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Salvatore Aranzulla: Non lo so. Credo comunque che il fatto che la vita abbia un inizio e una fine ci consenta di utilizzare al meglio il tempo che abbiamo a disposizione. A prescindere da questo, resta il fatto che l'aspettativa di vita delle persone continua ad aumentare, quindi… Non so se arriveremo a vivere per sempre ma sicuramente vivremo sempre più a lungo.
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In realtà è già così. Siamo già controllati a ogni passo da una telecamera, diamo già una quantità vastissima di informazioni su di noi ai vari fornitori dei servizi di cui usufruiamo—anche in modo inconsapevole.Un esempio banale: io ogni lunedì vado dal fisioterapista per la schiena e in agenda e sul calendario ho l'appuntamento. Col tempo, Google Calendar ha imparato il luogo in cui si trova il fisioterapista—perché ha visto che ogni settimana alla stessa ora creo un evento chiamato "fisioterapista" sul calendario e poi mi sposto da casa mia allo studio del fisioterapista. Ecco, la settimana scorsa mi è comparso un alert sull'iPhone che mi avvertiva di partire un po' dopo perché c'era poco traffico. In modo automatico e non previsto, io stesso me ne sono stupito.Quindi questa più che una prospettiva futura è già la realtà in cui viviamo.Credi che grazie allo sviluppo dell'automazione un giorno a lavorare saranno solo i robot e gli umani se la godranno?
Non lo so, so che di certo alcune forme di automazione sono inevitabili. Persino nel mio campo, quello editoriale, stiamo lavorando su script in grado di scrivere articoli in modo automatico. Per cui se può invadere un ambito creativo come quello editoriale, dove tra l'altro non è nemmeno così complicata da realizzare, credo che l'automazione possa interessare tutti i settori, anche quelli che non ci immagineremmo mai.
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Guarda, a livello di tecnologia credo che ci siamo quasi. Però a prescindere da questo non credo che le macchine, volanti o meno, abbiano un grande futuro. Penso che ci sarà uno spostamento verso i trasporti pubblici, che diventeranno sempre più efficienti ed economici e quindi, grazie anche a politiche per favorirli, saranno la scelta migliore. Sono appena stato a Singapore e lì è già così per certi aspetti. Più che il possesso di un'auto di qualunque tipo, la tendenza sarà rendere sempre più convenienti altre forme di trasporto.Invece i viaggi nel tempo diventeranno mai realtà?
Non credo. Non so se sia fisicamente possibile, non credo che lo sia.Tornando al tuo settore: come cambierà internet e la tecnologia nel prossimo secolo? I social network come Facebook ci saranno ancora o verranno sostituiti da qualcos'altro?
Per quanto riguarda la tecnologia è abbastanza difficile fare delle previsioni, perché cambia tutto troppo velocemente. Servizi che ora sembrano potentissimi tra qualche anno possono non esserlo più o sparire del tutto. Un esempio banale è MSN Messenger: qualche anno fa era così diffuso che gli articoli al riguardo erano l'80 percento del traffico sul mio sito, mentre adesso non esiste più.Quindi non posso fare una previsione su questo. Tutto quello che si può fare è monitorare i trend e accorgersi di quello che sta succedendo sul momento.
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Allora, quello della realtà virtuale è un ambito interessante. Secondo me siamo a buon punto: non è ancora qualcosa all'ordine del giorno perché i costi sono ancora abbastanza elevati, ma di certo tra un paio di anni questi costi si abbasseranno e lo sarà. Credo che diventerà davvero una parte integrante della nostra realtà, legata a ogni ambito—dai videogiochi al porno. Il successo di Pokémon Go—che non era realtà virtuale, ma applicava il gioco alla realtà—è un indicatore di quello che succederà. Dal punto di vista delle conseguenze, dipenderà dall'uso che ne faremo. Può darsi che ci porti all'isolamento, può darsi che sia tutto l'opposto.Come cambierebbe il tuo lavoro in un futuro alla Black Mirror? Continueresti a fare guide tipo "come ottenere 5 stelle nella app per valutare le persone"?
Certo. Se fossimo così immersi nella tecnologia farei ancora più successo. Il mio sito cerca di dare una risposta immediata e di buon senso alle domande che tutti hanno sulla tecnologia: più la tecnologia si diffonde più aumenta la necessità di queste informazioni su come utilizzarla. Quindi cambierebbe quello di cui parlerei, ma quello che faccio non cambierebbe di una virgola.Di fronte a tutti i grandi cambiamenti che stiamo vivendo, pensi che la fantascienza abbia ancora senso di esistere?
Secondo me sì, le persone avranno sempre bisogno di essere stupite o di credere che il futuro possa essere molto diverso rispetto a com'è. La fantascienza deve partire da premesse teoricamente possibili e mostrarne le conseguenze, creando tramite la finzione delle situazioni non vere ma verosimili.Un'ultima domanda: come vedi la vittoria elettorale di Donald Trump? È la prova finale che viviamo in una distopia tipo Black Mirror?
Male, è una brutta cosa. C'è questa spinta populista che è abbastanza pericolosa—si è vista oggi, si è vista con la Brexit. Il problema fondamentale è che esistono delle città come Milano, Londra e New York in cui vivono persone dotate degli strumenti culturali per valutare le scelte politiche ed economiche che vengono effettuate. Ma ci sono anche un sacco di persone, fuori da questi grandi centri urbani, che questi strumenti non ce li hanno.Da questo punto di vista, non vedo un grande futuro. Se non stiamo già vivendo dentro Black Mirror, ci arriveremo.Segui Mattia su TwitterSegui la nuova pagina Facebook di VICE Italia: