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Tecnologia

I negazionisti climatici pubblicano ancora sulle riviste scientifiche

Uno dei più importanti negazionisti del cambiamento climatico ha appena pubblicato un paper in cui sostiene che gli scienziati climatici sono "spazzatura."

Ecco a voi il leader mondiale dei negazionisti del cambiamento climatico.

Nonostante non sia uno scienziato, Christopher Monckton è un prolifico e aperto oppositore della scienza climatica convenzionale. Dopo aver ricoperto la carica di consigliere sotto la Tatcher, Monckton passa ora la maggior parte del suo tempo a perorare cause fortemente conservatrici: recentemente ha affermato che è da 18 anni che non viene registrato alcun riscaldamento climatico, e ha scritto un articolo dando la colpa agli omosessuali per la diffusione dell'AIDS, spiegando inoltre che gli omosessuali arrivano ad avere circa 20.000 partner sessuali ciascuno. Alcuni scienziati hanno considerato le sue affermazioni "molto fuorvianti," "profondamente sbagliate," e "semplicemente false." Non molto tempo fa la Camera dei Lord ha preso la decisione "senza precedenti" di richiedere a Monckton di non considerarsi più un lord.

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Tanto per confermare la sua reputazione, ora Monckton ha pubblicato uno studio su una rivista scientifica peer-reviewed, il Chinese Science Bulletin in cui sostiene di essere riuscito a confutare il vigoroso corpus di sostenitori della scienza climatica convenzionale, che lui chiama "gli estremisti dell'IPCC"—costituito, in pratica, dai più influenti esperti di clima del mondo.

Il suo studio confuterebbe tutti gli studi di scienza climatica che affermano che in tutto il mondo ci sarà un aumento di temperatura di 3-5 gradi entro la fine del secolo. Monckton afferma che il riscaldamento sarà inferiore all'1 grado, e che negli altri studi ci sarebbero degli errori nei presupposti stabiliti da chi ha elaborato i modelli.

"I veri credenti del cambiamento climatico sanno che questo paper è una condanna per loro," mi ha scritto in una mail "Questo paper potrebbe segnare la fine del terrore per il cambiamento climatico."

Ma Monckton non è un esperto climatologo—è un giornalista, ha condotto studi classici ed è un costruttore puzzle matematici. Il suo studio è giù stato criticato duramente da fisici ed esperti di clima. Quindi come è possibile che Monckton sia riuscito a far pubblicare una sua ricerca in una seria rivista accademica? Questo è ciò che Gavin Schmidt vorrebbe sapere. Schmidt è a capo del Goddard Institute for Space Studies della NASA, ed è uno delle autorità di riferimento nel mondo sugli argomenti legati al cambiamento climatico.

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"Non so come funzioni la peer review della rivista," mi ha detto in una mail, "devi chiederlo a loro. Tuttavia il paper di Monckton et al. è spazzatura." La scienza climatica è un ambito molto criticato, ma incredibilmente robusto; c'è un'enorme quantità di prove che supporta le affermazioni dell'IPCC, ognuna delle quali è passata al vaglio più volte. Ad oggi sono sempre meno gli scienziati che mettono in dubbio le basi della scienza climatica.

"Il modello che utilizzano non è nuovo," ha continuato Schmidt, "ne hanno ristretto arbitrariamente i parametri, per poi dichiarare che erano tutti gli altri modelli a essere sbagliati."

Il che non ci sorprende più di tanto, considerando che Monckton non è uno scienziato. In effetti è stato strigliato più volte da veri scienziati per aver distorto i risultati delle loro ricerche; Skeptical Science ha pubblicato una lista di scienziati di cui Monckton ha citato i lavori per affermare per il cambiamento climatico non è reale, che hanno esplicitamente respinto la sua descrizione dei loro lavori. Ed è una lista piuttosto lunga.

Sembra improbabile che l'ultimo studio di Monckton avrà molta risonanza, senza dimenticare che il co-autore più prestigioso del paper è un certo Willie Soon, un ricercatore di Harvard il cui lavoro è ampiamente finanziato da compagnie petrolifere e carbonifere: "verrà completamente ignorato dagli scienziati," afferma Schmidt, "se non come esempio che sì, puoi fare pubblicare qualsiasi cosa se ti ci metti d'impegno."

