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Abbiamo chiesto ad Aranzulla di rispondere alle vostre domande su futuro, tecnologia e Trump

Salvatore Aranzulla è il personaggio più Black Mirror che abbiamo in Italia, tanto che ha fatto pure uno spot per la serie. L'ho chiamato per parlare di futuro, tecnologia e di grandi cambiamenti.

Salvatore Aranzulla nel suo spot per

Black Mirror. Grab via Facebook

Qualche settimana fa è uscita la nuova stagione di Black Mirror, ma io non l'ho ancora vista perché ero troppo preso da quella serie tv distopica chiamata "realtà" il cui finale di stagione ha sconvolto un po' tutto il mondo nelle ultime 48 ore. Però ho visto uno degli spot pubblicitari fatti per promuovere la serie in Italia, il cui protagonista era Salvatore Aranzulla.

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Non credo che Aranzulla abbia bisogno di presentazioni. Oltre a essere la persona più famosa priva di una pagina di Wikipedia, è il numero uno della divulgazione informatica in Italia. Da anni, il suo sito è il primo risultato che esce fuori se si cerca su Google qualsiasi domanda sul tema, anche le più stupide, e grazie a questa presenza massiccia è riuscito a trasformare lo scrivere articoli tipo "Come spegnere l'iPhone" in un lavoro. E un lavoro particolarmente redditizio: stando a un'intervista dell'anno scorso, tramite il suo sito Aranzulla fattura un milione di euro all'anno.

Tornando allo spot, la gag sta nel fatto che nemmeno Aranzulla è in grado di rispondere alle domande sul futuro della tecnologia sollevate da Black Mirror. E non è una caso che sia stato scelto proprio lui. Proprio per questo motivo, in un momento storico in cui fantascienza dispotica e realtà si stanno avvicinando tanto che diventa sempre più difficile distinguerle, ho deciso di chiamarlo per fargli qualche domanda sul futuro che ci aspetta, su come cambierà la tecnologia e be', ovviamente, su Donald Trump.

VICE: Ciao Salvatore. Cominciamo da un argomento semplice: credi che grazie a transumanesimo e robe del genere un giorno riusciremo a vivere per sempre?
Salvatore Aranzulla: Non lo so. Credo comunque che il fatto che la vita abbia un inizio e una fine ci consenta di utilizzare al meglio il tempo che abbiamo a disposizione. A prescindere da questo, resta il fatto che l'aspettativa di vita delle persone continua ad aumentare, quindi… Non so se arriveremo a vivere per sempre ma sicuramente vivremo sempre più a lungo.

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Ti spaventa la sorveglianza di massa? Credi che arriverà il giorno in cui ogni nostro movimento sarà perfettamente tracciato e monitorato?
In realtà è già così. Siamo già controllati a ogni passo da una telecamera, diamo già una quantità vastissima di informazioni su di noi ai vari fornitori dei servizi di cui usufruiamo—anche in modo inconsapevole.

Un esempio banale: io ogni lunedì vado dal fisioterapista per la schiena e in agenda e sul calendario ho l'appuntamento. Col tempo, Google Calendar ha imparato il luogo in cui si trova il fisioterapista—perché ha visto che ogni settimana alla stessa ora creo un evento chiamato "fisioterapista" sul calendario e poi mi sposto da casa mia allo studio del fisioterapista. Ecco, la settimana scorsa mi è comparso un alert sull'iPhone che mi avvertiva di partire un po' dopo perché c'era poco traffico. In modo automatico e non previsto, io stesso me ne sono stupito.

Quindi questa più che una prospettiva futura è già la realtà in cui viviamo.

Credi che grazie allo sviluppo dell'automazione un giorno a lavorare saranno solo i robot e gli umani se la godranno?
Non lo so, so che di certo alcune forme di automazione sono inevitabili. Persino nel mio campo, quello editoriale, stiamo lavorando su script in grado di scrivere articoli in modo automatico. Per cui se può invadere un ambito creativo come quello editoriale, dove tra l'altro non è nemmeno così complicata da realizzare, credo che l'automazione possa interessare tutti i settori, anche quelli che non ci immagineremmo mai.

