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Tecnologia

Niente panico: oggi alla Sapienza di Roma c'è una conferenza di negazionisti climatici!

Mentre il resto del mondo cerca una soluzione al problema più grave per la sopravvivenza dell'umanità su questo pianeta, c'è ancora chi ha voglia di perdere tempo.
Giulia Trincardi
Milan, IT
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Immagine: Entrata dell'Università Sapienza di Roma, via Wikimedia Commons. Dettaglio del meme This is Fine, via Know Your Meme. Composizione: Motherboard  

Alle 15:30 di oggi 13 novembre 2018, si terrà all'Università Sapienza di Roma una conferenza dal titolo "CLIMA, BASTA CATASTROFISMI. RIFLESSIONI SCIENTIFICHE SUL PASSATO E SUL FUTURO," tenuta da Franco Battaglia, Umberto Crescenti, Mario Giaccio, Luigi Mariani e Nicola Scafetta, secondo cui "da tempo l'opinione pubblica è subissata da notizie catastrofiche sul futuro del nostro pianeta," mentre "la comunità scientifica è divisa tra chi attribuisce tale aumento a cause prevalentemente naturali e chi invece ritiene che l'aumento sia causato principalmente dalle attività antropiche," si legge sul comunicato dell'università.

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Ora, mettiamo subito una cosa in chiaro: la comunità scientifica NON è divisa sull'argomento. Neanche un po'. I negazionisti climatici — cioè i pochi scienziati che trascurano le conseguenze dell'attività umana sul pianeta — continuano a pubblicare sulle riviste scientifiche (ma, ehi, sappiamo che l'editoria accademica è un disastro), e continuano, evidentemente, a essere invitati dalle università e dalle televisioni a parlare, ma non rappresentano in alcun modo quella "maggioranza" scettica menzionata nel comunicato.

Il resto (grosso) della comunità scientifica è largamente d'accordo sul fatto che, nel giro di un secolo e mezzo, la razza umana ha portato al collasso l'unico pianeta su cui è certa di poter vivere e che, se non prendiamo contromisure rapidamente, la Terra continuerà in qualche modo ad andare avanti, noi decisamente meno.

Abbiamo fatto fuori il 60 percento degli animali negli ultimi 50 anni scarsi e immettiamo anidride carbonica nell'aria a un ritmo (32 miliardi di tonnellate solo l'anno scorso) tale, che — secondo una schiera di scienziati incaricati dall'ONU di svolgere lo studio più approfondito mai fatto sull'impatto umano sull'ambiente — ci porterà entro 12 anni a superare la famosa soglia di aumento delle temperature globali dei 2°C. Entro quella soglia, tanto per intenderci, i fenomeni legati al clima (come alluvioni, siccità, incendi, scioglimento dei ghiacci) sono gestibili "senza conseguenze catastrofiche," aveva spiegato a Motherboard un anno fa Silvio Gualdi, geofisico del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici. Superata quella soglia, quegli stessi fenomeni non si sviluppano più in modo lineare ma imprevedibile — e si torna a vivere come nel Triassico nel giro di un paio di secoli.

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Il catastrofismo di cui i relatori dell'imminente conferenza all'Università Sapienza si lamentano, dunque, non è solo una questione di titoli altisonanti, ma di vera e propria definizione del problema. Se non troviamo una soluzione in fretta, le conseguenze saranno difficili da prevedere, dunque catastrofiche. Oltre al fatto che provocheranno — voglio sottolinearlo per i più materiali tra noi — un costo economico disumano, come le recenti tragedie ambientali proprio sul suolo italiano stanno tristemente dimostrando.

Il fatto che un'istituzione come la Sapienza di Roma inviti, accetti o sostenga (considerato che l'evento prevede anche un intervento del rettore in persona) una conferenza che si pone essenzialmente come tripudio del negazionismo climatico è grave, perché legittima un pensiero che non è "controcorrente" — non c'è niente di underground e radicale in un campo di ricerca accademico largamente finanziato dalle grandi industrie dei combustibili fossili —, ma pura e semplice disinformazione scientifica.

Vogliamo parlare in modo positivo o propositivo del futuro del pianeta? Siamo i primi a dire che un pensiero davvero radicale, in questo senso, sia assolutamente necessario. Ma negare la gravità della situazione a priori è come chiudersi in una stanza in fiamme e ripetere ostinatamente "Va tutto bene."

Sì, il cambiamento climatico è reale. Sì, l'attività umana, dalla rivoluzione industriale in poi, ha avuto un impatto enorme — e questo lo sappiamo perché, per quanto il pianeta abbia sempre attraversato cambiamenti, nessuno è mai stato rapido e mostruoso come quello attuale.

Ancora una volta, nessuno scienziato pensa che l'uomo distruggerà letteralmente il pianeta. Il punto è che stiamo distruggendo la nostra possibilità di viverci sopra. Speriamo che i relatori della conferenza di Roma di oggi riescano a capirlo in tempi utili.