La storia delle macchine per suicidarsi fai-da-te
Philip Nitschke con la sua macchina Deliverance nel 1996. Si trattava del laptop utilizzato per facilitare la prima eutanasia legale della storia. Immagine: Philip Nitschke

FYI.

This story is over 5 years old.

Tecnologia

La storia delle macchine per suicidarsi fai-da-te

Nel 1996 Philip Nitschke usò un computer per agevolare la prima eutanasia legale nella storia. Oggi sta insegnando agli anziani come comprare Bitcoin, usare la messaggistica criptata e navigare nel deep web per suicidarsi alle loro condizioni.

La prima volta che Ruby e Jack hanno usato i Bitcoin è stato per comprare delle droghe illegali. Ruby, un’ex educatrice per adulti, e suo marito Jack, un paramedico in pensione, hanno entrambi recentemente compiuto 60 anni, ma al tempo non puntavano a un festeggiamento chimico. La coppia australiana stava invece cercando di acquistare sodio Pentobarbital, meglio conosciuto come Nembutal, un barbiturico ad azione rapida, letale in piccole dosi e che risulta una sostanza controllata in Australia, Stati Uniti e molti paesi dell’Europa occidentale.

Pubblicità

I due pensavano che un giorno avrebbero potuto aver bisogno del Nembutal per porre fine alle loro vite.

Nonostante sia usato dai medici come sedativo e anticonvulsivante, sono necessari appena 10 grammi di Nembutal per provocare un arresto respiratorio e causare la morte in pochissimi minuti. La sostanza è stata usata nei penitenziari degli Stati Uniti per giustiziare prigionieri ed è regolarmente impiegata dai veterinari, ma è forse più conosciuta come la sostanza di scelta delle associazioni che si battono per il diritto alla morte.

Circa quattro anni fa, Ruby e Jack — i cui nomi sono stati cambiati per proteggere la loro privacy ed evitare di attirare attenzioni indesiderate da parte delle forze dell’ordine - hanno aderito alla Exit International, un’organizzazione australiana per il diritto alla morte fondata dallo schietto medico Philip Nitschke. Nel 1996, Nitschke ha agevolato la prima eutanasia legale nella storia utilizzando un computer portatile che faceva girare un software sviluppato per somministrare una dose letale di barbiturici con il semplice click di un pulsante. Poco dopo, tuttavia, l’Australia ha approvato una legge che proibiva ai medici di praticare l’eutanasia su pazienti malati terminali. Nitschke fondò l’Exit International come alternativa all’eutanasia sanzionata dallo stato e alla morte assistita.

’”Eutanasia” implica un medico che pone fine alla vita di un paziente, mentre “morte assistita” o “aiuto medico nel morire” comportano un dottore che prescrive farmaci letali a un paziente che è intenzionato a suicidarsi. Ad oggi cinque paesi hanno legalizzato l’eutanasia: Olanda, Belgio, Canada, Colombia e Lussemburgo. Germania, Svizzera, uno stato australiano e sei stati statunitensi permettono la morte assistita nell'ambito di una casistica limitata. Le leggi per il diritto di morire variano largamente in questi paesi, e anche dove è legale può essere proibitivo convincere lo stato che un malato terminale sia eleggibile per una morte assistita, ed è ancora più difficile trovare un medico intenzionato ad eseguirla.

Pubblicità

Il limitato accesso alla morte assistita o all’eutanasia volontaria lascia i pazienti terminali con poche opzioni capaci di far finire le loro sofferenze. Chi può permetterselo si sposta in paesi come la Svizzera, dove la compassionevole organizzazione per la morte Dignitas li aiuta a morire, tuttavia questo processo può costare fino a 10.000$. Altri scelgono di suicidarsi in modi decisamente meno umani: il regista Claude Jutra è famoso per aver scelto di saltare giù da un ponte dopo che gli era stato diagnosticato un inizio di Alzheimer, e in Canada alcuni pazienti hanno smesso di mangiare per essere idonei alla morte assistita. Molte persone, tuttavia, sono lasciate a vivere i loro ultimi giorni agonizzanti, private di ogni possibilità di una morte volontaria.

Negli ultimi trent’anni, la mancanza di opzioni per suicidarsi per i malati terminali ha portato all’emergere di un movimento, guidato dalla teconologia, per l’eutanasia fai-da-te. L’eutanasia casalinga è discussa tra i dignitosi difensori della morte, e un più facile accesso a strumenti letali porta con sé anche un significativo rischio d’abusi. Gli attivisti di questo cosiddetto “underground mortifero” considerano la morte volontaria come un diritto naturale e vedono la tecnologia come un potente metodo per deregolamentarla. Questi attivisti per la morte pensano che le loro azioni siano un’alternativa necessaria fino a quando le leggi cambieranno, permettendo a un paziente terminale di scegliere autonomamente quando morire in modo legale e con prezzi abbordabili.

Pubblicità

In Australia il dibattito per il diritto alla morte va avanti da decenni. Il Territorio del Nord ha legalizzato l’eutanasia nel 1996, ma meno di un anno dopo, la legge è stata rigettata. Fino a poco tempo fa l’Australia ha negato a tutti i pazienti malati terminali il diritto a morire. Lo scorso anno lo stato di Victoria ha votato per legalizzare la morte assistita con una legge che dal premier di Victoria è stata definita “il modello di autonoma morte assistita più conservatiore che sia mai stato proposto”. Poco prima che Victoria approvasse la legge, anche lo stato natale di Ruby e Jack, il Nuovo Galles del Sud, ha considerato di legalizzare la morte assistita. La legge è stata rigettata per un singolo voto.

Nel frattempo Ruby stava lottando con le intenzioni suicide di suo marito, un risultato della lunga battaglia di Jack con lo stress post-traumatico e un invalidante dolore intestinale, la cui causa non è mai stata formalmente diagnosticata. Sebbene nel nuovo Galles del Sud una legge sia stata approvata, i problemi di salute mentale di Jack lo avrebbero reso ineleggibile per l’eutanasia.