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Ecco, a proposito di macchine: arriverà il momento in cui andremo in giro sulle macchine volanti?
Guarda, a livello di tecnologia credo che ci siamo quasi. Però a prescindere da questo non credo che le macchine, volanti o meno, abbiano un grande futuro. Penso che ci sarà uno spostamento verso i trasporti pubblici, che diventeranno sempre più efficienti ed economici e quindi, grazie anche a politiche per favorirli, saranno la scelta migliore. Sono appena stato a Singapore e lì è già così per certi aspetti. Più che il possesso di un'auto di qualunque tipo, la tendenza sarà rendere sempre più convenienti altre forme di trasporto.

Invece i viaggi nel tempo diventeranno mai realtà?
Non credo. Non so se sia fisicamente possibile, non credo che lo sia.

Tornando al tuo settore: come cambierà internet e la tecnologia nel prossimo secolo? I social network come Facebook ci saranno ancora o verranno sostituiti da qualcos'altro?
Per quanto riguarda la tecnologia è abbastanza difficile fare delle previsioni, perché cambia tutto troppo velocemente. Servizi che ora sembrano potentissimi tra qualche anno possono non esserlo più o sparire del tutto. Un esempio banale è MSN Messenger: qualche anno fa era così diffuso che gli articoli al riguardo erano l'80 percento del traffico sul mio sito, mentre adesso non esiste più.

Quindi non posso fare una previsione su questo. Tutto quello che si può fare è monitorare i trend e accorgersi di quello che sta succedendo sul momento.

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La realtà virtuale si diffonderà mai? Che impatto avrà sulle nostre vite?
Allora, quello della realtà virtuale è un ambito interessante. Secondo me siamo a buon punto: non è ancora qualcosa all'ordine del giorno perché i costi sono ancora abbastanza elevati, ma di certo tra un paio di anni questi costi si abbasseranno e lo sarà. Credo che diventerà davvero una parte integrante della nostra realtà, legata a ogni ambito—dai videogiochi al porno. Il successo di Pokémon Go—che non era realtà virtuale, ma applicava il gioco alla realtà—è un indicatore di quello che succederà. Dal punto di vista delle conseguenze, dipenderà dall'uso che ne faremo. Può darsi che ci porti all'isolamento, può darsi che sia tutto l'opposto.

Come cambierebbe il tuo lavoro in un futuro alla Black Mirror? Continueresti a fare guide tipo "come ottenere 5 stelle nella app per valutare le persone"?
Certo. Se fossimo così immersi nella tecnologia farei ancora più successo. Il mio sito cerca di dare una risposta immediata e di buon senso alle domande che tutti hanno sulla tecnologia: più la tecnologia si diffonde più aumenta la necessità di queste informazioni su come utilizzarla. Quindi cambierebbe quello di cui parlerei, ma quello che faccio non cambierebbe di una virgola.

Di fronte a tutti i grandi cambiamenti che stiamo vivendo, pensi che la fantascienza abbia ancora senso di esistere?
Secondo me sì, le persone avranno sempre bisogno di essere stupite o di credere che il futuro possa essere molto diverso rispetto a com'è. La fantascienza deve partire da premesse teoricamente possibili e mostrarne le conseguenze, creando tramite la finzione delle situazioni non vere ma verosimili.

Un'ultima domanda: come vedi la vittoria elettorale di Donald Trump? È la prova finale che viviamo in una distopia tipo Black Mirror?
Male, è una brutta cosa. C'è questa spinta populista che è abbastanza pericolosa—si è vista oggi, si è vista con la Brexit. Il problema fondamentale è che esistono delle città come Milano, Londra e New York in cui vivono persone dotate degli strumenti culturali per valutare le scelte politiche ed economiche che vengono effettuate. Ma ci sono anche un sacco di persone, fuori da questi grandi centri urbani, che questi strumenti non ce li hanno.

Da questo punto di vista, non vedo un grande futuro. Se non stiamo già vivendo dentro Black Mirror, ci arriveremo.

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