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Gli scienziati hanno scoperto una 'super Terra' a solo 6 anni luce da noi

Sono decenni che gli astronomi cercano esopianeti in orbita intorno alla Stella di Barnard. Ora, ne hanno finalmente avvistato uno.
Riproduzione artistica della superficie di Barnard's Star b. Immagine: ESO/M. Kornmesser
Riproduzione artistica della superficie di Barnard's Star b. Immagine: ESO/M. Kornmesser 

Gli scienziati hanno scoperto una "super Terra" in orbita intorno alla Stella di Barnard, una nana rossa situata a soli sei anni luce dal nostro Sistema Solare.

Tra tutti gli esopianeti a noi noti, l'esopianeta, chiamato Barnard’s Star b, è il pianeta più vicino appartenente a un sistema che orbita attorno a una stella singola e il secondo esopianeta noto più vicino a noi dopo Proxima b — un pianeta che ha dimensioni simili a quelle della Terra situato a quattro anni luce di distanza nel sistema di tre stelle Alpha Centauri. La sua massa è 3,2 volte quella della Terra, il suo anno dura 233 giorni e ha una temperatura superficiale stimata di circa -170°C.

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Questa importante scoperta è dovuta a una partnership internazionale guidata da Ignasi Ribas, astrofisico dell’Istituto di studi spaziali della Catalogna. Il team ha analizzato venti anni di osservazioni catalogate da sette strumenti astronomici e ha pubblicato i suoi risultati mercoledì su Nature.

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Distanze relative di Alpha Centauri e della Stella di Barnard rispetto al Sole. Immagine: IEEC/Science-Wave - Guillem Ramisa

”Questa scoperta è un incentivo a continuare la ricerca di esopianeti nei dintorni delle stelle più vicine a noi, nella speranza che alla fine ci imbatteremo in un pianeta che possiede le condizioni per ospitare la vita,” ha spiegato in un comunicato la co-autrice dello studio Cristina Rodríguez-López, una ricercatrice dell'Istituto di Astrofisica dell'Andalusia.

La Stella di Barnard è stata studiata a fondo per un secolo grazie alla sua vicinanza alla Terra e alla sua età che si aggira dai 7 ai 12 miliardi di anni. Le nane rosse spesso producono eruzioni solari violente che potrebbero rendere improbabile la vita sui pianeti che ci orbitano attorno, ma la Stella di Barnard è relativamente inattiva e stabile (anche se a volte entra ancora in attività). Tutte queste caratteristiche rendono il sistema candidato ad ospitare potenziali pianeti abitabili tra quelli più vicini a noi.

Per evitare i falsi rilevamenti di esopianeti intorno alla stella di Barnard, Ribas e i suoi colleghi hanno integrato la loro ricerca con 771 misure provenienti da strumenti specializzati come lo spettrometro CARMENES in Spagna, l'ESO/HARPS in Cile e l'HIRES del telescopio Keck alle Hawaii.

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Questa sovrabbondanza di dati ha rivelato spostamenti nella velocità radiale della Stella di Barnard. Questo significa che la velocità della nana rossa oscillava leggermente come se un oggetto in orbita fosse attratto verso di essa. I ricercatori hanno concluso che era estremamente probabile che queste variazioni fossero causate da una super Terra, ma volevano ottenere maggiori informazioni da altri osservatori per confermare la scoperta.

”Dopo un'analisi molto attenta, siamo sicuri al 99% che il pianeta si trova lì,” ha dichiarato Ribas. ”Tuttavia, continueremo a studiare questa stella in rapido movimento per escludere variazioni naturali della luminosità stellare, possibili, per quanto improbabili, che potrebbero essere scambiati come indizi della presenza di un pianeta.”

Barnard’s Star b è posizionato nella ”frost line” (o limite della neve) della stella, questo significa che probabilmente l'acqua sulla superficie del pianeta è congelata. Questo la rende un habitat improbabile per la vita come la conosciamo sulla Terra, anche se non c'è nulla di male nel sognare ad occhi aperti creature come i Tauntaun o i Wampa che scorrazzano nelle sue distese selvagge.

In definitiva, l'aspetto più importante della scoperta è il consenso in aumento sul fatto che ci sono molti pianeti in orbita intorno alle stelle vicine alla Terra papabili come habitat che potrebbero ospitare la vita — e gli astronomi stanno diventando sempre più efficaci nel riconoscerli.

Questo articolo è apparso originariamente su Motherboard US.