Anche Ruby deve sopportare il dolore. Sente una lancinante sensazione elettrica sulla faccia a causa di una nevralgia del trigemino, una neuropatia. Tuttavia Ruby pensa che difficilmente sceglierà mai di suicidarsi. Nonostante questo, dopo aver visto suo padre morire e la sua madre novantatreenne - anche lei un membro della società per l’eutanasia - vedersela con la propria mortalità, Ruby ha detto che avere del Nembutal in casa le dà una certa pace mentale: nel caso in cui le cose dovessero mettersi male, lei avrebbe a disposizione un modo dignitoso di morire.

Pubblicità

“È dura immaginare o anche solo pensare perchè qualcuno voglia togliersi la vita,” mi ha detto Ruby, “Ma essere il partner di qualcuno che è in quella condizione ha davvero cambiato la mia visione del suicidio. Quando una persona è pronta ad andarsene, penso sia più compassionevole lasciarlo andare alla sua maniera, piuttosto che tentare di trattenerlo.”

Nitschke è d’accordo.

A seguito del divieto dell’eutanasia in Australia del 1997, l’allora cinquantenne Nitschke fondò Exit International e si ritrovò al timone di una crescente rete di attivisti del sottobosco relativo al diritto di morire, i quali sostenavano la morte assistita senza medico come una soluzione alle restrittive leggi in materia di suicidio. Questi attivisti erano impegnati nella “pratica del morire” adattando oggetti casalinghi per fini letali e aiutando le persone ad usarli. Vedevano inoltre Internet come un potente medium per diffondere la conoscenza sugli effettivi metodi per morire e come rete per connettere malati terminali che cercavano di porre fine alle loro vite, grazie a questi attivisti che potevano aiutarli nel rendere possibile il suicidio.

Lo scorso ottobre, Ruby e Jack hanno consultato il “Peacefull Pill Handbook” dell’Exit International, un testo che è stato soggetto a numerosi tentativi di censura in Australia sin dalla sua pubblicazione nel 2006, per imparare a ordinare del Nembutal su internet.

Pubblicità

“Jack voleva davvero avere il controllo, provare quella sensazione che avrebbe avuto un’alternativa se fosse arrivato a un punto in cui non avrebbe più potuto gestire l’intensità del dolore,” ha detto Ruby. “Per noi ordinare il Nembutal significava soltanto sapere che era a disposizione.”

L’e-book ha insegnato alla coppia come scaricare il browser web Tor e a usare ProtonMail, un client di e-mail anonimo per contattare un fornitore di Nembutal in Messico. Nè Ruby nè Jack avvano mai usato un servizio di messaggistica criptata fino ad ora, e avevano solo una vaga idea cosa il “web sommerso” fosse o come funzionasse.

Usando le informazioni fornite dall’Exit International, Ruby e Jack hanno contattato il fornitore di Nembutal, che gli ha dato l’indirizzo di un portafoglio di Bitcoin e dato istruzioni di mandare l’equivalente in criptovaluta di 700$ in cambio dei barbiturici. Il problema era che la coppia non conosceva affatto i Bitcoin, e il Peacefull Pill Handbook mancava di informazioni precise su come acquistarli e usarli. Dopo alcune ricerche, Ruby e Jack hanno deciso di comprare alcuni Bitcoin da CoinTree, un mercato di criptovalute australiano.

“È stato molto veloce ordinare il Nembutal,” ha detto Ruby. “Avere i Bitcoin è stata la parte più lunga. CoinTree scrisse una nota dicendo che a causa della corrente popolarità del Bitcoin, molte transazioni erano in corso nello stesso momento, rallentando così l’intero processo. C’è voluto qualche giorno perché la transazione originale si convertisse in qualcosa che abbiamo potuto vedere sul nostro conto.”

Pubblicità

Una volta ottenuti i Bitcoin, Ruby e Jack hanno mandato l’ordine al fornitore messicano di Nembutal, che ha fornito loro un numero di tracking per tracciare la loro spedizione. Una volta che la spedizione ha raggiunto il Nuovo Galles del Sud, tuttavia, il tracciamento si è fermato. Gli ufficiali doganali australiani avevano intercettato il pacco.

“Tradizionalmente i workshop sull’eutanasia avevano sempre riguardato il farmaco più efficace e il come ottenerlo. Ora stiamo organizzando corsi su come si usano i Bitcoin e la crittografia.”

Storie come quelle di Ruby e Jack sono comuni all’interno dei circoli per il diritto alla morte. Anche solo entrarne a far parte è abbastanza per attirare l’attenzione delle varie declinazioni delle forze dell’ordine. Così nell’ultimo ventennio Nitschke e l’underground del diritto alla morte hanno sperimentato soluzioni tecnologiche per deregolamentare la morte.

Sotto molto aspetti, l’eutanasia fai da te è un prodotto del diffuso tecno-libertarismo della Silicon Valley. Nitschke e la controcultura della morte vedono le tecnologie digitali come strumenti per sovvertire il controllo dello stato sulla vita e sulla morte, un modo per dare la possibilità alle persone che stanno davvero soffrendo di prendere le proprie decisioni.

Oggi Nitschke fa leva sull’ubiquità di Internet e su sofisticate tecnologie commerciali come la stampa 3D, la messaggistica criptata e le criptovalute, per permettere a chi la cerca una fine volontaria. Questo approccio fai-da-te alla morte assistita e all’eutanasia è fonte di molte controversie, persino in seno agli attivisti per il diritto alla morte. Come con qualsiasi tecnologia, c’è sempre il rischio di incidenti e abusi. Tuttavia per persone come Ruby e Jack, questo mondo clandestino è visto come l’unica opzione per una morte volontaria.

Pubblicità

‘Tra 15 secondi verrà somministrata un’iniezione letale… premi 'sì' per procedere’

Lo scorso ottobre, all’incirca mentre Ruby e Jack imparavano ad usare i Bitcoin, Nitschke presentò a Toronto Sarco, un dispositivo attualmente in fase prototipica che aiuterà le persone a suicidarsi. Descritto dall’Exit International come la prima macchina per eutanasia stampata in 3D al mondo,” Sarco è sostanzialmente un feretro connesso a un erogatore di azoto liquido.

Un render di Sarco, la “macchina per suicidarsi”.’ Immagine: Philip Nitschke

Prima che qualcuno possa usare Sarco deve completare un test psichiatrico online progettato per assicurare che si sia mentalmente abili nel prendere la decisione di togliersi la vita. Se il test viene superato viene fornito un codice, valido per 24 ore, per sbloccare la propria macchina Sarco. In qualsiasi momento di questo finestra temporale, l’utente può entrare nella capsula, chiudere il portello e premere il pulsante.

A questo punto l’ossigeno viene fatto uscire dallo scompartimento e sostituito con l’azoto. Secondo Nitschke, l’utilizzatore proverà brevemenete una sensazione di euforia, prima di perdere coscienza velocemente. In cinque minuti dalla pressione del pulsante nella capsula, si muore.

Sarco è una tecnologia open-source, e il progetto sarà reso disponibile in modo libero su Internet una volta che sarà completato. È una grossa macchina e Nitschke sa che per costruirna una le persone avranno bisogno di avere a disposizione una stampante 3D di proporzioni industriali. Il suo design minimalista, elegante, la rende molto simile a un gadget, che sembra portare con sé l’implicita promessa che questo sia il futuro dell’eutanasia fai-da-te.

Pubblicità

In realtà, se Nitschke riesce nel suo intento, Sarco sarà il cavallo di Troia nella rivoluzione tecnologica per una modernizzata auto-liberazione.

Comprensibilmente, la cosiddetta “macchina del suicidio” di Nitschke ha mosso molta stampa, la quale apparentemente non sembra aver contestualizzato il dispositivo in un discorso più ampio riguardo la morte, la tecnologia e l’auto-determinazione. Sarco è senza dubbio una macchina sensazionale, ma le tecnologie digitali hanno occupato un ruolo centrale per decenni all’interno della controcultura dell’eutanasia.

La questione della morte assistita senza medico è per la prima volta entrata grandemente nell’immaginario collettivo nel 1990, quando Jack Kevorkian, un medico più conosciuto con il soprannome affibbiatogli dalla stampa di “Dr. Morte”, praticò l’eutanasia nel retro del suo furgone su Janet Adkins, una donna cinquantaquattrenne del Michigan malata di Alzheimer. Fu la prima di una serie di “morti pietose”, agevolate da Kevorkian, al quale alla fine costarono una condanna di otto anni di prigione.

Jack Kevorkian dopo essersi consegnato per la morte di Janet Adkins nel 1993. Immagine: MICHAEL E. SAMOJEDEN/AFP/Getty Images

Nel caso della Adkins, Kevorkian usò un dispositivo chiamato Thanatron, un grezzo assemblaggio di tre flebo: una per iniettare una soluzione salina, una per iniettare un barbiturico e una terza per somministrare una dose letale di cloruro di potassio. Il paziente poteva passare da una flebo all’altra premendo un pulsante. Dopo aver agevolato due morti assistite usando lo Thanatron, Kevorkian sviluppò una nuova macchina chiamata Mercitron, la quale dava al paziente una dose fatale di monossido di carbonio. In entrambe queste macchine, tuttavia, era il paziente che in definitiva schiacciava il pulsante che poneva fine alla sua vita.

Pubblicità

George Annas, Direttore del Center for Health Law, Ethics & Human Rights dell’Università di Boston, in un articolo del 1991 pubblicato in un report dell’Hastings Center, affermò che la fascinazione dei media per Kevorkian aveva più a che fare con la sua macchina, piuttosto che con il dottore in sè.

“Le macchine hanno la tendenza a spersonalizzare la morte e di farci sentire meno responsabili per essa,” scrsse Annas, il quale sosteneva che se Kevorkian avesse puntato una pistola alla testa della Adkins o semplicemente le avesse dato una corda per impiccarsi da sola, la questione se le sue azioni fossero un assassinio o un omicidio colposo sarebbe stata molto più chiara”. Similmente, se Kevorkian avesse dato alla Adkins solo delle pillole, “sarebbe stato improbabile vederlo incriminato per qualcosa.”

Ma Kevorkian prese una posizione intermedia: ideando la sua stessa macchina senza alcun uso medico,” Annas aggiunse, “ma a causa delle flebo e delle sostanze coinvolte, sembra una macchina medica. La ‘macchina per il suicidio’ è un ibrido tra la tecnologia medica e non medica.

Attraverso l’oceano Pacifico, Nitschke seguì il processo a Kevorkian con interesse distaccato. Per gran parte della sua carriera come medico, Nitschke non si occupò mai molto di eutanasia. Ma quando il proposto “Rights of the Terminally Ill Act” fu messo a dura prova dall’Australian Medical Association nel 1995, Nitschke, assieme a pochi altri medici, firmò una lettera nel Territorio del Nord sostenendo per i pazienti il diritto a determinare la loro morte.

Pubblicità

Lo ‘Thanatron’ di Jack Kevorkian che due dei suoi pazienti utilizzarono per porre fine alle proprie vite. Immagine: TIMOTHY A. CLARY/AFP/Getty Images

Poco dopo la ratifica del Rights of the Terminally Ill Act nel 1996, Nitschke entrò nella storia come la prima persona al mondo a praticare legalmente l’eutanasia su un uomo. Robert Dent, il primo paziente di Nitschke, è descritto dal The New York Times come un uomo sulla sessantina, sofferente per un cancro alla prostata in stato avanzato. A parte l’essere la prima eutanasia di questo tipo nella storia, la morte di Dent è importante per un altro motivo - fu agevolata da un laptop.

Il computer, un portatile Toshiba che Nitschke utilizzava anche per navigare su Internet e rispondere alle e-mail, faceva girare un semplice software sviluppato da Nitschke chiamato “Deliverance”, il quale chiedeva al paziente tre domande. Le prime due assicuravano che il paziente capisse che stava per suicidarsi. “Sei consapevolete che se vai avanti fino all’ultima schermata e premi il pulsante “Sì” ti verrà data una dose letale di farmaci e morirai? Sei sicuro di aver capito che procedendo e premendo il pulsante “sì” nella prossima schermata, morirai?”

L’ultima domanda andava dritta al punto: “Tra 15 secondi verrà somministrata un’iniezione letale… premi “sì” per procedere.”

Se l’utente cliccava “sì”, innescava il computer a rilasciare dopo 15 secondi una dose letale di barbiturici attraverso un ago endovenoso nel braccio del paziente. Subito dopo, lo schermo in bianco e nero del computer diventava vuoto, ad eccezione di una singola parola: “Exit.” Il paziente perdeva velocemente coscienza e moriva in pochi minuti.

Pubblicità

“Osservai quello che Kevorkian stava facendo negli Stati Uniti e pensai che potevo migliorare un po’ la cosa, “ mi ha detto Nitschke. “La sua macchina sembrava un po’ amatoriale, ma era davvero interessante che l’avesse progettata in modo che fosse il paziente al controllo.”

Di certo Deliverance, la macchina di Nitschke, fu un migliorameno rispetto ai relativamente grezzi dispositivi di Kevorkian, Thanatron e Mercitron. Tuttavia, Nitsche non era soddisfatto con il modo in cui il computer mediava il processo di eutanasia. Secondo lui non veniva fatto abbastanza.

I cavilli nella legge australiana per l’eutanasia dicevano che un dottore in realtà non avrebbe potuto somministrare i farmaci in grado di provocare la morte di qualcuno - i pazienti dovevano farlo da soli. Da questo punto di vista, Deliverance di Nitschke fu un significativo passo in avanti, dal momento che lui non avrebbe più dovuto stare nella stanza, “rubando spazio”, per come la mette, ai parenti in lutto. Tuttavia, anche solo avere accesso alla macchina richiedeva ai pazienti di sottostare a un rigoroso test psichiatrico. Nitschke sostiene che nè i medici nè i pazienti malati terminali erano preparati a questa sorta di ordalia.

“Anche nel 1996 i miei pazienti temevano la visita dallo psichiatra,” ha affermato Nitschke. “Lo psichiatra potrebbe dire ‘Oh no, sembri depresso.’ Beh, certo che siamo tutti depressi - stiamo per morire.”

Pubblicità

“Non è una questione che tu sia depresso o meno,” continua Nitschke, “ma se sei così depresso da aver perso la facoltà di sapere cosa stai facendo.”

Nel futuro Nitschke spera che dispositivi come Sarco potranno incorporare intelligenze artificiali in grado di determinate se una persona sia mentalmente abile per prendere la decisione di porre fine alla sua vita, così da evitare la dolorosa ordalia delle visite per avere l’approvazione dello psichiatra. Nonostante questa tecnologia non fosse disponibile quando Nitschke sviluppò la macchina Deliverance, quattro dei suoi pazienti malati terminali usarono la macchina per morire prima che la legge che legalizzava la morte assistita nel Territorio del Nord fu revocata nel 1997.

L’improvviso cambiamento di rotta australiano sull’eutanasia legale nel 1997, significava che Nitschke non poteva più aiutare i pazienti a morire con la sua macchina Deliverance - ma non significava che non poteva dare loro il potere di morire in modo pacifico.”

CTRL + MORTE

Quello stesso anno Nitschke fondò la Voluntary Eutanasia Research Foundation, un’associazione per il diritto alla morte che sarebbe poi diventata Exit International. Lo scopo dell’organizzazione era di fornire informazioni ai pazienti malati terminali che stavano considerando di di mettere fine alla loro vita. Questo includeva tutto: dalle informazioni pratiche sul come trovare farmaci letali e il necessario dosaggio, fino al come discutere con le persone care di una questione così delicata.

Nel 1998 Nitschke epanse lo scopo di Exit International e creò NuTech, con l’esplicito scopo di sviluppare nuove tecnologie per assistere nell’eutanasia fai-da-te i malati terminali. A giugno del 1999 Exit International ospitò la prima conferenza NuTech a Berkeley, un evento solo su invito che attrasse eminenti attivisti per il diritto alla morte, incluso Derek Humphry, che recentemente ha scritto un vendutissimo libro sull’eutanasia fai-da-te.

Pubblicità

Il successo di quella conferenza NuTech inaugurale portò Nitschke ad ospitare un altro raduno a Seattle nel novembre successivo. L’evento di due giorni era chiuso al pubblico con due importanti eccezioni: una coppia di giornalisti pre-selezionata a cui fu permesso di vedere alcune dimostrazioni tecniche, e un dottorando di nome Russel Ogden al quale fu permesso di partecipare all’intero evento come osservatore esterno.

Famoso nel mondo accademico come l’unico esperto al mondo dell’ underground dell’eutanasia (una caratteristica che discutibilmente mantiene anche oggi), Ogden è probabilmente l’unico non attivista a partecipare alla conferenza NuTech nella sua interezza. Nel 1994 Ogden pubblicò la sua tesi sulla morte assistita senza medico nei malati di AIDS mentre frequentava un Master all’Università Simon Fraser, subito si ritrovò coinvolto in una serie di controversie. Poco dopo la pubblicazione Ogden fu convocato da una commissione di medicina legale e gli fu ordinato di consegnare tutte le informazioni riguardanti uno dei soggetti anonimi della sua tesi, qualcuno che la commissione pensava fosse correlato a una morte sotto investigazione.

Nitschke parla della sua macchina Sarco alla conferenza NuTech di Toronto nel 2017. Immagine: Philip Nitschke

Ogden rifiutò di apparire in tribunale, sulla scorta del fatto che avrebbe violato i termini del rapporto confidenziale che aveva con i suoi soggetti. Avrebbe probabilmente vinto una causa che avrebbe fatto giurisprudenza in Canada, ma durante il processo fu legalmente abbandonato dall’Università Simon Fraser. Ogden, quindi, chiese di continuare il suo dottorato all’Università di Exeter nel Regno Unito, la quale aveva promessa supporto nella sua ricerca sull’ underground della morte assistita. La commissione etica alla fine fece marcia indietro sull’impegno preso e Ogden lasciò nel 1998, dopo che l’università informò che non avrebbe garantito la totale anonimità per i 100 soggetti intervistati che avevano aiutato a morire malati terminali di AIDS. Il risultato di questo studio senza precedenti rimane inedito.

Pubblicità

Nonostante le sue difficoltà professionali, l’impegno di Ogden a studiare la morte assistita senza medico gli fece guadagnare un posto da osservatore alla seconda conferenza NuTech del 1998.

