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Tecnologia

Questa è una foto stock degli utenti Facebook di domani

Presto, avere un profilo Facebook sarà una di quelle cose da vecchi tipo il mutuo.
Immagine via: Pexels

Due studi pubblicati di recente confermano quello che sapevamo già: Facebook è popolato di persone di una certa età, insomma, da vecchi. Data la grande diffusione del social network, forse gli utenti più giovani sono spaventati dalla possibilità di far conoscere i fatti propri ai parenti adulti o dal fatto che possano taggarli sul social, oppure semplicemente non ritengono più Facebook fico. Quindi, stanno migrando verso altre piattaforme, come Instagram — bravo Mark Zuckerberg hai fatto benissimo ad acquistarlo — e Snapchat, che, invece, per Mark è un guaio.

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Uno degli studi, pubblicato da Statista, riporta il numero di utenti attivi mensili — che ammonta a 2,2 miliardi — in crescita, benché non di certo grazie ai gruppi di utenti più giovani. Il post pubblicato da eMarketer offre uno scenario più tetro, sostenendo che, quest'anno, il social network perderà due milioni di utenti sotto i 24 anni. Snapchat guadagnerà 1,9 milioni di nuovi utenti sotto i 24 anni, mentre Instagram ne guadagnerà 1,6 milioni sempre appartenenti alla stessa categoria. Va sottolineato che entrambi gli studi si riferiscono al mercato statunitense, un campione specifico, per quanto sicuramente indicativo. Altri dati a supporto di questa tesi erano stati riportati da Recode a inizio anno e, nel 2016, dall'International Business Times, che aveva pubblicato un altro report in cui mostrava come 3 milioni di teenager avessero lasciato Facebook nei tre anni precedenti.

Nel 2014, avevamo parlato di uno studio secondo cui Facebook avrebbe perso l'80% dei suoi utenti nel giro di tre anni e che si basava sull'andamento della popolarità del social network nel tempo come se fosse quello di una malattia infettiva. Come avrete notato, le cose non sono andate esattamente come previsto, ma il meccanismo di abbandono illustrato dallo studio per cui il social network si sarebbe trasformato in un luogo popolato solo da zie e zii arrivati troppo tardi e da chi è così malato da non poterne fare a meno, non è del tutto campato per aria.

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Resta, infine, un altro problema che Facebook (per non dire l'umanità intera) non ha ancora risolto: la morte. Secondo un'altra previsione ancora più catastrofica di quella appena riportata, infatti, tra 80 anni il social network sarà il cimitero virtuale più grande del mondo. E, al netto di rivoluzioni inattese — come potenziali avatar che impersonano i cari defunti — il buon senso porta a pensare che sul social gli utenti morti saranno meno coinvolgenti persino dei parenti di una certa età.

Forse Facebook deve sperare in un altro meccanismo naturale: la crescita. Cosa succederà quando tutti questi teenager non saranno più teenager? È possibile che accettino come dato di fatto che a una certa età bisogna avere un profilo di Facebook? Forse è arrivata l'ora per il social network di non cercare di inseguire ciò che è cool — per quello può pensarci Instagram — ma imporsi come un rito di iniziazione all'età adulta, una consuetudine sociale o addirittura una tradizione. Tipo LinkedIn, insomma.

A una certa età, è ora di crescere, trovarti un lavoro, sposarti, comprare una casa e aprire un profilo di Facebook — perché così hanno fatto anche i tuoi genitori, ai loro tempi.

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