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vita vera

L'underground horror italiano che non avete mai visto

'Bizzarro Italiano' riporta alla luce l'underground horror dell'era analogica, tra zombie, signorine sventrate, fanzinari di provincia e maniaci di effetti speciali.

Max Della Mora -

Dropout

Tra la fine della fase eroica portata sugli schermi dai vari Argento Bava & co e l'inizio di un ancora tutto da dimostrare Rinascimento horror italiano, a tenere alta la fiaccola del cinema Bis tricolore ci ha pensato una banda di reietti la cui epopea rappresenta uno dei più impenetrabili buchi neri della nostrana filmografia off off. Va bene, affermare che l'anello di congiunzione tra, che ne so, E tu vivrai nel terrore! L'aldilà di Lucio Fulci e (uhm…) Shadow di Federico Zampaglione sia un guazzabuglio splatter infarcito di bestemmie come L'invasione dei pornonauti di Giovanni Polesello, potrà apparire incomprensibile ai più. Se non altro perché buona metà di voi si starà chiedendo "chi sarebbe mai questo Giovanni Polesello?" (l'altra metà presumo starà pensando "perché Zampaglione?"). Ma niente paura: a tal proposito arriva la provvidenziale uscita di Bizzarro Italiano, un DVD pubblicato dalla Rave Up che raccoglie alcuni ormai dimenticati reperti di "Italian weird cinema from the analogic era."

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A curare l'antologia è Paolo Fazzini, regista e autore televisivo che gli appassionati del genere conosceranno per il documentario Hanging Shadows, mentre i più attenti cultori di italorap vecchia scuola ricorderanno come metà delle Menti Criminali (sul binomio horror & rap avremo modo di tornare). A partire dalla fine degli anni 80, Paolo si è ritrovato catapultato dalla natia Ascoli Piceno in quel surreale pianeta parallelo che va sotto il nome di "underground horror italiano": un mondo tutto zombie e signorine sventrate popolato da fanzinari di provincia, maniaci di effetti speciali, organizzatori di festival do it yourself, e immancabili filmmaker in erba o sedicenti tali.

Giovanni Polesello - L'invasione dei pornonauti

Fino alla seconda metà degli anni Novanta, questo mondo si è prodotto in una quantità di artefatti—perlopiù cortometraggi—di cui Bizzarro Italiano tenta di fornire una prima, parziale cartografia. Si va dallo splatter demenziale agli omaggi espliciti all'indimenticabile Nekromantik di Buttgereit, fino a sconfinare nel moderno spaghetti western in salsa trash (più o meno). Ovviamente, si tratta di roba spudoratamente fai-da-te: cortometraggi fatti in casa col contributo di amici e attori non professionisti, esperimenti che si traducono in una cacofonia di "montaggi errati, scavalcamenti di campo, doppiaggio approssimativo," riprese "scombiccherate armati di gigantesche videoexplorer VHS Philips," e trame senza capo né coda all'insegna del più puro "spirito anarcocazzaro".

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Sono affermazioni che prendo dalla voce di Nicola Lombardi e del già citato Polesello, entrambi presenti nell'antologia sia con i propri corti (rispettivamente Malefica e Lady Trash, oltre naturalmente a L'invasione dei pornonauti), sia con dei piccoli contributi-amarcord piazzati nel menu a mo' di contenuto extra. Gli altri nomi presenti nel DVD sono quelli di Max Della Mora (il cui Drop Out data 1986), Zio Tolo (con Incubi), Latino Pellegrini (il fondatore della videorivista B Movie Horror Club, qui con Carot's Taste), Marzano Bros. (con Reverendo), Maurizio Quarta (col disturbante Macabre), e lo stesso Paolo Fazzini, il cui Neve Calda girato nella periferia ascolana è sia un omaggio al Balletto di Bronzo che un chiaro riferimento alla droga.

A rivedere quei materiali, racconta in uno dei contributi Zio Tolo, "un po' ti vergogni". E be', di sicuro in Bizzarro Italiano non c'è traccia di quell'abilità tecnica condita di compostezza formale che ha preso il sopravvento con l'arrivo del digitale. Eppure, i materiali raccolti da Fazzini riescono ancora a trasmettere un che di euforico: il cinema ultra-amatoriale di Bizzarro Italiano è veramente, per dirla coi Wretched, "libero e selvaggio"; "eravamo angry and foolish", ricorda sempre Nicola Lombardi, o almeno mi piace averla capita così. In ogni caso, per farmi raccontare quei tempi, ho deciso di contattare lo stesso Fazzini e incontrarlo nella solita libreria-caffè in quel di San Lorenzo, Roma.