In linea di massima l’evento era chiuso al pubblico, dal momento che i partecipanti avevano tutti praticato l’eutanasia fai-da-te e volevano uno spazio per discutere le loro pratiche senza filtri e in modo confidenziale. (Oggi l’evento è un po’ più aperto - al raduno NuTech dello scorso anno alcune discussioni sono state trasmesse in streaming). Come raccontato dal famoso attivista per il diritto alla morte John Hofsess nella sua lettera di addio, le morti assistite casalinghe sono spesso viste come un’attività criminale (e agli occhi della legge, spesso, avere a che fare con morti assistite è illegale), nonostante le migliori intenzioni e il consenso di tutti i coinvolti. Hofsess ha spiegato nel dettaglio come gli attivisti lavoravano con i loro pazienti, assicurando che le loro morti sembrassero naturali, il che riguardava creare prove false, come il mandare i due coniugi a fare compere per avere dai negozi delle ricevute con un orario stampato sopra. Allo stesso modo, Hofsess e i suoi collaboratori avrebbero dovuto utilizzare guanti e stivali per assicurarsi di non lasciare traccia della propria presenza sulla scena del ‘crimine’.

Il rapporto di Ogden sulla seconda conferenza NuTech fu pubblicato su Death Studies poco dopo l’evento e descriveva una situazione ridotta, con solo una dozzina di attivisti per il diritto alla morte da tutto il mondo, uniti sotto la bandiera di un “imperativo tecnologico” quando si doveva parlare di morte assistita senza medico.

Pubblicità

“La portentosa capacità di Internet di condividere idee e tecnologie sta facilitando l’obbiettivo del movimento globale per il diritto alla morte,” scrisse Ogden. “Per un piccolo ma influente settore del movimento per il diritto alla morte, un ‘imperativo tecnologico’ è arrivato - ossia, la spinta a fare pieno utilizzo di apparrecchiature per velocizzare la morte.”

Secondo il rapporto di Ogden, le principali tecnologie discusse alla conferenza NuTech erano dei sacchetti di plastica sigillati con velcro, conosciuti come “exit bags”, che il paziente poteva mettersi in testa per interrompere il flusso di ossigeno al cervello, e un dispositivo chiamato Derespiratore, un sistema per immersioni modificato che gradualmente sostituiva nel paziente l’ossigeno con l’azoto, fino alla perdita di conoscenza e alla morte. I partecipanti discussero le loro esperienze usando questi dispositivi in dettaglio, notando le difficoltà che avevano avuto con i pazienti o con inattesi problemi tecnici. A un certo punto, durante la conferenza, Ogden racconta che un partecipante mostrò il funzionamento del Derespiratore, abbassando i suoi livelli d’ossigeno fino all’8% (raggiungendo circa il 5%, avrebbe perso la coscienza.).

Prevedibilmente, il nascente movimento dell’eutanasia fai-da-te descritto da Ogden fu accolto con preoccupazione, non solo dal pubblico, ma anche dagli altri sostenitori del diritto alla morte. Lo psicologo James Werth intervenne sulle pagine di Death Studies per esprimere il suo punto di vista, poco dopo che il rapporto di Ogden dalla conferenza fu pubblicato. Nonostante Werth simpatizzasse con lo scopo del movimento di “dare il potere di controllare il momento e il modo di morire ai sostenitori e alle persone che stavano soffrendo,” Werth era preoccupato che tutto questo avrebbe portato solo a leggi anti-eutanasia ancora più stringenti.

Pubblicità

Nitschke tiene in mano un contenitore di azoto. Ha aperto un birrificio come copertura per importare il gas. Immagine: Philip Nitschke.

Werth era inoltre preoccupato dal fatto di lasciare che le persone potessero utilizzare una tecnologia mortale senza l’appropriata esperienza.

“Le mie paure non guardavano tanto al deliberato abuso, perlomeno non all’inizio di questo movimento, ma più alla mancanza di conoscenza tra gli assistenti e alle conseguenti morti premature,” scrisse Werth, che ha rifiutato di essere intervistato per questo articolo. Ancora, Werth notò che “lo sviluppo di alternative all’assistenza medicale, usando sostanze controllate, è progredito troppo oltre per essere abortito o ostacolato.”

Infatti, un inquietante rapporto di Ogdden all’inizio degli anni ‘90 rilevò che molti dei primi tentativi di morte assistita senza medico erano raffazzonati, e spesso finivano in modo macabro. Nel report - nel quale Ogden intervistò 17 persone, compresi infermieri, dottori e due preti che avevano aiutato persone con l’AIDS a suicidarsi - notò che in un caso di morti assistite improvvisate, l’assistente dovette sparare al paziente. Un altro caso finì con l’esecutore della morte a tagliare i polsi del paziente per provocare la morte. In altri due casi si ricorse alla somministrazione di eroina. Ma Ogden contestò in una risposta a Werth che non c’erano abbastanza prove empiriche per decidere se i benefici dell’eutanasia fai-da-te superassero i suoi lati negativi.

“Prima che gli allarmisti conducano a una moralizzazione, merita menzione il fatto che qualsiasi implicazione pericolosa dipende da chi controlla i dispositivi, le condizioni del controllo, e i fini a quale servono,” scrisse Ogden. “Il nostro attuale stato di conoscenza ci fa capire che solo una ricerca empirica può aiutarci a risolvere la questione e i dubbi che io e Werth abbiamo sollevato.”

Pubblicità

I dati empirici per decidere mancano ancora e Ogden, che è probabilmente l’unico ricercatore accademico del mondo che ricerca l’eutanasia fai-da-te, ha smesso di seguire la materia. Nel 2008 ha firmato un accordo con l’Università Politecnico Kwantlen nella Columbia Britannica che gli vieta di ricercare, insegnare, o trattare l’argomento della morte assistita.

BITCOIN E BARBITURICI

A posteriori molte delle paure e delle speranze che si sono intrecciate con il movimento NuTech, sono finite per restare infondate. Vent’anni dopo l’istituzione dell’organizzazione, Nitschke ha detto che NuTech non ha mai preso piede come sperava.

