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Tecnologia

"Un ingegnere e sua sorella": la strana narrativa del caso EyePyramid

Giulio e Francesca Maria Occhionero erano in due a gestire la rete di cyberspionaggio di EyePyramid, ma per molti lui era "un ingegnere nucleare" e lei, nonostante il curriculum, "sua sorella."

In questo periodo giornalisticamente confuso, caratterizzato dalla scoperta di una parola bellissima, post-verità, e dall'abuso di una parola un po' meno bella ma che fa venire l'acquolina in bocca, bufala, non sembrano esistere fatti ma solo rappresentazioni di fatti. Il copia-incolla che caratterizza la diffusione delle notizie da una testata web all'altra è sintomo di superficialità, ma anche—spesso—di una mancanza di tempo e risorse per verificarne le fonti. Questa non è una giustificazione per riportare i fatti in modo poco corretto, ma se non altro è una motivazione a suo modo oggettiva per le inesattezze che ci ritroviamo a leggere.

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Per esempio ieri Paolo Attivissimo, uno che di bufale ne sa qualcosa, ha scritto sul suo blog, citando le fonti, che non ci sono prove che i politici indicati inizialmente come coinvolti nella vicenda "cyberspionaggio" siano stati davvero infettati dal malware 'Eye Pyramid'. Molte testate considerate attendibili, citate anche qui, invece, avevano fatto nomi e cognomi. Ma la cosa che più mi ha colpita mentre cercavo di informarmi sulla vicenda non è stato tanto il contenuto incerto degli articoli quanto un piccolo ma fondamentale vizio di forma: la formula un ingegnere e sua sorella.

Screenshot dell'autrice.

Che non sia sempre possibile telefonare al capo della polizia postale in persona per verificare le notizie, è comprensibile. Ed è anche vero che nella sezione news del sito ufficiale del Cnaipic è mancata una dichiarazione ufficiale. Quello che non si riesce a capire, però, è perché non ci si sia posto il problema di capire che lavoro facesse quella donna, che laurea avesse conseguito, che motivo avesse di essere al mondo oltre quello di essere la sorella complice di un ingegnere impegnato a gestire una rete di spionaggio a base di phishing. La cosa in sé non aveva troppa importanza. Se avessero indicato entrambi come hacker o come imprenditori tutto sarebbe andato liscio, perché posti sullo stesso piano; è quel sua sorella che denota una differenziazione tra i due sospettati decisamente incomprensibile.

Consultando il suo profilo LinkedIn, si scopre che la signora Francesca Maria Occhionero ha conseguito un dottorato in chimica all'Università La Sapienza di Roma, conosce bene l'inglese e un po' l'arabo, e ha ricoperto posizioni manageriali all'interno di diverse aziende, tra cui quella oggetto dell'indagine, co-fondata con il fratello: la Westlands Security. Eppure, tra i tanti, il corriere.it la descrive innanzitutto come una maratoneta con una passione per polpette, fagioli e tute rosa shocking. Solo dopo come esperta di pianificazione strategica, gestione team, risorse umane e start up. Il fratello, al contrario, è definito fin dal titolo come un genio schivo della finanza.

Anche se a distanza di due giorni sono stati pubblicati diversi articoli di approfondimento su entrambi i membri della "banda Occhionero", continuo a domandarmi perché, inizialmente, nessuna testata abbia scritto una cosa tipo arrestati una chimica e suo fratello. Avrebbe avuto senso, in fondo. Mi trovo costretta a pensare che in tutto questo ci sia una punta di sessismo, ma forse preferisco l'ipotesi del copia-incolla e della superficialità del giornalismo 2.0 .