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Breathing Stone

Sei prototipi unici dal mondo dell'Internet of things

Gli oggetti reagiscono.

Curpanion

“Internet delle cose” è un termine ormai onnipresente nelle descrizioni del prossimo futuro di interconnessioni tra tutti i dispositivi in cui si potrà, per esempio, mandare un messaggio al proprio frigorifero per assicurarsi che contenga tutti gli ingredienti per fare le lasagne quando torni a casa. Indosseremo orologi che monitorano il nostro stato di salute e manderanno aggiornamenti ai nostri medici. Ma, oltre tutte queste funzioni utili, il futuro dell'Internet delle Cose potrebbe offrirci oggetti ancora più sperimentali e personalizzati con funzioni molto più marginali.

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Un gruppo di accademici, designer ed esperti di tecnologia sta esplorando le possibilità ancora intatte di questa estesa realtà virtuale con una serie di prototipi che fanno parte del progetto REACT Objects Sandbox. Gli oggetti variano da strumenti che aiutano a calmare lo stress, a pezzi che raccontano storie o creano interazioni tra luoghi distanti.

Per esempio, Curpanion, di Merle Patchett, Andrew Flack e Play Nicely, consiste di animali impagliati e connessi a Internet che esplorano la storia del commercio di piume. Fans On Foot di Naomi Dunstan, Ross Garner e Tarim, tecnologo di Media Playgrounds, è un dispositivo indossabile per cinefili che utilizza la ricerca crowsourced per informare le persone sui luoghi delle location cinematografiche più vicine.

Fans On Foot

In Touch

In Touch di Victoria Bates, Kirsten Cater in collaborazione con la compagnia Kinneir Dufort è un “oggetto che sembra quasi magico che usa la tecnologia multi-sensoriale per collegare il parlante e l'ascoltatore attraverso la luce e il tatto.” Può essere usato da famiglie e amanti separati da grandi distanze per comunicare attraverso il tatto, oltre che attraverso il video e l'audio.

The God Article di John O’Connell, Alexandros Kontogeorgakopoulos e Anthony Mace arricchisce il Ney, un antico strumenti Sufi originario della Turchia, con sensori respiratori che permettono a persone il luoghi diversi di comunicare e imparare a suonare lo strumento.

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Reflector 

Mark Horton e Alex Bentley in collaborazione con Uniform hanno creato Reflector, che investiga il modo in cui gli oggetti possono collegarci al passato. Nello specifico il progetto si concentra sul modo in cui gli oggetti architettonici possono farci esplorare la storia del commercio di schiavi, attraverso una scatola “narrante” che fa sì che gli studenti diventino veri esploratori: viene riprodotto uno scavo archeologico, e artefatti, suoni, testi  in esso fanno sì che dolorose storie di schiavitù si rivelino man mano che lo scavo procede.

Breathing Stone

Vi è poi Breathing Stone di Paul Leonard, Chris Clarke, del compositore Joseph Hyde e di David Plans di BioBeat, che mira a ridurre lo stress dell'epoca moderna: controlla il battito cardiaco e il respiro e genera poi una musica adatta per calmare l'ansia.

Tom Metcalfe, creatore di Objects Sandbox, afferma che “la tecnologia e l'innovazione stanno rapidamente cambiando la nostra vita, come mai prima. I sei prototipi di Objects Sandbox mostrano che non esiste solo una strada per l'innovazione, perché essa prende diverse forme, ogni progetto è stato elaborato in collaborazione con accademici e designer famosi in tutto il mondo, che hanno esplorato l'esperienza dell'uomo nell'Internet delle Cose e hanno apportato a un approccio completo a questa tecnologia. Hanno compreso il comportamento umano, la società e la nostra storia.”

I pezzi saranno esposti alla casa d'aste Christie's a Londra in occasione del London Design Festival fino al 21 settembre. Per saperne di più sugli oggetti, qui.

React Objects Sandbox Showcase, 17-21 settembre, Christie’s, Lower Gallery, 85 Old Brompton Road, London, SW7 3LD