Ora dormo meno grazie al sonno polifasico
Immagine: Thailand Travel and Stock/Shutterstock

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Tecnologia

Ora dormo meno grazie al sonno polifasico

Internet garantiva che mi sarei sentito molto meglio.

Ora locale, 5:15 del mattino: mi stavo di nuovo annoiando.

Era l'inverno del 2011 ed ero appena riuscito, dopo un mese senza caffè alcol o sigarette (più o meno) a forzare il mio orologio interno del sonno, dividendolo in due spezzoni. Non mi sarei più buttato nel letto intorno all'una, per poi strisciarne fuori di nuovo giusto in tempo per tre veloci caffè e un gelido pomeriggio in aula magna. Al contrario, dopo meticolose ricerche sul web, avevo deciso che sarei passato a quello che la community online chiama il "programma bifasico": dormire da mezzanotte alle 4:30 del mattino, poi fare un pisolino da mezzogiorno fino all'una e mezzo.

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Mi sarei sentito bene, prometteva il web. Costantemente ricaricato e produttivo, con il beneficio aggiunto di tre ore extra che mi avrebbero permesso di impegnarmi in utili attività di studio. Avrei probabilmente scritto un romanzo o un poema epico, giusto per occupare il tempo.

Proprio quella mattina mi resi conto che avrei ingannato me stesso. Truffare il mio sonno mi sembrava un così ovvio escamotage per semplificarmi la vita, che non mi sono nemmeno messo a pensare a come avrei usato il tempo guadagnato, oltre a un vago "per cose utili". E così mi misi a sedere da solo in un silenzioso appartamento studentesco, fissando in maniera cupa, fuori dalla finestra, un Novembre nero catrame, annoiato e già preoccupato per come sarei potuto tornare in tempo dall'università per il mio obbligatorio sonnellino di novanta minuti a mezzogiorno e quante sigarette avrei effettivamente potuto fumare da qui ad allora senza sovrastimolarmi e quindi gettare al vento tutto quello ottenuto fin ora.

Ma dopo aver mollato il mio ciclo bifasico del sonno (meno di un mese più tardi, dopo aver realizzato che sarei praticamente diventato un eremita urbano ben riposato), continuavo colpevolmente a leggere sul web le storie di successo degli altri. Mi sentivo un fallito. Chi erano queste persone che rinunciavano a millenni di comportamento evoluto per del tempo extra da dedicare al lavoro? Che cosa ci facevano? Che cosa li rendeva così migliori di me in questo?

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"Ho sempre odiato l'idea di dover dormire perché penso che sia una grande perdita di tempo."

Il mio seccante complesso di inferiorità non è migliorato dopo aver parlato con Juanito Taveras, utente su Reddit di r/polyphasic, a proposito del suo programma del sonno. Si chiama "Dual-Core 1", ed è un modello costituito da 3 ore e mezzo di sonno a notte per poi, quattro ore dopo, riposarsi di nuovo per un tempo che varia dai 90 minuti alle 2 ore e infine, nel caso di Juanito, fare un riposino di 20 minuti all'ora di pranzo. Facendo i conti, Juanito dorme all'incirca dalle 5 alle 5 ore e mezzo al giorno, che sono un sostanziale guadagno, pensando alle 8 ore che era solito dormire "monofasicamente".

Ma, in realtà, la principale differenza nelle nostre due esperienze sta nel fatto che Juanito, invece di stare davanti alla finestra a borbottare, aveva davvero trovato qualcosa da fare con tutto quel tempo extra.

"Sono sempre stato una persona molto efficiente", mi ha detto, con molta più modestia di quella che si percepisce leggendo. " Mi è sempre piaciuto leggere un sacco, suono tanti strumenti, sono un programmatore, giro video. Ho sempre odiato l'idea di dover dormire perché penso che sia una grande perdita di tempo"

"[Prima del sonno polifasico], tutti mi conoscevano come il ragazzo privo di sonno" ha continuato. " Rimanevo sempre alzato fino a tardi a guardare video o a progettare cose. Mi addormentavo in classe; i miei insegnanti mi sbattevano i loro libri sul banco per svegliarmi. Poi un giorno mi sono imbattuto in questo video su Youtube che parlava di questa cosa chiamata sonno polifasico… Pensai "Devo provarlo e vedere se funziona!"