“È stato un fallimento spettacolare, quasi imbarazzante,” mi ha detto Nitschke. Egli attribuisce la mancanza di successo a riguardo alla stigmate sociale che circonda la morte assistita in molti paesi e che dissuade le persone dal collaborare con lui per sviluppare nuova tecnologia per l’eutanasia.

“Sono piuttosto deluso nel vedere che non ci affacciano più idee innovative,” ha aggiunto Nitschke. “Voglio sperare che presto qualcosa possa cambiare.”

Nonostante una fiacca risposta al suo appello per le tecnologie fai-da-te per l’eutanasia, Nitschke non ha smesso di sviluppare progetti da solo, per la maggior parte riutilizzando dispositivi della quotidianità per fini letali.

Nel 2002 Nitschke ha creato la macchina COGen , che consiste in una bombola dove mischiare sostanze chimiche che producono diossido di carbonio che può essere inalato collegando una mascherina alla bombola. Quello stesso anno, Nitschke ha cominciato anche a produrre “exit bags” di plastica, che ha venduto per 30$ al pezzo, modellate su quelle che erano state portate alla seconda conferenza NuTech.

Pubblicità

Nel 2008, Nitschke ha pubblicato i dettagli per una nuova macchina per eutanasia che riconvertiva una tanica di propano, di solito utilizzata nei barbeque, riempendola di azoto, e quindi collegandola con un tubo di plastica. Questo tubo era diretto a un sacchetto di plastica sigillabile che una persona poteva mettersi in testa per somministrarsi una dose fatale di azoto. Ma Nitschke ben presto scoprì che acquistare bombole di azoto poteva essere difficoltoso. Così fondò un birrificio, il Max Dog Brewing, al fine di importare e vendere legalmente bombole da riconvertire per l’eutanasia nel caso il cliente lo volesse.

La ‘macchina per il suicidio’ è un ibrido tra la tecnologia medica e non medica.

Quello stesso anno Nitschke pubblicò la versione online del The Peaceful Pill Handbook. Fermandosi a poco dall’essere un manuale sul come suicidarsi, il libro spiega più di 15 metodi per praticare l’eutanasia, classificati secondo l’affidabilità e la serenità. Il libro fu temporaneamente vietato in Nuova Zelanda e soggetto a censura su Internet in Australia, dove ancora rimane controverso. Nel 2016, funzionari doganali hanno sequestrato e distrutto copie del libro che erano state portate in un paese dove usare metodi elettronici per diffondere informazioni sulla morte assistita è ancora punibile con una multa di 110,000$. Le autorità devono ancora incolpare qualcuno di aver scaricato il libro di Nitschke.

Pubblicità

Secondo Nitschke rendere il Peaceful Pill Handbook una questione solo online è stato sia un aiuto che un intralcio. Da un lato le persone più anziane devono essere a proprio agio nell’usare Internet per accedere al libro, dall’altro la pubblicazione digitale rende anche possibile che il testo sia disponibile a un pubblico globale e permette all’Exit International di integrare ulteriori sviluppi nel momento in cui accadono - Nitschke ha detto di aver aggiornato sei volte il libro solo nel 2017, e questi aggiornamenti erano diffusi via e-mail a chiunque avesse una copia digitale del libro.

Certo, rendere facilmente accessibile informazioni sull’eutanasia fai-da-te ha i suoi rischi. Nel 2014 un australiano ventiseienne, Lucas Taylor, si uccise, presumibilmente dopo aver ricevuto consiglio in un forum online gestito dall’Exit International. Taylor ha mentito sulla sua età per avere accesso al forum, ma la sua morte è stata usata dalla famiglia come esempio del perchè a gruppi come Exit International non debba essere permesso scrivere su Internet informazioni sulle tecniche di suicidio.

Nitschke, un convinto sostenitore della libertà di parola, ha detto che è abbastanza abituato a questo genere di attacchi. Nel tentativo di evitare che copie del Peaceful Pill Handbook possano finire nelle mani sbagliate, Nitschke ha affermato che è in atto un processo di autorizzazione “tremendamente fastidioso” che obbliga le persone a provare la loro età prima di ricevere una copia. Come con qualsiasi manufatto digitale, comunque, una volta che il libro è pubblicato online è difficile controllarlo e limitarne l’accesso al testo, a causa delle reti di file-sharing peer-to-peer e altri metodi non ufficiali di trasmissione.

Pubblicità

“Le famiglie sono comprensibilmente arrabbiate e quindi si sfogano, volendo sapere perchè i loro figli sono stati in grado di ottenere queste informazioni,” ha detto Nitsche. “Una persona giovane che muore non è un bene, ma c’è un bilanciamento dato dal fatto che centinaia di persone più anziante ottengono quelle stesse informazioni e ne traggono beneficio.”

Nonostante i suoi vari, e orientati alla tecnologia, approcci all’eutanasia fai-da-te, Nitschke dice che l’uso di farmaci come il Nembutal rimane ancora il metodo più affidabile e sereno.

Nitschke testa una bombola di azoto. Immagine: Philip Nitschke

Il Nembutal è una sostanza controllata, o disponibile solo su ricetta, negli Stati Uniti, Australia e in molti paesi dell’Europa occidentale, il chè vuol dire che molte persone che voglionono acquistarne devono ordinare il farmaco online da paesi come la Cina e il Messico. Oltre a essere illegale, questo metodo di ottenere Nembutal rende difficile determinare la qualità del prodotto chimico - e quando qualcuno lo sta usando per suicidarsi, vuole essere sicuro che funzioni. Nel 2009 Nitschke distribuì un kit per testare i barbiturici, che consentiva a chiunque di determinate la concentrazione della sostanza chimica letale che si aveva a disposizione.

Il kit per testare è stato un importante aspetto degli sforzi di Nitschke per l’eutanasia, ma è niente se comparato a un evento apparentemente non correlato che successe l’anno precedente - l’invenzione della criptovaluta chiamata Bitcoin da parte di Satoshi Nakamoto.