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Marzano Bros - Reverendo

VICE: Ciao Paolo. Mi racconti come sei venuto in contatto col sottobosco horror italiano?
Paolo Fazzini: Era la fine degli anni Ottanta, avevo 15 anni e io e il mio amico Andrea [Antonini, aka A.N.D.] giravamo come dei disperati per Ascoli Piceno cercando di evitare i tossici che ti battevano i soldi per strada. A salvarci dalla provincia furono due passioni: l'horror e il rap. Quindi, piuttosto spontaneamente, abbiamo cominciato a dedicarci sia all'uno che all'altro. Per l'horror in particolare era un periodo floridissimo: al di là del fenomeno Dylan Dog (che fece da detonatore ma che noi trovavamo troppo moscio), in edicola trovavi Fangoria tradotto in italiano, c'erano riviste di fumetti come Splatter, i festival, e tutta una serie di pubblicazioni che alla fine contenevano anche una parte riservata agli annunci, tipo "Appassionato di Ravenna duplica VHS della propria collezione per scambi". Quindi tu scrivevi a questi tizi, gli dicevi magari "io c'ho questo titolo di John Waters, e tu?", "io questo di Herschell Gordon Lewis", "ok, scambiamoceli", e da lì partivano dei contatti prima epistolari e poi magari telefonici, perché è inutile che ti stia a ricordare che all'epoca internet non c'era.

Comunque: poteva capitare che quando uno ti duplicava una VHS, rimanesse un po' di spazio alla fine del nastro. E allora magari quello, in coda al film di Waters che gli avevi chiesto, ci inseriva un corto che aveva girato lui. Solo che non erano fenomeni isolati: tutti facevano corti, ogni singolo appassionato d'Italia sembrava cimentarsi col cinema fai-da-te, bastava veramente una telecamera VHS o nel migliore dei casi un Super 8, quindi alla fine questi corti erano veramente tantissimi…

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Erano tutti corti rigorosamente horror?
Perlopiù horror, sì. Ma sempre a 360 gradi. Diciamo che erano il classico prodotto da fandom, i materiali circolavano per queste fanzine fotocopiate che erano sempre un po' punk, quindi sai, trovavi la roba horror ma anche quella sadomaso, le bestemmie, cose così. Di sicuro nessuno si prendeva sul serio. Prendi per esempio L'invasione dei pornonauti, il corto di Giovanni Polesello che ho inserito in Bizzarro Italiano: ok, ci sono gli zombie, c'è il lato splatter eccetera; però c'è anche quella sensibilità demenziale, trash, che veniva da autori come lo stesso Waters. In generale, rivedendo quei materiali, mi sono stupito di quanto gli autori azzardassero, osassero, uscissero fuori dagli schemi. E tutto con mezzi che molto spesso erano peggio che ridicoli.

Tecnicamente questi corti come venivano girati?
Dipende. Alcuni autori avevano più esperienza, magari più soldi, e per il montaggio potevano addirittura disporre di un Mac, che in quei tempi antidiluviani era fondamentalmente uno scatolone quadrato. Nel caso di ragazzini come me e Andrea, era tutto più rocambolesco. Noi ad esempio avevamo rimediato una videocamera VHS vinta da un amico grazie al concorso di un dentifricio. Per il montaggio ricorrevamo a un altro amico ancora, che invece aveva due videoregistratori stereo. La cosa del videoregistratore stereo era molto importante, perché solo così potevi inserire una colonna audio. Gli effetti speciali erano anche quelli fatti in casa, però considera anche che c'era gente talmente fissata con gli effetti che i film li faceva solo per quello.

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Nicola Lombardi -

Malefica

Il risultato il più delle volte era comunque molto, ahem, casereccio…
Assolutamente! È tutta roba che uno adesso si vergognerebbe a mostrare in giro, che scherzi? Però il pubblico c'era. Ti dicevo per esempio dei festival: appuntamenti come il Fantafestival di Roma erano seguitissimi, ci veniva Peter Jackson a presentare i suoi film, per entrare c'era la coda… E all'interno di questi eventi, capitava anche che venissero proiettati i corti fai-da-te girati dagli appassionati.

La cosa bella era che venivano proiettati in sale storiche come il Quattro Fontane, sempre piene. Adesso invece hai dei cortometraggi curatissimi, con la fotografia tutta pulita, la colonna sonora perfetta, e a vederli ci sono venti persone. Qualcosa vorrà pure dire, no? Magari quei corti, per quanto sconclusionati e girati con pochi mezzi, contenevano delle idee. Magari quel tipo di azzardo di cui ti parlavo prima, risultava più avvincente di qualsiasi tentativo pseudoprofessionale.

