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museo del meme

Parliamo giusto un attimo di Johny Johny? Yes, Papa

Eating sugar? No, Papa. Telling a lie? No, Papa. Open your mouth. Ha! Ha! Ha!
Grab via YouTube.

Del rapporto tra bambini e gli schermi di qualsiasi tipo ci sono varie cose da dire. Ma la più sorprendente, oltre alla muta ammirazione dei pargoli per qualsiasi vetro retroilluminato gli si consegni in mano, riguarda i contenuti che i più piccoli sembrano preferire: perlopiù cartoni animati di scarsa qualità con figure antropomorfe ma non solo (clicca qui per un video su un camion con più di dieci milioni di visualizzazioni) la cui funzione è essere a) colorate e b) in movimento.

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Con l’asticella sistemata così in basso il deperimento qualitativo è inevitabile, in un vale todo il cui unico scopo sono le views. Il meme ispirato da “Johny Johny Yes Papa” ne è un perfetto esempio. L’origine della canzoncina—diventata negli anni, che lo si voglia o no, una ninna nanna piuttosto utilizzata—è oscura come ogni cosa che riguarda il motivetto. Il tutto inizia nel 2009, quando appare su YouTube una goffa animazione in cui un padre baffuto sorprende il figlio mentre mangia dello zucchero; quando chiede al pargolo se ha assunto la dolce sostanza, questo mente e risponde di no con la sicumera di un navigato serial killer alle prese con un good cop al primo giorno di lavoro (“No Papa,” dice, IL FALSO).

Lo scambio tra i due fa a meno di sintassi e grammatica per riuscire a comunicare a chiunque. Vediamolo:

Johny! Johny!
Yes, Papa?
Eating sugar?
No, Papa.
Telling a lie?
No, Papa.
Open your mouth.
Ha! Ha! Ha!

Sono molti i motivi di preoccupazione nel filmato (gli stessi che si riverberano in tutte le clip successive): l’idea di un bambino che mangia zucchero come un cavallo, certo; ma anche il papà baffuto che parla come un neonato; e il piccolo in questione, avaro di dolci e bugiardo—come la madre!

A proposito, dov’è la madre in tutto questo? C'è anche lei, in una versione più recente in cui tutti subiscono un bel restyling a opera della Billion Surprise Toys (canale con quasi 16 milioni di iscritti specializzato in canzoni per bambini):

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(Come ha scoperto Brian Feldman del New York Magazine, sono molti gli aspetti oscuri dell’amabile coppia, come per esempio questo fotogramma, nel quale il padre sta leggendo un giornale di più di cento anni fa).

Ma su YouTube si contano anche anche un'altra versione in stile subcontinente indiano, una in cui Papa è molto più vecchio e Johny molto più piccolo e che ha totalizzato più di un miliardo di visualizzazioni, una con Papa Peter Griffin, o ancora intere compilation da un’ora e con UN MILIARDO E MEZZO DI VISUALIZZAZIONI (Cosa succede se lo si guarda tutto per intero? Questo è materiale per un altro articolo su VICE).

Pubblicato nel 2014, l’ultimo video dimostra quanto Johny Johny Yes Papa dimostra come il template originario dell’animazione—intimo, familiare e zuccherino—contenga un ingrediente misterioso che lo ha trasformato in un format perfetto, facendolo dilagare nel ricco sottobosco dello Youtube per bambini prima di affiorare nel Twitter ironico.

Dove, il 18 agosto scorso, l’utente @b6ner ha pubblicato una versione nemmeno troppo lisergica del tormentone (ora rimossa per problemi di copyright), diventando subito meme e spingendo il sito femminista Jezebel a porsi l’annosa domanda: “E voi vi scopereste il daddy baffuto?”.

Fu l’artista inglese James Bridle a suonare il campanello d’allarme, lo scorso novembre, con un articolo su Medium in cui spiegava come Youtube (e Youtube Kids, la versione protetta del sito) fosse piena di video inquietanti e senza senso, spesso generati in modo da “giocare” con le regole dell’algoritmo di Google, o altrimenti inquietanti, pieni di persone vestite da Spider Man o Elsa di Frozen, in pose spesso spinte. Bridle ha scatenato un polverone che ha costretto Youtube a controllare di più i contenuti della sezione Kids, proteggendola da usurpatori, truffatori e stramboidi in generale.

Qualunque sia la capacità della piattaforma di proteggere i propri utenti da certi contenuti (e in questo Facebook, Google & Co. non sembrano essere capacissimi), possiamo già notare come i neonati e i bambini abbiano creato un settore completamente nuovo con una sua estetica precisa: colorata, nei pressi dell’uncanny valley e completamente senza senso e senza bussola morale. Un’estetica in cui motivetti e sfumature sgargianti vincono su tutto, in cui “Johny Johny Yes Papa” diventa una ninna nanna—non la colonna sonora di un incubo febbrile.

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