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Paolo Fazzini: Era la fine degli anni Ottanta, avevo 15 anni e io e il mio amico Andrea [Antonini, aka A.N.D.] giravamo come dei disperati per Ascoli Piceno cercando di evitare i tossici che ti battevano i soldi per strada. A salvarci dalla provincia furono due passioni: l'horror e il rap. Quindi, piuttosto spontaneamente, abbiamo cominciato a dedicarci sia all'uno che all'altro. Per l'horror in particolare era un periodo floridissimo: al di là del fenomeno Dylan Dog (che fece da detonatore ma che noi trovavamo troppo moscio), in edicola trovavi Fangoria tradotto in italiano, c'erano riviste di fumetti come Splatter, i festival, e tutta una serie di pubblicazioni che alla fine contenevano anche una parte riservata agli annunci, tipo "Appassionato di Ravenna duplica VHS della propria collezione per scambi". Quindi tu scrivevi a questi tizi, gli dicevi magari "io c'ho questo titolo di John Waters, e tu?", "io questo di Herschell Gordon Lewis", "ok, scambiamoceli", e da lì partivano dei contatti prima epistolari e poi magari telefonici, perché è inutile che ti stia a ricordare che all'epoca internet non c'era.Comunque: poteva capitare che quando uno ti duplicava una VHS, rimanesse un po' di spazio alla fine del nastro. E allora magari quello, in coda al film di Waters che gli avevi chiesto, ci inseriva un corto che aveva girato lui. Solo che non erano fenomeni isolati: tutti facevano corti, ogni singolo appassionato d'Italia sembrava cimentarsi col cinema fai-da-te, bastava veramente una telecamera VHS o nel migliore dei casi un Super 8, quindi alla fine questi corti erano veramente tantissimi…
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Perlopiù horror, sì. Ma sempre a 360 gradi. Diciamo che erano il classico prodotto da fandom, i materiali circolavano per queste fanzine fotocopiate che erano sempre un po' punk, quindi sai, trovavi la roba horror ma anche quella sadomaso, le bestemmie, cose così. Di sicuro nessuno si prendeva sul serio. Prendi per esempio L'invasione dei pornonauti, il corto di Giovanni Polesello che ho inserito in Bizzarro Italiano: ok, ci sono gli zombie, c'è il lato splatter eccetera; però c'è anche quella sensibilità demenziale, trash, che veniva da autori come lo stesso Waters. In generale, rivedendo quei materiali, mi sono stupito di quanto gli autori azzardassero, osassero, uscissero fuori dagli schemi. E tutto con mezzi che molto spesso erano peggio che ridicoli.Tecnicamente questi corti come venivano girati?
Dipende. Alcuni autori avevano più esperienza, magari più soldi, e per il montaggio potevano addirittura disporre di un Mac, che in quei tempi antidiluviani era fondamentalmente uno scatolone quadrato. Nel caso di ragazzini come me e Andrea, era tutto più rocambolesco. Noi ad esempio avevamo rimediato una videocamera VHS vinta da un amico grazie al concorso di un dentifricio. Per il montaggio ricorrevamo a un altro amico ancora, che invece aveva due videoregistratori stereo. La cosa del videoregistratore stereo era molto importante, perché solo così potevi inserire una colonna audio. Gli effetti speciali erano anche quelli fatti in casa, però considera anche che c'era gente talmente fissata con gli effetti che i film li faceva solo per quello.
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Assolutamente! È tutta roba che uno adesso si vergognerebbe a mostrare in giro, che scherzi? Però il pubblico c'era. Ti dicevo per esempio dei festival: appuntamenti come il Fantafestival di Roma erano seguitissimi, ci veniva Peter Jackson a presentare i suoi film, per entrare c'era la coda… E all'interno di questi eventi, capitava anche che venissero proiettati i corti fai-da-te girati dagli appassionati.La cosa bella era che venivano proiettati in sale storiche come il Quattro Fontane, sempre piene. Adesso invece hai dei cortometraggi curatissimi, con la fotografia tutta pulita, la colonna sonora perfetta, e a vederli ci sono venti persone. Qualcosa vorrà pure dire, no? Magari quei corti, per quanto sconclusionati e girati con pochi mezzi, contenevano delle idee. Magari quel tipo di azzardo di cui ti parlavo prima, risultava più avvincente di qualsiasi tentativo pseudoprofessionale.C'erano autori o film che riscossero particolare successo nel giro? Io per esempio mi ricordo di Pornozilla, che però in Bizzarro Italiano non c'è…
Non l'ho inserito perché lo trovi già su YouTube, eccolo:Quindi l'idea di Bizzarro Italiano è quella di raccogliere solo materiali altrimenti introvabili?
