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Che fine ha fatto la proposta di legge per la legalizzazione della cannabis?

Il 25 luglio ci eravamo illusi che l'Italia si sarebbe trasformata nella Colorado del Mediterraneo, ma per ora della legge non c'è più traccia.
Immagine via Flickr/Unai Mateo

Lo scorso 25 luglio, in occasione della discussione parlamentare della legge per la legalizzazione della cannabis, molti di noi hanno sperato che l'Italia si sarebbe trasformata nel Colorado del Mediterraneo: cannabis club da 50 membri, coltivazione domestica, detenzione per uso ricreativo fino a 15 grammi e l'orgoglio generale di essere, per una volta, una quasi-avanguardia a livello europeo e mondiale.

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Ovviamente l'esito della discussione ha deluso le aspettative. Dopo l'esame alla Camera nella storica giornata di mezza estate, la proposta di legge è stata rimandata a settembre ed è stata inviata alle Commissioni riunite di Giustizia e Affari Sociali con circa duemila emendamenti da esaminare—di cui 1.300 di Area Popolare, il partito di Alfano.

L'ostracismo fa parte del gioco, ma settembre è finito da un po' e di cannabis legale non si è più sentito parlare se non per la campagna di raccolta firme Legalizziamo! promossa durante le ultime settimane dai Radicali Italiani, da Possibile Di Giuseppe Civati e da altre organizzazioni tra cui l'associazione Luca Coscioni che si batte per la libertà di ricerca. Dell'intergruppo parlamentare Cannabis Legale, invece, ancora nessuna traccia.

Anche se il tema è caro soltanto a quella fetta di italiani che non ha paura del progresso e delle canne, di cui noi di Motherboard facciamo parte, ci siamo chiesti se la proposta di legge ha anche un futuro oltre che un glorioso passato. Per saperne di più abbiamo contattato direttamente il senatore Benedetto Della Vedova, fondatore dell'Intergruppo e principale promotore della proposta di legge.

#Manovra: il "fumo" da tassare è quello della #cannabis (legale) https://t.co/tekPZaPjpo pic.twitter.com/TBJ6sB9vwL
— BenedettoDellaVedova (@bendellavedova) 15 settembre 2016

"Al momento ci troviamo in una fase particolare dell'attività parlamentare: tra la legge di bilancio alla Camera e il referendum costituzionale, è evidente che una ripresa della discussione, ora, sarebbe insensata" ha chiarito Della Vedova. "Era prevedibile che accadesse. Il nostro obiettivo, comunque, quando il clima politico ci consentirà di ragionare sulle questioni legislative, è di tornare alla carica. Dimostreremo a chi crede che non sentirà più parlare di cannabis legale che si sbaglia. Se siamo riusciti ad arrivare in aula a luglio riusciremo anche l'anno prossimo. "

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Che il referendum abbia colonizzato l'attuale dibattito politico è innegabile, si tratta di un tema prioritario in cui sono in gioco molti interessi, sia per i pro che per i contro. Ma non c'è il rischio che la proposta di legge per la legalizzazione cada nel pozzo nero dell'oblio, che si perda tra i corridoi delle Camere o in mezzo alle scartoffie degli emendamenti ostruzionisti?

Un video del Washington Post sulla legalizzazione della cannabis negli Stati di Washington, Colorado e Oregon.

"Ormai è un tema molto discusso, sia in giro per l'Italia che sui media. Vengo invitato a moltissimi eventi e dibattiti in proposito. Vasco Rossi, Roberto Saviano, Umberto Veronesi, Franco Roberti—procuratore nazionale antimafia—e Raffaele Cantone—presidente dell'Anticorruzione—hanno tutti dimostrato di essere dalla nostra parte. L'opinione pubblica è con noi" ha continuato Della Vedova.

"L'8 novembre, poi, in occasione delle elezioni presidenziali negli USA, avremo una nuova spinta mediatica sul tema: si parlerà sì dell'esito delle elezioni, ma verranno anche resi noti i risultati del referendum per la legalizzazione della cannabis in cinque stati federali—tra cui la California, pietra angolare dell'economia mondiale. Un esito positivo potrebbe confortare anche l'opinione pubblica italiana, perché gli Stati Uniti, simbolo della guerra alle droghe, stanno facendo marcia indietro," ha aggiunto.

Per il momento, quindi, la tattica dell'intergruppo è quella di cavalcare l'onda mediatica e di portare avanti l'impegno convergente con le altre forze politiche—tra cui i promotori dell'iniziativa Legalizziamo!, a supporto del ddl cannabis legale. "Il raggiungimento di una maggioranza parlamentare dipende anche molto dall'opinione pubblica. I parlamentari firmatari sanno bene che il loro elettorato è costituito da persone ragionevoli. Se ci sarà una maggioranza convinta a portare fino in fondo il provvedimento, ce la faremo."