Pubblicità

Nitschke non lo capì al tempo, ma il Bitcoin finì per diventare una delle principali sfaccettatura della sua attività a favore del diritto alla morte. Secondo Nitschke, la nascita di mercati di farmaci e droghe nel web sommerso, come Silk Road nel 2001, fu un grande vantaggio per le persone che cercavano di comprare in sicurezza barbiturici affidabili per l’eutanasia. Il lato negativo è che acquisire queste sostanze dal dark web richiede di sapere come comprare Bitcoin e usare servizi di chat criptate, fatto che ha provato essere una ripida curva per l’apprendimento dei pazienti più anziani.

Per un po’ di anni, i mercati del dark web sono prosperati e per le persone che cercavano di praticare l’auto-eutanasia si sono dimostrati un’affidabile fonte di farmaci letali. Più recentemente, tuttavia, la maggior parte dei mercati del dark web è stato chiuso dalle forze dell’ordine, obbligando i pazienti malati terminali a cercare altrove le loro sostanze.

Ma nonostante i mercati del dark web siano perlopiù finiti, Nitschke mi dice che molti dei siti che trafficano in Nembutal continuano a richiedere pagamenti in Bitcoin. Questo, ha detto, ha portato a un discreto incremento di persone che si rivolgevano a Exit International per consigli su come usare servizi di messaggistica criptata e i Bitcoin. Per andare incontro a questa domanda, Exit International sta progettando workshop per insegnare alle persone come comunicare in modo sicuro online e come usare le criptovalute per comprare le sostanze chimiche.

Pubblicità

“Tradizionalmente i workshop sull’eutanasia avevano sempre riguardato il farmaco più efficace e il come ottenerlo,” ha detto Nitschke. “Ora stiamo organizzando corsi su come si usano i Bitcoin e la crittografia.”

IL FUTURO DELL’EUTANASIA FAI-DA-TE

Secondo un sondaggio dell’istituto Gallup del 2017, la maggior parte degli americani approva l’eutanasia volontaria. Ma molti medici, psicologi e legislatori rifiutano l’approccio fai-da-te di Nitschke. Ci sono molti gruppi anti-eutanasia che rifiutano la pratica in base a credenze religiose, ma altri si oppongono alla volontaria eutanasia e alla morte assistita basandosi sull’idea di cosa voglia dire per un dottore alleviare la sofferenza.

In un articolo su The Conversation, il professore di medicina all’Università di Monash Paul Komaseroff ha affermato che l’appello di Nitschke alla legalizzazione dell’eutanasia, e la sua promozione di soluzioni di morte assistita senza medico, sono fuorvianti e controproducenti. Invece, quando si parla di cura per la fine della vita, Komaseroff si batte per la codificazione del principio del “doppio effetto”.

Il principio del doppio effetto impone a un dottore di somministrare farmaci - che possono essere barbiturici - per allievare il dolore di un paziente. Se questo paziente esprime il desiderio di morire, questi anti-dolorofici possono essere somministrati in modo che nel tempo oltre che ad alleviare il dolore, abbiano il “doppio effetto” di uccidere il paziente. Diversamente dall’eutanasia non viola l’etica imperativa di non fare del male ed è un opzione per la morte disponibile a chiunque. Chi si oppone alla morte assistita con medico e all’eutanasia volontaria sostiene che la pratica sarebbe totalmente inutile se i governi invece si focalizzassero sul procurare migliori cure palliative.

Pubblicità

La morte fai-da-te è una parte del movimento per il diritto alla morte che molti dottori e gruppi per i diritti dei pazienti in lotta per leggi più progressiste non vogliono affrontare. Ho provato a parlare con una dozzina di gruppi per la dignità e medici che hanno parlato o scritto sull’argomento. I pochi che hanno risposto hanno rifiutato di commentare. Gli altri hanno lasciato le mie mail senza risposta.

Molti attivisti per il diritto alla morte ammettono che le soluzioni fai-da-te siano solo una soluzione temporanea a causa di di leggi che proibiscono l’eutanasia volontaria e la morte assistita da un medico. Nitschke afferma che se i governi avessero una posizione più aperta verso il diritto alla morte - indica l’Olanda come esempio di politiche sull’eutanasia particolarmente progressiste - molte di queste soluzioni fai-da-te sarebbero superflue. Ma per ora non sembra che ci saranno grossi cambiamenti legali che porranno a termine il diffuso divieto alla morte assistita dal medico e all’eutanasia volontaria.

Difatti, Nitschke sostiene che la repressione verso i movimenti per il diritto alla morte si è intensificata negli ultimi anni.

Nel 2009 Nitschke e sua moglie furono trattenuti all’areoporto di Heathtrow di Londra per nove ore, e interrogati riguardo la conferenza al diritto alla morte a cui dovevano partecipare. Nel 2014 il sostenitore dell’eutanasia Max Bromson ha usato il Nembutal per porre fine alla sua vita in una stanza d’ospedale, circondato dai membri della sua famiglia. Dopo la sua morte, la polizia ha fatto irruzione nelll’ufficio di Adelaide dell’Exit International, e sequetrato il telefono e i computer di Nitschke. Nessun accusa è mai stata intentata verso Nitschke.

Nell’aprile del 2016, la polizia inglese è entrata a forza nella casa di Avril Henry, una professoressa di 81 anni in pensione con una salute precaria. Henry era un membro dell’Exit International e dopo che la polizia ha rotto la porta a vetri della sua casa alle 10 di sera, gli agenti l’hanno interrogata per sei ore e confiscato il suo Nembutal. Preoccupata che la polizia potesse tornare e trovare le restanti scorte della sostanze, Henry le ha utilizzate per togliersi la vita quattro giorni dopo.

Più tardi in quell’anno, la polizia neozelandese ha preparato un posto di blocco fuori dal meeting dell’Exit International come parte dell’operazione “Painter”. Durante questa dura operazione, tutti i partecipanti alla conferenza sono stati registrati, con nomi e indirizzi, dalla polizia. Più tardi, alcuni dei partecipanti più vecchi hanno subito una perquisizione nelle loro case senza alcun avviso e molti degli oggetti elettronici, come computer e tablet, sono stati confiscati assieme a lettere personali.

