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Tecnologia

Queste foto di cibo congelato dimostrano quanto è assurdo vivere in Antartide

Il ricercatore francese Cyprien Verseux si trova nella base Concordia in Antartide, dove la temperatura è di -50°C e spaghetti, Nutella, uova e posate diventano in fretta pezzi di pietra.
Giulia Trincardi
Milan, IT
Immagine via: Twitter. Crediti: Cyprien Verseux e Carmen Possnig -
Italiantartide/PNRA

Come svariati filosofi sono arrivati a decretare — dopo vite passate a sbatterci la testa sopra —, la vita ha ben poco senso. Il tempo stesso è plausibilmente un'illusione. La morte nel senso più radicale, ancestrale e caotico del termine è la condanna certa dell'universo intero — per merito dell'elegante, seducente e totalmente disinteressata alle nostre rimostranze signora Entropia.

Tutto è destinato a congelarsi nel disordine immobile della fine — materia organica, inorganica, particelle, stelle, pianeti. Persino le nostre colazioni.

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Nonostante le nature morte siano da un classico intramontabile del memento mori, il cibo non mi ha mai, personalmente, trasmesso un vero senso di caducità. Sarà perché tutto ciò che marcisce, a modo suo, continua a vivere. Ora, invece, l'entropia ha trovato il vessillo commestibile perfetto per mandare nel panico la mia anima: le foto di pasti congelati istantaneamente dalle temperature crudeli del Polo Sud che il ricercatore francese Cyprien Verseux sta pubblicando in questi giorni su Twitter.

Verseux fa parte del gruppo di ricercatori rimasto in isolamento per l'inverno antartico alla base italo-francese Concordia, dopo essere partiti a ottobre 2017 con ItaliAntartide, con la 33esima spedizione italiana nel (freddissimo) continente. Il clima è considerevolmente rigido da quelle parti — per quanto Verseux minimizzi la situazione su Twitter, alludendo al fatto che la temperatura è comunque "più alta di -70°C", la media di minima in questo periodo. In effetti, stando ai dati riportati da vari siti di monitoraggio meteo, in questi giorni sull'altopiano dove si trova la Concordia la temperatura si aggira intorno ai -50°C — quanto basta comunque per congelare in un minuto una fetta di pane alla Nutella.

Le foto pubblicate da Verseux sono quasi opere d'arte: forchette ferme a mezz'aria con un boccone di spaghetti arrotolati che scende rigido fino al piatto, cucchiai similmente sospesi da cui cola un rivolo di miele (o marmellata?) cristallizzato, uova che sembrano in fermo-immagine mentre si spaccano a una spanna dalla padella dove dovrebbero cuocersi. Nessun cibo sembra resistere al freddo crudele dell'Antartide e, in fondo, come potrebbe.

Sul profilo Facebook della missione, dove le foto sono state condivise e ripubblicate, tra i commenti traspare l'idea di condurre il prossimo esperimento su un bicchiere di vino. E qualcuno dei commentatori propone i distillati — la cui temperatura di congelamento dovrebbe essere ovviamente più bassa rispetto a molti altri prodotti che consumiamo. Riusciranno i ricercatori a godersi una grappa ancora liquida, tra uno spaghetto congelato e una merenda pietrificata? Chissà. Potete comunque seguire i prossimi esperimenti dei ricercatori e vedere cosa succede.

Quel che è certo è che queste immagini sono il memento mori perfetto, perché — a differenza della frutta marcia — incapsulano alla perfezione l'infamia dell'esistenza: un attimo prima sei un gustoso (per quanto scondito) piatto di spaghetti in bianco fumante, un attimo dopo sei la surreale e insensibile incarnazione dell'entropia a cui tutti siamo destinati.