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Ascolta l'episodio di Radio Motherboard, parliamo di come hackerare il sonno.

Juanito, però, non ha perso tempo. Ora è uno studente ventenne, ha iniziato a sperimentare modelli di sonno più estremi già da quando era alle superiori, perfino la famigerata "Programmazione Uberman" il sacro Graal degli evangelisti del sonno che fa risparmiare tempo, che richiede ai suoi adepti un pisolino di 20 minuti per sei volte al giorno. A seconda della propria costituzione, il programma vi lascerà (o quantomeno sostiene che lo farà) con la bellezza di 22 ore di tempo libero. O con una carretta barcollante zombificata.

"Ci siamo ritrovati a dormire due ore al giorno. Era bello avere tutto quel tempo per leggere, studiare e guardare film."

Per sua fortuna, il periodo Uberman di Juanito è stato, per come lo racconta, un'esplosione revitalizzante di produttività.

"Alcune delle mie esperienze sono state davvero formidabili," ha detto Juanito parlando della programmazione, che ha provato per tre settimane con l'aiuto di un "compagno di adattamento", una sorta di tutor degli alcolisti anonimi, che però, invece che i bicchierini di troppo, controlla i tuoi pisolini fuori programma. "Ci siamo ritrovati a dormire due ore al giorno. Era bello avere tutto quel tempo per leggere, studiare e guardare film. Era molto divertente."

Mentre Juanito si era spinto verso il sonno polifasico per scopi creativi, i bisogni di Brandon Parker erano più incalzanti, e le sue abitudini del sonno più pragmatiche.

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"Avevo problemi a dormire e periodi di insonnia" mi ha detto Brandon, diciannovenne, membro del subreddit /r/polyphasic. " Ho anche un lavoro adesso, e riesco perfino a studiare. Avrei potuto [fare entrambe le cose con un sonno regolare], ma sarebbe stato molto più difficile… Ho trovato un sito sul sonno polifasico, ho iniziato a leggere i post e ho pensato 'Devo provarlo'".

Il ciclo del sonno di Brandon, che adotta da un anno, è conosciuto come "Everyman-4", secondo il quale bisogna dormire per quattro ore e mezzo durante la notte e poi fare due pisolini di venti minuti durante il giorno. Da quando ha fatto il cambiamento, ha risolto i suoi problemi di insonnia ("Mi ci voleva un ora per prendere sonno; adesso mi addormento in cinque minuti"), ma ha anche guadagnato del tempo extra per disegnare, suonare la chitarra e giocare ai video games.

"Sono molto più produttivo, adesso", ha detto. " Lo sento molto più naturale… Anche se non studiassi o avessi un lavoro, seguirei comunque il programma"

"Se vuoi rimanere in piedi o uscire fuori a far festa, ti devi limitare. È quella la grande pecca."

Le promesse del sonno polifasico sono seducenti. Storie come quelle di Brandon o di Juanito sono tipiche nelle communities come /r/polyphasic—paginate piene di invasati perpetuamente energetici ed entusiasti, fedeli alla chiesa insonne. Ma in tutte queste giudiziose storie di sonno polifasico, che si definiscono come un toccasana per lo stile di vita, non sono riuscito a trovare molte discussioni sui compromessi. Ho ripensato a tutte le volte che ho dovuto disfare i miei piani o rimanere in casa perché il mio nuovo modello del sonno era troppo fragile per poterci scherzare, e non potevo fare a meno di guardare quei luminosi racconti un po' come le offerte farmaceutiche indesiderate che ti ritrovi nella cartella spam. Se il sonno polifasico funziona come sostengono, perché non lo fanno tutti? E perché io non potevo?

