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Tecnologia

Questi scienziati combattono il cambiamento climatico giocando a Fortnite

La Climate Fortnite Squad è determinata a fare divulgazione scientifica, una partita dopo l'altra in diretta su Twitch.
Matteo Lupetti
Asciano, IT
Immagine via: Fortnite/PlayStation Store

Katharine Hayhoe — climatologa e divulgatrice — ha pubblicato a luglio scorso un tweet in cui parlava del divario che c’era tra le mille visualizzazioni avute in un mese dal suo ultimo seminario online e le centomila visualizzazioni avute in un solo giorno dall’ultimo video caricato da suo figlio e dedicato a Fortnite, uno dei videogiochi più giocati e seguiti in Occidente.

È da quel tweet che ha successivamente preso spunto Henri Drake — dottorando al MIT — per creare la Climate Fortnite Squad, un gruppo di scienziati che spiega e discute i cambiamenti climatici proprio mentre gioca a Fortnite, trasmettendo le partite sulla piattaforma di streaming Twitch, dove ogni giorno passano più di 15 milioni di utenti.

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“Penso che il cambiamento climatico sia il singolo problema più urgente ed essenziale che gli esseri umani affrontano oggi” ha raccontato Drake a Motherboard via Twitter. “Penso che definirà la geopolitica del mondo nel Ventunesimo secolo come le Guerre Mondiali e la Guerra Fredda hanno definito il Ventesimo.”

È un’urgenza avvertita anche da Francesca Riccioni, divulgatrice scientifica e sceneggiatrice di fumetti come Non è mica la fine del mondo, disegnato da Tuono Pettinato, pubblicato da Rizzoli Lizard e dedicato proprio ai cambiamenti climatici.

“Parlarne adesso — se non è già troppo tardi, s’intende (e potrebbe pure esserlo) — […] è un grido disperato per richiamare l’umanità tutta a un’inversione di rotta e per rinnovare quello spirito di comunità allargata, se […] non fosse [già] andato del tutto perduto in individualismo e produzione sfrenata,” ha detto Riccioni.

Henri Drake della Climate Fortnite Squad mentre gioca a Fortnite, immagine via Twitch

Siamo nell’epoca del negazionismo trumpiano, mentre in Italia una testata generalista può scrivere che “il meteo smonta le balle sul riscaldamento globale” perché “c’è talmente caldo che nevica a Cortina” ad agosto. Poco importa che “clima” e “meteo” siano due cose ben distinte e che il mondo accademico e le agenzie internazionali concordino sul fatto che fenomeni atmosferici estremi (freddi o caldi) siano imputabili al collasso su larga scala del sistema climatico.. Infine, secondo Eurispes, in Italia tra 2008 e 2018 la preoccupazione per i cambiamenti climatici è persino diminuita. In altre parole, c’è ancora bisogno di ribadire l’ovvio.

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Ma Riccioni ha anche dubbi su un certo genere di infotainment. ”Non sono solita apprezzare escamotage di semplificazione eccessiva o il dover fare divertire per forza nel raccontare qualcosa che potrebbe non interessare altrimenti. Ho scelto il fumetto come medium non perché rende divertente la scienza, ma perché permette uno spazio narrativo e di informazione grafica senza pari, perché è efficace su più livelli.”

Secondo Drake, il videogioco resta però un buon modo per attirare l’attenzione. “L’esperimento sta andando piuttosto bene. Guadagnamo follower ogni settimana su Twitter, YouTube e su […] Twitch e abbiamo ricevuto molto sostegno da spettatori e da altre persone che fanno parte delle comunità del videogioco e della climatologia.” Il seguito è, a dire il vero, ancora piuttosto ridotto: su Twitch la squadra ha solo 90 follower.

“Il nostro piano è continuare con la Climate Fortnite Squad — come è ora — per alcuni mesi e costruirci una base di follower e spettatori. Vorrei includere altri scienziati in modo da poter fare dirette per più giorni alla settimana, e magari dedicarci anche ad altri giochi (soprattutto giochi che siano più direttamente collegati al cambiamento climatico),” ha concluso Drake.

In un certo senso, Fortnite è già piuttosto collegato al cambiamento climatico: i giocatori sono intrappolati in un territorio che decresce nel tempo — divorato da una tempesta — e cercano di raccogliere le risorse per sopravvivere e per uccidersi a vicenda, fino a quando non resta in piedi un solo partecipante o una sola squadra. Temo che non ci sarà una migliore descrizione del Ventunesimo secolo.

Segui l'autore su Twitter: @ilsignorm