Sì, roba letteralmente scomparsa dalla circolazione. L'unica eccezione l'ho fatta con Reverendo dei Marzano Bros, che in effetti sta pure su YouTube. Però, per venire a quello che mi chiedevi… Un titolo che sicuramente fece sensazione fu Sick-O-Pathics di Massimo Lavagnini, un tipo di Roma che riuscì a coinvolgere nel suo film gente come Joe D'Amato, Lucio Fulci, Dardano Sacchetti, Sergio Stivaletti… Insomma, che un filmetto fatto in casa vedesse la partecipazione di questi mostri sacri, per noi fu un evento. Poi non so, forse il personaggio più caratteristico della scena era Zio Tolo. Al di là del fatto che era celeberrimo per le sue scoregge, girò questo mondo movie chiamato Mondo Boiazzo che era una cosa veramente estrema, inguardabile, e che infatti suscitò molto scalpore.
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Lui in effetti non lo conosco. Però mi hai fatto venire in mente che uno che adesso è impegnato nella realizzazione di horror "estremi" è Domiziano Cristopharo, che sono anni che lavora con la pornostar Roberta Gemma. Ecco, magari Cristopharo nemmeno lo sa, ma quel tipo di operazione viene esattamente dal sottobosco raccolto in Bizzarro Italiano. Di sicuro Cristopharo è molto più elegante e raffinato di una VHS autoprodotta a fine anni Ottanta, ma sono comunque contento che si torni a parlare questi linguaggi qui. Perché insomma, il cinema indipendente per me deve andare oltre, tentare soluzioni "diverse": se mi fai il filmetto indipendente tutto pulito e leccato, che senso ha? Che sei indipendente a fare?Torniamo un attimo a quando hai cominciato i tuoi primi esperimenti ad Ascoli Piceno. Mi dicevi che l'altra vostra passione era il rap, e infatti tu e Andrea sareste poi diventati le Menti Criminali, una delle prime posse italiane… Ora, saprai che in tempi più recenti il binomio horror-rap ha avuto una certa fortuna, in particolare grazie al giro TruceKlan…
Guarda, proprio qualche tempo fa ho incontrato il Danno dei Colle Der Fomento che mi fa: "io glielo dico sempre a Metal Carter che i primi siete stati voi!" Perché in effetti anche nelle Menti Criminali la componente horror c'era, se pensi a pezzi come "Psicopatico"… Però giustamente Metal Carter ha sviluppato una cosa molto sua, ha uno stile personale, quindi lasciamo stare i paragoni. Le Menti Criminali poi nascevano in un contesto diverso, erano altri anni, a fine Ottanta se per caso in TV c'erano i Run DMC ospiti da Jovanotti se ne parlava per una settimana! Noi poi eravamo molto legati a Lou X, Dsastro, C.U.B.A. e gli altri del giro tra Tortoreto e Pescara perché ci dividevano appena venti chilometri e quindi fare le cose assieme veniva naturale. Poi grazie a loro conoscemmo gli Assalti Frontali, e via via tutto il resto della scena.
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Più o meno ogni estate, quando torno dalle mie parti.Digli che su VICE si è parlato un sacco di lui.
Ho visto. Ma non credo che gli interessi riesumare quegli anni.Lo sospettavo. Tornando a noi, per chiudere: all'inizio mi parlavi di te e Andrea come di due disperati che cercavano di sopravvivere alla vita in provincia. E ho come il sospetto che, in Bizzarro Italiano, di provincia ce ne sia tanta. Quanto ha contato quell'elemento nella formazione dell'underground horror tra fine Ottanta e inizi Novanta?
Tantissimo. In parte l'ultimo film che ho girato, Mad In Italy, l'ho voluto ambientare proprio ad Ascoli per questo motivo: era un po' un ritorno alle radici, diciamo. Un po' perché la provincia si porta sempre appresso quest'aura malata, oscura. Un po' perché, se ripenso a quegli anni, mi chiedo: cosa altro potevamo fare in un posto come Ascoli se non girare sgangherati corti in periferia e scrivere testi rap? Tu non hai idea di cosa sia stata la provincia in quegli anni. Essere due adolescenti in una cittadina in cui l'unico passatempo era lo stadio, e se non era lo stadio era l'eroina. Le domeniche pomeriggio in cui non c'era niente, a parte l'angoscia più totale. E poi gli inverni! Questi inverni freddi, infiniti, vuoti… Passavi per la piazza principale e ci trovavi solo i tossici. Fine. Ogni tanto saltavano fuori queste storie, sai? I classici drammi familiari tipo figlio eroinomane che minaccia la mamma per farsi dare i soldi per la dose…Come in "Cinque minuti di paura" di Lou X.
Esatto. Che infatti se vogliamo è un pezzo horror anche quello.Segui Valerio su Twitter: @thalideide