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E qui sta il problema: il paper di Monckton, intitolato Why Models Run Hot: Results of an Irreducibly Simple Climate Model, è stato il primo studio annunciato oggi da EurekAlert, la diffusissima newsletter sottoscritta dai giornalisti che si occupano di scienza per tenersi aggiornati sulle ricerche appena pubblicate. EurekAlert non vaglia i suoi contenuti con criteri qualitativi, e chi ha la sottoscrizione ne è consapevole: questa è una caratteristica della vita moderna, in cui la scienza spazzatura si ritrova affiancata a ricerche serie e rispettabili. E i media sono inclini a trattarle nello stesso modo, soprattutto quelli con un'inclinazione ideologica ben specifica.

FORSE Ciò CHE è ACCADUTO ONLINE AL PAPER DI MONCKTON è UN SEGNO DEL FUTURO DELLA PEER REVIEW: PUBBLICA, VELOCE E AGGRESSIVA

Pare che nessuno sappia molto sullo Science Bulletin, che ha escluso il "Chinese" dal suo titolo quest'anno. È una rivista co-sponsorizzata dalla Accademia delle Scienze e dalla Fondazione Nazionale di Scienza Naturale della Repubblica Cinese, e l'editore è Springer, una delle maggiori case editrici scientifiche no-profit. Tutto ciò è per dire che lo studio non è stato pubblicato su una rivista scientifica da barzelletta, anche se non è al livello di Science o Nature.

Monckton insiste sul fatto che il paper è stato esaminato da tre critici; "dopo un periodo di revisione incredibilmente breve di soli tre mesi, il paper è stato accettato e ora è stato pubblicato," mi ha detto. "Siamo rimasti piacevolmente colpiti dal fatto che i critici, nonostante i dubbi iniziali, siano poi stati disposti a riconoscere che avevamo basi legittime per contestare gli ufficiali annunciatori di apocalissi climatiche."

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Chiunque siano questi critici, il loro lavoro è stato denunciato dalla NASA e dalla comunità scientifica. Si solleva dunque la questione: con quanta accuratezza viene condotta la peer review?

L'anno scorso, in occasione di una operazione sotto copertura realizzata da Science, per cui un paper palesemente falso è stato mandato a 304 riviste, ha visto la metà di esse accettarla per la pubblicazione. Science aveva nel mirino le riviste open-access che fanno pagare i ricercatori per la pubblicazione dei loro lavori. Ho contattato John Bohannon, il corrispondente di Science dell'operazione, che mi ha detto di non aver mai sentito parlare diìello Science Bullettin.

Qualche tempo dopo, un software generatore di paper a caso ha inviato con successo alcune ricerche piene di stronzate ad alcune riviste; due editor scientifici hanno dovuto ritirare un totale di 120 studi già approvati. Uno di questi era Springer. Monckton è consapevole del fatto che ci fosse una tariffa da pagare per la pubblicazione. (Ho contattato Science Bulletin per chiedere dettagli sui processi di revisione di questo paper in particolare, aggiornerò il post quando mi rispondono)

"Nessuno è soddisfatto dallo stato in cui versa la peer review, ma non è chiaro quale sia la soluzione," mi ha detto Bohannon in una mail. "Una delle possibilità è fare la peer review dopo la pubblicazione, piuttosto che prima. Se un paper è importante o solo pseudoscientifico, verrà riconosciuto velocemente. Quindi ciò che vediamo accadere online al paper di Monckton et al. potrebbe essere un indizio sul futuro della peer review: pubblica, non anonima, veloce e feroce."

Questo episodio è un promemoria del fatto che il processo di peer review è in crisi e che la comunità scientifica è ancora alle prese con questioni come la globalizzazione, la digitalizzazione e la proliferazione di riviste online no-profit. Ed è utile anche per osservare come il negazionismo sulle questioni climatiche continui a diffondersi, nonostante le maggiori agenzie mondiali siano tutte d'accordo sul fatto che gli esseri umani stiano riscaldando il globo, e che l'anno scorso sia stato l'anno più caldo mai registrato.