"Non è nella scarna lista drink del locale, se non sai cosa chiedere non lo assaggerai mai. Nessuno sa gli ingredienti. Qualcuno dice che dentro vi sia tamarindo e mango, alcool puro e una strana radice africana, con il principio attivo della canapa…" Spiega Odin, utente del forum Naruto Addestramento Ninja (sic), "Quel che è certo sono gli effetti del Tamango. Dovrebbe fare sui 70 gradi, il gusto è quasi insopportabile all'inizio, l'odore sorprendentemente delicato. Sconsigliato a chi non è abituato a bere. In poco tempo ci si abitua, il battito cardiaco aumenta, il corpo si accende, ma non stordisce. Impossibile non esser presi dall'euforia, le percezioni si acuiscono e a volte si distorcono. Niente nausea da alcool, niente confusione da canapa, i "benefici" di entrambe e forse altro ancora. Lievi effetti allucinogeni, stupore," conclude.I tentativi di spiegare la reale natura del Tamango sono tanti, ma le certezze invece sono ben poche. Ciò detto, sono rimasto piuttosto sorpreso dai toni usati per parlare di questa bevanda, in primo luogo perché, al di là della giustissima aura mistica che vi fluttua attorno e in cui riconosco un bel folklorismo, è piuttosto estemporaneo pensare davvero che un drink che nei fatti viene descritto come psicotropo possa essere venduto apertamente per così tanto tempo—36 anni. Cosa pensereste se in Italia, anno domini 2016, il locale sotto casa vendesse al bancone del tè al Kratom?"Qualcuno dice che dentro vi sia tamarindo e mango, alcool puro e una strana radice africana, con il principio attivo della canapa…"
In conclusione, per quanto il mistero del Tamango continui a essere tale e per quanto non possa che fare piacere che una pagina così particolare del folklore torinese arrivi sulla BBC, non si può dire con certezza che il Tamango sia il "drink allucinogeno da sballo" che tutti stavamo aspettando, principalmente perché le testimonianze a riguardo sono spesso troppo discordanti, e sopratutto perché è piuttosto improbabile che un intruglio psicotropo scappi alla legge per ben 36 anni. In ogni caso, andate a bere il Tamango e sopratutto andate a Les Arcades, è un bel posto.Segui Federico su Twitter: @nejrottifSeguici su Facebook e Twitter"Allora. Qui si servono delle bevande a base di fermentazioni e acqua ionizzata. È tutta roba naturale, che non provoca dipendenza, non ha alcun tipo di controindicazione, ed è perfettamente legale". Scandisce bene le parole, il tono è pacato, e il discorso fila lento. Più che una descrizione del prodotto sembra l'annuncio di qualcosa di estremamente importante e grave. È una cosa seria, vuole lasciarci intendere. Noi, in silenzio, ascoltiamo.
"Esistono tre tipi di cocktail: cocktail bianchi, cocktail rossi e cocktail… neri. Io faccio solo cocktail bianchi. Uso prodotti erboristici, vale a dire radici interne e esterne. Niente roba animale, quindi la bevanda va bene pure per i vegetariani. Dovete sapere che, ad esempio, i cocktail neri usano elementi di derivazione animale. Ma io non faccio cocktail neri, quindi il problema non si pone".
Comincio a capire qualcosa: la distinzione tra i diversi tipi di cocktail rimanda inevitabilmente alla triade magia nera/magia rossa/magia bianca. Ma non posso credere che il parallelismo sia voluto. Almeno per il momento.
Il barista, che a un certo punto si presenta col nome di Gargamella (…), ci spiega che questi cocktail vanno affrontati con attenzione: esistono varie gradazioni e vari livelli (in pratica, capisco io, si va da effetti blandi a effetti più consistenti). Ovviamente si comincia col livello più basso. Prima però si deve fare un test: a seconda di come va questo test, lui preparerà un cocktail secondo le nostre caratteristiche. In tutto esistono novantotto livelli: a ogni nuova "bevuta", che dovrà essere – sottolinea lui – a scadenza settimanale, si sale di livello. Se si salta una settimana bisogna ricominciare dal livello precedente. A un certo punto, questi livelli si differenziano, ramificandosi in due tronconi: il livello sex e il livello hard (a quel punto fa una riga sul quaderno, traccia due ramificazioni, su una scrive "hard", sull'altra "secs"). Poi, via via che si arriva verso il novantottesimo, si può cominciare ad affrontare argomenti quali l'io (!), il superio (!!), il subconscio (!!!), il trascendentale (!!!!), l'anima (!!!!!!!!!!) eccetera. Ma questo è un processo lungo: con un gruppo che ormai lo frequenta da due anni si è forse arrivati a questo punto, per il resto, già da prima del novantottesimo livello, si può cominciare a parlare di "aura", o per dirla con lui di "aurEa". "La vedete quella ragazza che sta la fuori?" ci fa. "A quella gli abbiamo acceso l'AUREA". "Ah", facciamo noi, annuendo convinti.