Piu navigo in Internet, più vedo il mondo andare a rotoli
Snoopy. Image:  Google Maps

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Tecnologia

Piu navigo in Internet, più vedo il mondo andare a rotoli

Abbiamo un modo triste e assurdo di lasciarci indietro le cose.

È strano e triste il modo con cui abbandoniamo le cose. E non soltanto i nostri vecchi notebook, o apparecchi elettronici ormai obsoleti, ma qualunque cosa.

Aerei dismessi, strutture dimenticate, fabbriche abbandonate, danni provocati dalle estrazioni, dalla guerra. Non è mai stato così facile vedere tutte le macerie prodotte dalla civiltà umana.

È difficile non notare queste enormi strutture abbandonate. Si trovano ovunque, in vari stati d'abbandono, mai più utilizzate e completamente degradate; ce ne sono già molte di queste rovine, e se ne aggiungono sempre di più.

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Non importa se la nostra è un'epoca da "febbre d'archivio", queste macerie sono un memento materiale del fatto che la nostra è, ed è sempre stata, una cultura dell'abbandono. E se c'è qualcosa che ha radicalmente cambiato il modo in cui vediamo queste enormi strutture abbandonate, questo è il web.

IL CYBERSPAZIO è DIVENTATO PARTE DELLA "GEOGRAFIA DELLA RICERCA OSSESSIVA"

Dai cimiteri di aeroplani nel deserto del Mojave, alle autostrade mai completate nella giungla brasiliana, alle miniere a cielo aperto esaurite risalenti alla guerra Fredda in Russia, ai detriti di guerra, alla infrastrutture e le industrie abbandonate, tutto ciò è messo a nudo per chiunque sia collegato a internet. (Senza dimenticarci che la metà della popolazione mondiale non può ancora connettersi alla rete.)

Si prova un particolare piacere a guardare la Terra dall'alto, certo, ma quando la si guarda da altezze così elevate, ci si ritrova sempre di più a osservare ogni sorta di rifiuto, per cui trovo difficile parlare ancora di "piacere particolare".

Immagine:  Google Maps

Benvenuti nel nuovo-vecchio mondo, dove i fantasmi invadono quasi ogni chilometro quadrato dell'esplorazione virtuale della terra. Come scrive lo storico ed esperto di folklore Owen Davis inThe Haunted: "Il cyberspazio è diventato una parte della geografia dei fantasmi."

Gli aerei del deserto sono probabilmente la parte più romantica in questo mondo di grandi strutture abbandonate. Sono celebrati in ogni luogo della cultura americana, da Snoopy, ai film hollywoodiani fino ad arrivare alla variante sperimentale del bombardiere B-58 all'inizio di questo post, un veicolo abbandonato e lasciato in balia delle sabbie e dei venti del deserto.

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Ci sono anche veri e propri cimiteri di aeroplani, come quello a Tucson, in Arizona, che si vede appena sopra (ed è solo una parte). Poco più in là si trova il Pinal Airpark, un altro luogo di riposo per altri vari aerei in pensione:

Per rimanere nell'ambito di enormi strutture abbandonate dal governo statunitense, dall'altra parte del mondo troviamo i resti scheletrici di una serie di strutture protettive per antenne radar, una volta utilizzate per intercettare i segnali radio, che ora vivono il loro abbandono sulla cima di quella che era la base della NSA a Teufelsberg, Berlino.

Non c'è nemmeno bisogno di essere vicini alla collina su cui si trova questa ex base per vederne la decadenza: anche a migliaia di chilometri di distanza con immagini satellitari e, diciamolo apertamente, con Google Maps, ci si ritrova proprio lì, ai piedi di questa cosa geodetica che ricorda il Burning Man, ad ascoltare gli echi delle discussioni di strategie nucleari segrete che una volta si discutevano negli uffici della struttura.

Sono fantasmi, è di questo che stiamo parlando. Fantasmi dell'era dell'Antropocene, l'epoca che ha avuto inizio quando gli esseri umani hanno iniziato a modificare, talvolta irreversibilmente, l'ecosistema del nostro pianeta.

"Internet è affollato di fantasmi," ha scritto Philip Ball in un saggio, Nautilus. "Qui le tracce dei defunti possono rimanere integre per un tempo indeterminato. Qui le identità parlano dall'oltretomba. Ancor di più che al telefono o alla televisione, in internet vive un invisibile balbettio di voci, che sembrano ospitare gli spiriti, che dopotutto sono immateriali quanto lo stesso cyberspazio."

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INTERNET è AFFOLLATO DI SPIRITI

E così restano grandi strutture abbandonate, come questo ponte fantasma. State guardando il viadotto Petrobras, una strada di asfalto lunga 300 metri dimenticata nella giungla brasiliana:

Oppure questa pista fantasma che taglia un qualche campo dimenticato da Dio:

O ancora, i resti della miniera di Mir, in Russia, che lascerà le sue tracce per un tempo molto, molto lungo. Probabilmente per sempre.

E lo stesso vale probabilmente per questa miniera a cielo aperto, sempre in Russia. Attiva ancora oggi:

Tutto ciò ci riporta all'Antropocene, l'epoca segnata dalle cicatrici indelebili dell'azione umana. Tutte le volte in cui abbiamo scolpito, scavato, forato, realizzato tunnel nella crosta terrestre, non abbiamo effettivamente creato, a lungo andare, nient'altro che uno spazio morto.

I ricercatori che hanno realizzato uno studio pubblicato sulla rivista Antropocene hanno dato una definizione a tutto questo: "antrourbanizzazione", una versione alternativa della bioturbazione, ovvero il modo in cui la flora o la fauna modificano il suolo e i sedimenti.

"Nessun'altra specie ha mai penetrato a tali profondità nella crosta terrestre o ha realizzato delle trasformazioni tanto profonde del terreno" scrivono gli autori. "Lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Si tratta di un fenomeno difficile se non impossibile di cui avere esperienza direttamente."

Difficile forse, ma non impossibile.