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Tecnologia

Il folle progetto di spianare una montagna per liberare la Pianura Padana dallo smog

"Il principio è semplice: è lo stesso che cambiare l'aria in una stanza," spiegano in una trasmissione RAI degli anni Settanta.
Immagine: screengrab Google Maps.

In questo ultimo periodo, la qualità dell'aria nel bacino padano è crollata e l'emergenza inquinamento è scattata addirittura in anticipo rispetto al solito. Ad Ottobre, Paolo Nespoli, l'astronauta italiano in missione sulla Stazione Spaziale Internazionale ha pubblicato una foto della Pianura Padana in orbita. ''La Pianura Padana qualche ora fa… Nebbia o smog?'' si chiedeva l'astronauta.

La foto di una enorme nube scura che incombe sul nord ci ha gettati nello sconforto, così, presi dal panico, abbiamo addirittura contattato uno pneumologo per capire quanto ci resta da vivere con tutto lo schifo che buttiamo dentro i polmoni. Tutto molto triste, ma esistono altre soluzioni oltre alle noioso solito intervento delle istituzioni, le domeniche senza auto e la limitazione dell'uso del riscaldamento?

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Siamo realisti, nessuna delle persone così irresponsabili da muoversi in auto anche solo per percorrere poche centinaia di metri è veramente disposta a rinunciare al piacere di immettere nell'aria altra CO2. Credo che faremmo meglio a rivolgere le nostre energie altrove, pensando ad una grande opera stile ponte sullo Stretto di Messina per rivoluzionare la circolazione dell'aria nella Pianura Piadana e, già che ci siamo, dare un nuovo slancio all'economia — almeno così promettono sempre i sostenitori della Grandi Opere.

Una volta scartata l'ipotesi di installare un aspiratore gigante dalla zona prealpina al delta del Po, ho cercato la soluzione su internet come faccio ogni volta che una domanda non mi fa dormire. La grande opera più interessante al riguardo, però, non è stata mai proposta da nessun governo bensì da un tranviere di Milano, il signor Piero Diacono, e potete ammirarla in tutta la sua semplice genialità in un estratto a bassissima definizione caricato su YouTube.

Il video è tratto dalla puntata del 20 gennaio del 1978 di Portobello. Il programma RAI condotto da Enzo Tortora ospitava regolarmente inventori e scienziati pazzi per presentare le loro proposte. In questo caso, il signor Diacono ha proposto un rimedio radicale per il problema della nebbia in Val Padana che è diventato quasi proverbiale per la generazione che ha assistito in diretta al programma. Il metodo potrebbe valere anche per lo smog.

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"Il principio è semplice: è lo stesso che cambiare l'aria in una stanza. Che cosa facciamo noi? Apriamo o due finestre o una porta e una finestra. In questo caso si crea un movimento circolatorio d'aria e si cambia l'aria in una stanza." Questa è la premessa del ragionamento portato avanti dal Signor Diacono.

"Io propongo di aprire una finestra in Val Padana. In quanto la porta ce l'abbiamo già" spiega l'ospite di Portobello indicando la costa orientale che va da Trieste fino alla zona che identifica come le Venezie. "C'è un solo punto dove aprire la finestra: qui sul passo del Turchino." Questo perché il promontorio ligure è la zona con il minor numero di rilievi da superare per giungere al mare.

"Cosa intende per spianare il passo del Turchino?" chiede Tortora perplesso. "Abbassarlo sino al livello del mare. Senza tutte quelle curve," risponde l'ospite suscitando l'ilarità generale del pubblico in studio. Tuttavia, all'epoca, l'intervento ha sollevato un vero dibattito scientifico e periodicamente qualcuno torna a parlarne, anche solo per fare una gag. Ad esempio, il Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni che, nel 2015, interrogato dai giornalisti sui rimedi per lo smog, ha rievocato proprio il video di Portobello durante una conferenza stampa.

Ovviamente, la stessa rete che per qualche istante mi ha fatto sperare in un mondo migliore in cui anche il Nord Italia ha un clima mediterraneo è piena di articoli di debunking che stroncano la proposta. Tra tutti i debunker che ho trovato, si è scomodato addirittura il meteorologo, personaggio televisivo e colonnello italiano Mario Giuliacci. Nell'articolo pubblicato sul suo sito spiega: "l'aria contenuta nella Val Padana si può immaginare come confinata in uno scatolone alto circa 15 km, lungo circa 400 km, largo 200 km. L'abbattimento del Turchino avrebbe creato in tale "scatolone" d'aria una fessura di circa 2 km2, ovvero una finestra ininfluente sul ricambio di aria in Val Padana. Infatti, fatte le dovute proporzioni, è come pretendere di ricambiare l'aria in un locale alto 15 cm, lungo 4m e largo 2m, con un foro di appena 1/10 di millimetro quadrato!"

Molto bene ma, ammesso che spianare il Turchino non risolverebbe il problema, per salvare la Pianura Padana quanto deve essere grande la porzione di Appennini da spianare? Anche se sarei pronto a riportare anche le conseguenze disastrose per l'ambiente di una scelta simile — in modo simile a quando abbiamo segnalato gli effetti collaterali del progetto di spianare delle montagne in Cina per fare spazio alle città — al momento della pubblicazione dell'articolo, non ho trovato nessun esperto disposto a considerare seriamente la proposta e spiegarmi per bene quanti chilometri di Appennini dovremmo sacrificare alla causa della salute degli abitanti della Pianura Padana.

Per questo, se qualcuno è in grado di rispondere a questa domanda, mi contatti personalmente per soddisfare questa curiosità aprendo una nuova era nelle Grandi Opere italiane, d'altronde, come incalza Diacono dopo i dubbi sollevati dal presentatore del programma, "ma lei si rende conto di quante migliaia di persone muoiono per via della nebbia e quanti migliaia di miliardi di danni provoca la nebbia?"

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