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"Può benissimo essere che alcune persone riescano a dormire un certo numero di ore, poi svegliarsi, lavorare e sentirsi creativi, " ha detto Derk-Jan Dijk professore del sonno e di fisiologia e direttore dello Sleep Research Centre alla University of Surrey. "E poi, dopo quattro o cinque ore di lavoro, che si sentano stanchi e meno creativi e quindi che facciano un pisolino, e che si risveglino sentendosi meglio di prima. Può essere benissimo. Ma di certo non dico che tutti dovremmo adottare un modello polifasico."

Come ha spiegato Dijk, c'è una differenza fondamentale, da un punto di vista scientifico, fra il dormire in diversi momenti per un totale di otto ore (fa l'esempio della culture in cui si pratica la siesta, e le abitudini dello scrittore Franz Kafka) e il tipo di sonno polifasico che fa risparmiare tempo, raccomandato da Juanito e Brandon. La nuova stirpe di dormitori polifasici è effettivamente un insieme di cavie da laboratorio, e Dijk è incline ad essere cauto.

"Da un punto di vista della regolazione del sonno, [persone che dormono come Juanito e Brandon] vivono sotto una pressione del sonno superiore alla media," ha detto. "L'epidemiologia ci suggerisce che brevi periodi di riposo—dormire meno di cinque o sei ore—sono associati a esiti negativi per la nostra salute; per esempio, malattie cardiovascolari e problemi al sistema immunitario. Non è chiaro se a lungo termine questo tipo di limitazione del sonno avrà delle conseguenze negative. Di certo non ci sono dati che lo contraddicano. Io, però, non li consiglierei mai [questi tipi di modelli del sonno]."

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La competenza di Dijk faceva a pugni con le storie che avevo sentito da Brandon, Juanito e da altri. Ma non spiegava nemmeno perché loro continuavano a riuscire dove io mi ero da molto tempo arreso. La lista di persone illustri riconosciute almeno in parte come dormienti polifasici è lunga: Kafka, precedentemente menzionato; Ellen MacArthur; Churchill… Ma loro avevano, rispettivamente, libri da scrivere, navi da guidare e spiagge sulle quali combattere. Senza queste pressanti richieste sul tuo tempo, sicuramente ci dovranno essere dei sacrifici da fare, per arrivare ad allontanarti dagli amici, dalla famiglia e dal resto del mondo monofasico?

"Il sonno polifasico può compromettere la tua vita sociale," ha ammesso Juanito. "È raccomandabile andare a letto presto—fra le 10 di sera e le due del mattino—la maggior parte delle persone vogliono divertirsi, vogliono far festa. Io non lo faccio. Non bevo molto alcol, e così riesco a seguire il mio programma. Così in qualche modo questo compromette la mia vita sociale, ma mi permette di prendere voti migliori, di suonare, di leggere un sacco, migliorare me stesso e fare esercizio."

"Per quanto riguarda le situazioni sociali, devi fartela andar bene," ha concordato Brendan. "Soprattutto quando ti stai adattando, devi essere molto fedele al tuo programma, altrimenti non funzionerà. Una volta adattato, puoi essere un po' più flessibile, a seconda del modello scelto. Devi arrivare in un certo senso ad un compromesso, però: se vuoi stare alzato e andar fuori a far festa, devi limitarti. Quella è la grande pecca."

Improvvisamente, mi sento moto meglio. Adesso realizzo che la mia decisione di abbandonare il sonno bifasico non è stata un fallimento: è stata una scelta di vita. Non ho scritto un romanzo o una raccolta di poesie, non perché non potevo, ma perché, invece, ho scelto di passare il tempo con gli amici. La compagnia prima della poesia. È veramente una bella cosa, questa confusa vita che ho scelto, fatta di illimitata socializzazione e di modeste conquiste.

Sì. Una bella decisione.