Costigliole d’Asti è un paese con una fortissima connotazione gastronomica. Fu patria di Guido e Lidia Alciati che nel 1960 aprirono il ristorante Guido, con concetti rivoluzionari e incredibilmente attuali come il menu fisso e la prenotazione obbligatoria, tutto per non compromettere la qualità dei prodotti serviti. Parliamo di un’epoca in cui la strada che collegava Costigliole ad Asti non era ancora asfaltata. Oggi il ristorante Guido esiste ancora nella meravigliosa sede del Relais San Maurizio a Santo Stefano Belbo ed è capitanato dal più giovane dei fratelli Alciati, Andrea, assieme a Monica Magni e chef Luca Zecchin. Ma i posti dove mangiare bene a Costigliole non mancano.
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Tra tutti il mio preferito è il Bar Roma della famiglia Risso che propone una cucina di territorio, un carrello dei formaggi che non teme alcun confronto e una gran selezione di vini: oltre alle bottiglie più giovani e rigorosamente costigliolesi esposte sugli scaffali, chiedendo gentilmente si può accedere alla cantina sotterranea che è piena di sorprese e grandi scommesse! Ci sono delle bottiglie divertentissime come vecchie barbere e dolcetti di Gaja a prezzi molto più che ragionevoli o le ultime bottiglie del Professor Aldo Bertelli di Costigliole d’Asti, produttore, pioniere e sognatore.Ma a Costigliole nulla avrebbe senso se non ci fossero le vigne - e per fortuna ce ne sono parecchie. Le più belle - quelle meglio esposte, quelle più scoscese - sono tutte piantate a Barbera: femmina, di colore, di acidità. Che sia vivace, di struttura o di pronta beva, qui si produce Barbera. È evidente che i paesi famosi per la produzione di questo vino siano parecchi, alcuni anche più conosciuti, ma il vantaggio di Costigliole d’Asti è nella tenacia e nella visione dei suoi produttori che interpretano questo vitigno nelle maniere più differenti e innovative. Non sono molti i casi di vitigni tanto versatili da poterci ottenere vini buoni dall’aperitivo al dolce: qui si trovano tutti.
Quando giudico un vino, in quanto sommelier e gestore di ristoranti a Copenaghen, sono sempre attento ai racconti che si racchiudono in una bottiglia, e da sempre mi affascinano i produttori attenti all’ambiente, appassionati al proprio lavoro che amano il confronto e le sfide, e ciò che mi porta a scrivere questo articolo è la piccola rivoluzione artigianale che alcuni caparbi viticoltori di questa zona stanno mettendo in atto.
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Ezio Trinchero
Marco Minnucci
A Costigliole d’Asti invece, a rappresentare la generazione visionaria e ambiziosa dei giovani produttori c’é Marco Minnucci di Cascina San Michele. Lui è il bello del vino, e i doppi sensi sono voluti! Marco non è originario di Costigliole, ma ne è diventato un leader grazie a carisma e a simpatia. Nonostante abbia varietà come Dolcetto, Cortese, Nebbiolo e Brachetto, coltiva un genuino amore per la Barbera che presenta in tre versioni differenti: Primevì, ottenuta dalle vigne più giovani, vinificata in acciaio, di facile comprensione e grande facilità di beva, e due singoli cru, il Briccone, da sempre la sua Barbera Superiore, e San Michele. Marco è la giunzione tra il mondo del vino artigianale, genuino in vigna e mai invadente in cantina, e la pulizia ed eleganza nel bicchiere. Nonostante sia pieno di vita a gli piaccia far festa, in cantina è estremamente preciso, e i suoi vini lo dimostrano.
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Andrea Scovero
Cascina Roera
Case Corini
Guido e Lorenco Corino
Oggi leggo di quante migliaia di bar e punti di ristoro si siano aperti in Italia nell’ultimo decennio. Mi stupisce però pensare che in un paese che ha così tanto da dire sul vino, e con così tanta qualità, non ci sia a Costigliole una vineria progressiva, giovane e fresca che comunichi e valuti il tesoro di queste colline.
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Purtroppo per trovare realtà di questo tipo, con sommelier carismatici e in grado di stupire e far divertire i clienti, bisogna spostarsi in Langa, dove si trovano esempi di grande successo, a Neive, per esempio, adoro l’Aromatario, dalla cucina semplice e deliziosa e dove in sala si trova il sommelier di Costigliole d’Asti appunto Vladimiro Bo, di cui si parla certamente troppo poco, e che considero tra i più bravi e avventurosi nella scena italiana.
Spero che a Costigliole d’Asti nascano nuovi osti, che nel suo borgo nasca una vineria e che ci siano sempre piuù bottiglie di vino artigianale da bere!Alessandro Perricone
Classe 1988, nato a New York da genitori Palermitani, Alessandro cresce tra Milano e il Piemonte. Si laurea in Scienze Enogastronomiche a Pollenzo e contemporaneamente agli studi si avvicina al mondo del vino e della ristorazione. Dopo il conseguimento della laurea colleziona esperienze di lavoro importanti sia in cantina, da Piero Busso a Neive, che in sala, al ristorante Guido da Costigliole al Relais San Maurizio. Nel 2013 arriva in Danimarca, a Copenhagen, per unirsi alla brigata di Chef Christian F. Puglisi e del suo ristorante Relæ, dove diventa presto Restaurant Manager e Head Sommelier.Oggi Alessandro è partner della Relæ Community che comprende i quattro ristoranti Relæ, Manfreds, Bæst e Mirabelle, la fattoria Farm of Ideas, il vermouth bar Rudo e l’importazione e distribuzione di vino Vinikultur.
Alessandro é inoltre un grande appassionato di musica e vinili, di motociclette e automobili, di Bud Spencer, del bere vino con gli amici, dello stare a tavola e nutre un grande e genuino amore per il Piemonte.
Quando eravamo piccoli io e i miei fratelli passavamo i fine settimana e le estati a Costigliole d’Asti, nel Monferrato, con i nostri genitori. A sei anni mi sono innamorato di quel paesaggio, e la vista di quelle colline, pettinate dalle vigne, mi ha sempre portato pace. Oggi il Piemonte è ancora dove mi sento più a casa, e Costigliole d’Asti è la tana dove mi rifugio dallo stress e dai pensieri della vita vera.Segui Alessandro su Instagram Segui MUNCHIES su Facebook e Instagram.
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Classe 1988, nato a New York da genitori Palermitani, Alessandro cresce tra Milano e il Piemonte. Si laurea in Scienze Enogastronomiche a Pollenzo e contemporaneamente agli studi si avvicina al mondo del vino e della ristorazione. Dopo il conseguimento della laurea colleziona esperienze di lavoro importanti sia in cantina, da Piero Busso a Neive, che in sala, al ristorante Guido da Costigliole al Relais San Maurizio. Nel 2013 arriva in Danimarca, a Copenhagen, per unirsi alla brigata di Chef Christian F. Puglisi e del suo ristorante Relæ, dove diventa presto Restaurant Manager e Head Sommelier.Oggi Alessandro è partner della Relæ Community che comprende i quattro ristoranti Relæ, Manfreds, Bæst e Mirabelle, la fattoria Farm of Ideas, il vermouth bar Rudo e l’importazione e distribuzione di vino Vinikultur.
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