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Tecnologia

Barbara d'Urto, Playmobil e Antropecene: il meglio della Global Game Jam 17

Questo fine settimana, in tutto il mondo, si è tenuta la Global Game Jam — Noi italiani abbiamo prodotto titoli del calibro di 'Barbara d'Urto' e 'Playmobil Merda'.

La Global Game Jam è un evento sullo sviluppo di videogiochi che si tiene a cadenza annuale e in contemporanea mondiale presso centinaia di sedi accreditate. È stata avviata nel 2009 dalla International Game Developers Association (IGDA) e si tratta fondamentalmente della più grande game jam al mondo, un evento in cui migliaia soggetti con una vena creativa, coadiuvati da una squadra di menti tecniche pensanti, può dare il suo contributo per creare un gioco completo in appena 48 ore di sviluppo serrato, insonnia e dosi improbabili di energy drink.

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Una sessione della Global Game Jam, infatti, comincia con l'annuncio del tema da seguire per sviluppare l'idea: tutti i partecipanti hanno a disposizione due giorni per creare un videogioco che interpreti in maniera originale l'argomento scelto per la jam.

Ovviamente, la Global Game Jam non è solamente una sfida, ma più che altro un evento divertente dove conoscere tantissime persone di estrazione diversa: programmatori, artisti, musicisti, disegnatori e semplici caffeinomani—bianchi, neri, donne, uomini, ricchi, poveri. L'Inclusiveness Policy, ovvero le norme sull'inclusione che regolano alcuni dei principi fondamentali della game jam, presente sul sito dell'iniziativa, parla chiaro: l'importante è soprattutto divertirsi, lavorare duro e proporre qualcosa che porti avanti la passione per i videogiochi nel rispetto reciproco e nella valorizzazione del lavoro di tutti. Sebbene quest'anno siano state segnalate alcune sviste nel controllo dei giochi proposti, con qualche produzione non conforme allo statuto, i titoli in questione sono stati prontamente rimossi dal sito e il team della Global Game Jam ne sta verificando la regolarità in queste ore—E a questo proposito ci vedrete a breve tornare sull'argomento.

There are games in Milan at the Pietro Righi Riva22 gennaio 2017

Negli scorsi anni, le Global Game Jam hanno dato vita ad alcuni successi commerciali come Surgeon Simulator, ma anche piccoli giochi molto apprezzati dalla critica e dai fini conoscitori del medium, come l'italianissimo Mirror Moon—che, a ben vedere, è stato il precursore non-deludente del ben più blasonato e pubblicizzato No Man's Sky.

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Trattandosi di un evento appena concluso, e soprattutto considerando che più della metà dei partecipanti ha avuto grandissime fatiche a dormire negli ultimi due giorni, non si hanno ancora i numeri dell'edizione appena trascorsa, ma tanto per farvi capire la portata dell'evento, l'edizione del 2016 ha visto la partecipazione di 632 sedi accreditate, con 36.000 sviluppatori registrati appartenenti a 93 nazioni, che hanno sviluppato 6866 giochi.

L'edizione del 2016 ha visto la partecipazione di 632 sedi accreditate, con 36.000 sviluppatori registrati appartenenti a 93 nazioni, che hanno sviluppato 6.866 giochi.

Il tema scelto per quest'anno è stato "Waaaves", qualcosa che avesse a che fare con le onde, le vibrazioni, queste cose qui: come avrete capito, l'importante è sfruttare il tema per farsi venire un'idea brillante, divertente o anche solo stupida per non dormire due giorni.

Da parte mia, preferendo dormire non ho il tempo materiale di spulciare tutti i 7.184 giochi usciti da questa due giorni di pantagruelica creatività, per cui vi parlerò (interamente a pregiudizio, con un approccio completamente gonzo) della cinquina di titoli italiani più assurdi che ho recuperato dal listone presente sul sito ufficiale dell'evento. Talent scout, aprite il taccuino.

Barbara d'Urto

Vincitore morale della Global Game Jam 2017 a nome della redazione di Motherboard Italia, ma anche un po' di tutte le altre con cui collaboro, è Barbara d'Urto e narra le vicende di una presentatrice portata al limite della sopportazione, che diventa una macchina assassina in grado di sfruttare le onde d'urto per farsi spazio in corridoi pullulanti di nemici. A metà tra un picchiaduro a scorrimento, una puntata di Dragon Ball sotto acidi e uno spin-off troppo frizzante di Boris, Barbara d'Urto ha già il potenziale per diventare un nuovo cult à la Super Botte & Bamba 2 Turbo.

