

Mentre lavori in settori come i servizi finanziari, senior management, ingegneria, legge, scienza, educazione, arte e media (evviva) sono esposti a un rischio minore di robotizzazione. Questo fenomeno fa eco alle conclusioni delle analisi condotte negli Stati Uniti e fondamentalmente parla dello stato dell'arte dei sistemi automatizzati: molto utili per i lavori ripetitivi ma non ancora abbastanza esperti nel campo del pensiero creativo.

Questo potrebbe anche spiegare in un certo senso la discrepanza tra le cifre riscontrate dai ricercatori di USA e UK: secondo il sito di Nesta, nel Regno Unito ci sono più persone che lavorano in ambiti considerati "creativi".

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I ricercatori hanno affermato che il 21 percento dei lavori negli Stati Uniti ha un'alta probabilità di essere "creativo," un numero che arriva al 24 percento in Gran Bretagna. Scrivono che "Paesi che si sono specializzati in lavori creativi avranno più probabilità di successo nel Ventunesimo secolo."

Lavori ad alto e basso rischio di automazione a Londra vs nel resto del Regno Unito. Immagine: Deloitte

Frey e Osborne parlano di altri interessanti trend. Innanzitutto sostengono che i lavori a Londra saranno meno soggetti all'automazione. Mentre il 35 percento dei lavori in tutto il Paese saranno "esposti a grandi rischi." E mentre il 40 percento di tutti i lavori nel Regno Unito sono considerati a "rischio di automazione basso o nullo", nella capitale il 51 percento dei lavori sono considerati al sicuro.

Il report afferma che "il motivo per cui il numero di lavori a rischio a Londra è piuttosto basso è che una grande porzione della forza lavoro ha già ruoli di alto profilo, che non sono facilmente rimpiazzabili dalla tecnologia."

E qui si trova il contributo di Deloitte, che ha condotto un'indagine in 100 attività londinesi e ha scoperto che il 73 percento di esse pianificava di assumere più lavoratori (umani) nei successivi 5 anni. Il fatto è che i lavori che hanno più probabilità di essere automatizzati vengono delocalizzati dalla città, dove rimangono dominanti i lavori dove è necessaria la presenza umana.

Ma anche a Londra, città che superficialmente sembra più preparata ad affrontare la forza lavoro robot, il fenomeno non sarà distribuito nello stesso modo; i ricchi, come sempre, saranno quelli che guadagneranno di più dalla rivoluzione robot. Infatti l'impatto ineguale dell'automazione è più evidente nella capitale.

Il report conclude che "le città che manterranno la propria abilità di proporre ai lavoratori nuove opportunità lavorative risultate da cambiamenti tecnologici saranno quelle più resilienti": ma è poco probabile che i lavoratori che sono in una posizione di assumere questi ruoli, prettamente umani e più pagati, saranno gli stessi impiegati sottopagati che avranno perso il proprio lavoro a causa dell'automazione.