C'erano autori o film che riscossero particolare successo nel giro? Io per esempio mi ricordo di Pornozilla, che però in Bizzarro Italiano non c'è…
Non l'ho inserito perché lo trovi già su YouTube, eccolo:

Quindi l'idea di Bizzarro Italiano è quella di raccogliere solo materiali altrimenti introvabili?
Sì, roba letteralmente scomparsa dalla circolazione. L'unica eccezione l'ho fatta con Reverendo dei Marzano Bros, che in effetti sta pure su YouTube. Però, per venire a quello che mi chiedevi… Un titolo che sicuramente fece sensazione fu Sick-O-Pathics di Massimo Lavagnini, un tipo di Roma che riuscì a coinvolgere nel suo film gente come Joe D'Amato, Lucio Fulci, Dardano Sacchetti, Sergio Stivaletti… Insomma, che un filmetto fatto in casa vedesse la partecipazione di questi mostri sacri, per noi fu un evento. Poi non so, forse il personaggio più caratteristico della scena era Zio Tolo. Al di là del fatto che era celeberrimo per le sue scoregge, girò questo mondo movie chiamato Mondo Boiazzo che era una cosa veramente estrema, inguardabile, e che infatti suscitò molto scalpore.

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Mi vengono in mente anche personaggi come SS-Sunda e il giro Psycho Freak Explosion, un altro gruppo di depravati bolognesi. Giravano tipo dei porno-horror con la lucha libre in mezzo, cose abbastanza assurde… Però forse siamo già in là con gli anni, credo sia roba di inizi Duemila.
Lui in effetti non lo conosco. Però mi hai fatto venire in mente che uno che adesso è impegnato nella realizzazione di horror "estremi" è Domiziano Cristopharo, che sono anni che lavora con la pornostar Roberta Gemma. Ecco, magari Cristopharo nemmeno lo sa, ma quel tipo di operazione viene esattamente dal sottobosco raccolto in Bizzarro Italiano. Di sicuro Cristopharo è molto più elegante e raffinato di una VHS autoprodotta a fine anni Ottanta, ma sono comunque contento che si torni a parlare questi linguaggi qui. Perché insomma, il cinema indipendente per me deve andare oltre, tentare soluzioni "diverse": se mi fai il filmetto indipendente tutto pulito e leccato, che senso ha? Che sei indipendente a fare?

Torniamo un attimo a quando hai cominciato i tuoi primi esperimenti ad Ascoli Piceno. Mi dicevi che l'altra vostra passione era il rap, e infatti tu e Andrea sareste poi diventati le Menti Criminali, una delle prime posse italiane… Ora, saprai che in tempi più recenti il binomio horror-rap ha avuto una certa fortuna, in particolare grazie al giro TruceKlan…
Guarda, proprio qualche tempo fa ho incontrato il Danno dei Colle Der Fomento che mi fa: "io glielo dico sempre a Metal Carter che i primi siete stati voi!" Perché in effetti anche nelle Menti Criminali la componente horror c'era, se pensi a pezzi come "Psicopatico"… Però giustamente Metal Carter ha sviluppato una cosa molto sua, ha uno stile personale, quindi lasciamo stare i paragoni. Le Menti Criminali poi nascevano in un contesto diverso, erano altri anni, a fine Ottanta se per caso in TV c'erano i Run DMC ospiti da Jovanotti se ne parlava per una settimana! Noi poi eravamo molto legati a Lou X, Dsastro, C.U.B.A. e gli altri del giro tra Tortoreto e Pescara perché ci dividevano appena venti chilometri e quindi fare le cose assieme veniva naturale. Poi grazie a loro conoscemmo gli Assalti Frontali, e via via tutto il resto della scena.

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Latino Pellegrini - Carot's taste

Lou X lo vedi ancora?
Più o meno ogni estate, quando torno dalle mie parti.

Digli che su VICE si è parlato un sacco di lui.
Ho visto. Ma non credo che gli interessi riesumare quegli anni.

Lo sospettavo. Tornando a noi, per chiudere: all'inizio mi parlavi di te e Andrea come di due disperati che cercavano di sopravvivere alla vita in provincia. E ho come il sospetto che, in Bizzarro Italiano, di provincia ce ne sia tanta. Quanto ha contato quell'elemento nella formazione dell'underground horror tra fine Ottanta e inizi Novanta?
Tantissimo. In parte l'ultimo film che ho girato, Mad In Italy, l'ho voluto ambientare proprio ad Ascoli per questo motivo: era un po' un ritorno alle radici, diciamo. Un po' perché la provincia si porta sempre appresso quest'aura malata, oscura. Un po' perché, se ripenso a quegli anni, mi chiedo: cosa altro potevamo fare in un posto come Ascoli se non girare sgangherati corti in periferia e scrivere testi rap? Tu non hai idea di cosa sia stata la provincia in quegli anni. Essere due adolescenti in una cittadina in cui l'unico passatempo era lo stadio, e se non era lo stadio era l'eroina. Le domeniche pomeriggio in cui non c'era niente, a parte l'angoscia più totale. E poi gli inverni! Questi inverni freddi, infiniti, vuoti… Passavi per la piazza principale e ci trovavi solo i tossici. Fine. Ogni tanto saltavano fuori queste storie, sai? I classici drammi familiari tipo figlio eroinomane che minaccia la mamma per farsi dare i soldi per la dose…

Come in "Cinque minuti di paura" di Lou X.
Esatto. Che infatti se vogliamo è un pezzo horror anche quello.

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