Quando il Nembutal di Ruby e Jack è stato intercettato lo scorso anno, il governo non ha detto niente per due settimane. Poi, un pomeriggio, Ruby ha detto che un paio di agenti della polizia locale si sono presentati senza preavviso a casa loro. Apparentemente, gli agenti erano venuti a controllare la salute di Jack, ma quando lui li ha chiesto se in realtà erano venuti a chiedere del Nembutal, Ruby ha detto che gli agenti si sono mostrati in imbarazzo.

Anche se Ruby non può confermare che in effetti quella fosse la vera ragione della visita, Jack, che aveva precedentemente lavorato come professionista nel campo della salute, crede che la polizia fosse venuta con tutta la documentazione necessaria per affidarlo a un istituto di salute mentale, se giudicato un pericolo per se stesso o gli altri. Peraltro, se le autorità australiane avessero deciso di perseguirli per aver importato Nembutal, Ruby e Jack avrebbero rischiato di essere colpiti da una multa di 800,000$ e/o imprigionati.

Ruby ha detto che lei e suo marito potrebbero riprovare a ordinare il Nembutal, nonostante siano preoccupati che i loro nomi e indirizzi siano ora nel mirino dei funzionari doganali. Ha sostenuto che per Jack non avere accesso al Nembutal è diventato fonte di stress, dal momento che non ha molte altre opzioni. Potrebbe, ovvio, provocare un overdose dalle pillone per il dolore che prende quotidianamente, ma non c’è la garanzia che funzioni e potrebbe rimanere in uno stato vegetativo, un fardello che non vuole lasciare a Ruby.

Nitschke brucia la sua abilitazione medica nel 2015, prima di trasferirsi in Olanda. Immagine: Philip Nitschke

Per Nitschke si è arrivati a un punto di non ritorno in Australia nel 2014, dopo che fu avvicinato da Nigel Brayley, un partecipante a uno dei seminari di Nitschke che era sotto investigazione per omicidio, fatto del quale Nitschke dice non fosse a conoscenza ai tempi. Brayley aveva già ottenuto il Nembutal e successivamente lo utilizzò per suicidarsi invece di affrontare una vita in prigione. Subito dopo a Nitschke venne ritirata l’abilitazione medica dall’Ordine dei Medici australiano, per aver aiutato Brayley a suicidarsi.

“Sinceramente, vorrei non aver mai incontrato Nigel Brayley, dato l’enorme danno che quel breve incontro mi ha procurato, e l’energia e i soldi che sono stati sperperati,” Nitschke ha detto all’Australian Broadcasting Corporation durante il processo. Tuttavia, Nitschke vede un lato positivo nell’esperienza.

“Sebbene dico che non vorrei mai aver incontrato Brayley, sono felice del fatto che ci abbia permesso di parlare per la prima volta del suicidio razionale in un senso più ampio,” ha detto. “Questo non cambia la mia battaglia.”

La decisione dell’Ordine dei Medici fu revocata nel 2015 e Nitschke tornò ad essere abilitato alla professione di medico dopo che un tribunale australiano ritenne che la revoca della licenza fosse illegale. Tuttavia, Nitschke disse di averne abbastanza dell’Australia. Bruciò la sua licenza medica e si trasferì in Olanda.

“Nei Paesi Passi, il dibattito riguarda se una persona, sopra una certa età, debba semplicemenete ricevere i farmarci per l’eutanasia se lo volesse,” ha detto Nitschke. “Non hanno davvero bisogno di una ragione, sono semplicemente eleggibili. Questo è quello che voglio vedere: un modello di diritti, piuttosto che un modello medicalizzato dove i medici devono dare un’autorizzazione.”

Tuttavia, Nitschke mi ha detto che persino in Olanda - dove approssimatamente il 4,5% dei cittadini termina la propria vita volontariamente con l’eutanasia, decisamente di più rispetto a qualsiasi altro paese - le persone sono diffidenti dal collaborare con lui, a causa della sua visione del diritto alla morte.

L’artista che ha lavoro con Nitschke alla macchina Sarco, ha all’improvviso terminato la sua collaborazione dopo che gli è stata assegnata una residenza per artisti di alto profilo, a causa della paura che essere associato al progetto di Nitschke potesse rovinargli la reputazione. Allo stesso modo, un’azienda che aveva fornito l’azoto liquido per il prototipo della macchina Sarco ha disdetto il contratto dopo aver saputo a cosa servisse il dispositivo.

Nitschke ha affermato che è valsa la pena di lottare. Spera che dopo vent’anni di stagnazione tecnologica nel campo dell’eutanasia, la macchina Sarco possa scatenare una rivoluzione fai-da-te nel movimento per il diritto alla morte. Secondo Exit International, la scorsa conferenza NuTech a Toronto è stata un successo e ha attirato 200 spettatori ai live stream e un buon numero di relatori titolati nella comunità per il diritto alla morte, incluso l’inventore di una proposta montagna russa per eutanasia.

“Mentre i baby boomers stanno raggiungendo la vecchiaia, essi sono meno inclini a questa strategia per l’eutanasia da ‘vediamo se il dottore approva’”, mi ha detto Nitschke. “A molte persone piace l’idea di avere un dottore presente, ma quando scavi un po’ a fondo, quello che realmente vogliono è non fallire. Non vogliono fare qualcosa che potrebbe terminare la loro vita, vogliono che qualcosa che porrà fine alla loro vita. Questo ci riporta al fai-da-te.”

La prima volta in cui Nitschke mi ha colpito è stato quando la sua macchina Deliverance è stata usata per praticare eutanasia su uno dei suoi pazienti nel 1996. Piuttosto che essere una fredda esperienza dove la morte era mediata da una macchina, Nitschke ha detto che era “umanizzante”. Il paziente velocemente si fece strada da solo tra le domande “Vuoi morire?”, prima di mettere da parte la macchina e tenere stretta sua moglie mentre i barbiturici cominciavano a circolare attraverso il suo corpo. In pochi minuti morì - o nel gergo dell’underground dell’eutanasia, era stato “liberato”.

“La morte non è un processo medico, è un processo naturale,” ha detto Nitschke. “Io vedo il problema dell’eutanasia come puramente tecnico. Può essere sconfitto con una tecnologia più avanzata.”

Questo articolo è apparso originariamente su Motherboard US.