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M.E.G.A. Make Electromagnetism Great A-game

M.E.G.A. è un gioco mobile che cavalca la new wave dei giochi VR, e dunque sfrutta Cardboard per immergerci nella vera storia di Maxwell e del giovane Hertz, raccontandoci come andò realmente con quella strana brutta storia delle onde elettromagnetiche (il gioco è fruibile anche in single player, ma beneficia della presenza di un compagno/disturbatore). Il duo è impegnato a portare "innumerevoli benefici per la scienza, tanto divertimento e forse alcune ferite lievi in una dimensione parallela abitata da entità invisibili" e devo dire che, seppur non sia un grandissimo fan dei giochi in realtà virtuale, il team che ha tirato su M.E.G.A. ha già una discreta esperienza alle spalle e, soprattutto, il gioco include un'immagine del fisico matematico James Clerk Maxwell con un lacrimone sulla guancia, quindi non può che starmi simpatico a pelle.

Playmobil Merda

Ma quanto sono belli i titoli dei giochi delle jam? Quasi quasi l'anno prossimo mi candido come titolista. Ad ogni modo, Playmobil Merda è un gioco multiplayer competitivo in cui, grazie ai giroscopi di due smartphone appositamente associati al PC, bisogna far saltare le due ranocchie presenti su schermo per mandare da una parte all'altra una bomba, che esploderà dopo sessanta secondi sancendo la sconfitta di uno dei due partecipanti. Come tutte le idee di gameplay brillanti, è più facile a vederlo che a spiegarlo, anche se tutto sommato ho il fiatone già così. Menzione d'onore per la deliziosa resa grafica del fondale stile LEGO e della palette cromatica.

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Anthropocene: The Sixth Wave

Vi ricordate in che periodo storico ci troviamo? Esatto, nell'Antropocene: significa che noi, ovvero l'essere umano, stiamo cambiando il pianeta in cui viviamo—Se in meglio (LOL) o in peggio, lo lascio decidere a voi. Ad ogni modo, Anthropocene: The Sixth Wave è il titolo sviluppato nella 48 ore da Alex Camilleri, di cui avevamo presentato il suo Memoir en Code, e Niklas Strom. Si tratta di un breve racconto interattivo in cui ripercorreremo tutte le più grandi ondate di estinzioni della storia della Terra, fino ad arrivare a quella che ci stiamo preparando oggi con le nostre stesse mani. Dentro ci sono anche delle gag a tema "nomi normali ad animaletti e essere viventi strani" quindi credo si possa dire con tranquillità che ci troviamo davanti a qualcosa che, be', fa ridere ma fa anche pensare.

Splash & Squash Party

Chiudo la cinquina con il delizioso Splash & Squash Party, altro gioco multiplayer in cui menare fisicamente delle scatole di cereali e/o altri supporti confacenti in cui è stato inserito il solito smartphone dotato di giroscopi, allo scopo di mandare in giro una palla-cactus e far scoppiare i palloncini presenti in acqua. Un po' Mangia Ippo e un po' minigioco ispirato di Mario Party, Splash & Squash Party ha un aspetto grafico veramente adorabile e kawaii che gli assicura un ridente futuro in quel del Giappone. O è l'aspetto kawaii, o la presenza di tentacoloni zozzoni, devo ancora decidere.

E questi sono solo cinque dei prodotti italiani usciti dalla due giorni di sviluppo serrato. Una selezione che sicuramente riempirà di gioia i presenti e farà incazzare gli esclusi (anche se vorrei menzionare al volo Hot Wheelchairs, che pur non avendo nulla di visibile vince tutto il vincibile già solo per la combo titolo/logo, e Red, che ha uno stile visivo splendido), ma tant'è: Vasco è stato silurato da Sanremo e ci ammorba i coglioni ancora oggi, un mio articolo sicuramente non andrà a intaccare il vostro meritato successo.

Segui Stefano su Twitter: @Nabucodorozor