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Tecnologia

Harvard se l'è presa con un noto cardiologo italiano

Piero Anversa sostiene che il cuore può rigenerarsi grazie alle cellule staminali, peccato che i dati dei suoi studi siano falsi.
Piero Anversa cardiologo Harvard
Screenshot da YouTube.

L’Università di Harvard ha chiesto di ritirare dai journal a tema medicina 31 ricerche scientifiche firmate da Piero Anversa. Il cardiologo italiano è noto per aver condotto studi in cui utilizzava le cellule staminali per rigenerare il tessuto cardiaco. Gli studi del ricercatore avevano attirato l'attenzione della comunità scientifica internazionale per i contenuti inusuali e perché altri ricercatori non sono riusciti a replicarne i risultati. Nonostante la mancanza di conferme ai risultati di Anversa, le sue teorie hanno portato alla nascita di start-up per effettuare autotrapianti di staminali — una di queste fondata dallo stesso ricercatore.

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Questo ha portato dal 2013 l’Università di Harvard a condurre una serie di indagini su Anversa che si sono concluse in questi giorni. Secondo la Medical School di Harvard e il Brigham and Women’s Hospital di Boston, Anversa avrebbe falsificato e inventato una serie di dati delle sue ricerche. La notizia è stata riportata dal New York Times e ripresa in Italia da Il Post.

Piero Anversa è nato a Parma nel 1938 e lavora negli Stati Uniti dalla fine degli anni Settanta. Nel 2001, ha pubblicato su Nature uno studio in cui sosteneva che il muscolo cardiaco può essere rigenerato attraverso un sistema da lui sviluppato, permettendo così di curare le persone affette da problemi cardiaci — come i reduci da infarti.

Il sistema sviluppato dal ricercatore consentirebbe di prelevare cellule staminali (quindi, non ancora specializzate) dal midollo osseo di un paziente, per trapiantarle nel cuore. Secondo Anversa, le cellule staminali — che in alcuni casi possiedono la capacità di trasformarsi nei tessuti che le ospitano — una volta trapiantate, si sarebbero trasformate in cellule del muscolo cardiaco, riparandone i danni. In seguito, Anversa ha sostenuto che il cuore possiede un proprio insieme di cellule staminali, che possono essere prelevate, moltiplicate in laboratorio e iniettate nel cuore per ripararne le parti danneggiate.

Negli anni sono stati portati avanti diversi studi per replicare i risultati di Anversa. Due di questi sono stati pubblicati nel 2004, uno studio condotto presso l'Howard Hughes Medical Institute di Cincinnati (Ohio) pubblicato su Nature, riportava che le staminali non si modificavano dopo il trapianto e un’altra ricerca realizzata presso la University of Washington (Seattle) ha sostenuto che non è possibile replicare i risultati di Anversa.

Un'altra ricerca pubblicata su Nature nel 2014 e condotta presso l’Howard Hughes Medical Institute di Cincinnati ha sviluppato un sistema per tracciare le staminali e riconoscerle quando si trasformano in cellule specializzate. Anche questo studio dichiara l'assenza di elementi per sostenere che le staminali si possano trasformare in cellule specializzate che rimedino ai danni cardiaci.

Il comunicato di Harvard non è la prima occasione in cui Anversa ha avuto problemi. Nel 2014, un suo studio pubblicato su Circulation è stato ritirato. Il motivo era che i coautori avevano notato la presenza di dati che non erano stati ottenuti attraverso i loro esperimenti. Anversa ha lasciato Harvard, dopo aver perso una causa in cui accusava l’istituzione di avergli rovinato la reputazione. Nel 2017, invece, il Brigham and Women’s Hospital ha patteggiato una multa da 10 milioni di dollari per l’accusa di avere ottenuto finanziamenti pubblici grazie ai dati manipolati di Anversa.

Se negli Stati Uniti il problema è l'esistenza di diverse aziende che vendono il metodo che usa le staminali per rigenerare il cuore, in Italia, invece, con la “Delibera n. 5” del gennaio 2018, l’Istituto Superiore di Sanità ha conferito ad Anversa un incarico per la “ricerca del ruolo delle cellule staminali nelle terapie del diabete”. Anche se non è stata ancora presa nessuna decisione finale riguardo l'incarico, la richiesta partita da Harvard potrebbe avere conseguenze anche nel nostro paese.

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