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Tecnologia

Kodak ha creato un miner di Bitcoin e te lo affitta per due anni

Certo, ha di buono che non bisogna impazzire per costruirsene uno. Ma quanto conviene?
Immagine: grab via YouTube

Kodak ha presentato un suo miner di bitcoin chiamato "KashMiner" al CES 2018, come parte del Kodak Blockchain Project. Il prodotto verrebbe affitato al costo preventivo di 3.400 dollari con un contratto di due anni con Kodak in cui si prevede di dividere parte dei guadagni ottenuti dall'impianto. Secondo Kodak, KashMiner dovrebbe favorire un guadagno di 375 dollari al mese, con una media di 25 dollari al giorno per i suoi possessori. La metà dei risultanti 9.000 euro prodotti nell'arco di due anni andrebbero proprio alla società.

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Bene, benissimo, dopo che i miner impazziscono per progettare e costruirsi un impianto da soli, facendo schizzare alle stelle i prezzi delle singole componenti disponibili sul mercato e che questi stessi impianti possono, nel giro di qualche mese non essere più remunerativi, ecco un'azienda con un passato prestigioso che vende ai propri clienti la possiblità di risparmiarsi tutta questa fatica. Ma il contratto offerto da Kodak sarà vantaggioso?

Il guadagno ricavabile da un impianto di mining dipende da diversi fattori: il capitale disponibile da investirci, la reperibilità e il costo delle componenti per realizzarlo oltre alla loro versatilità, il costo della corrente elettrica necessaria per produrre criptovalute e il loro tasso di produzione — che a sua volta è legato alla quantità di miner in gioco e alla difficoltà di calcolo che tendenzialmente diventerà sempre maggiore. Chi realizza gli impianti, quindi, deve quindi mantenersi costantemente aggiornato sulla tecnologia che utilizza, decidendo quando è il caso di realizzare un nuovo impianto. Tutte queste ragioni hanno portato diversi utenti di Twitter a dubitare della convenienza del contratto, che vincola per due anni a cedere parte dei propri guadagni a Kodak e utilizza sempre lo stesso impianto.

Chi realizza gli impianti deve crearli a seconda del capitale disponibile e della redditività in base all'algoritmo desiderato ed alla versatilità delle schede video

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Tuttavia, essendo estremamente pigro e avendo la tendenza ad andare nel panico quando mi si dà troppa possibilità di scelta — come nel caso della ricerca di componenti per realizzare un rig — l'opzione di un miner già assemblato a cui devo solo attaccare la spina è molto allettante. Per capire se il contratto offerto da Kodak è vantaggioso — tenendo conto del fatto che le guide a prova di idiota per me non sono abbastanza semplici — ho chiesto un parere sul gruppo di Facebook dal bellissimo nome: Mining Italia News e Supporto - Hardware, Software e Fantasia. L'admin del gruppo e cryptomining advisor, Christian Nucida, mi ha esposto i suoi dubbi via chat.

"Il contratto prevede solo dei presupposti, la verità sta nel valore reale della valuta: fino a ottobre minavi in perdita, oggi invece hai un bel guadagno. Come fanno a proporti un piano di rientro "regolare", sopratutto trattandosi di un'azienda al limite del fallimento? Il valore della moneta è incerto, la difficoltà di calcolo continua a salire in proporzione all'aumento di miners."

Nucida ha fatto qualche esempio per farmi capire cosa non lo convince "ammettiamo che bitcoin oggi valga 10k, tu produci 400 dollari al mese e noi "Kodak" te ne diamo 375. Domani il valore btc vale 5000… da dove prendiamo i soldi per pagarti? Siamo costretti a dichiarare fallimento. Domani invece la valuta sale a 20k, tu produci 800 dollari al mese e noi ti diamo 375, non sarebbe una sorta di truffa?"

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C'è poi la questione del costo della corrente elettrica e dell'obsolescenza delle componenti da tenere in considerazione. Nucida mi ha spiegato i vantaggi dei miner autoassemblati "l'asic è interessante per via della compattezza e facilità di installazione, ma ogni macchina ha un algoritmo specifico. Quando il costo della corrente arriverà a essere pari al ricavo per la potenza che hai… lo usi solo come fermaporta. Mentre un rig, è più versatile, ha diversi algoritmi, che variano di ordine a seconda del modello di gpu che usi. Inoltre, hai la via di fuga, perché quando non è più profittevole, lo smonti e lo vendi."

"Inoltre, prima di smontarlo, il rig è riciclabile perché nel momento in cui hai ammortizzato il costo dell'hw e non rende più con le monete forti, puoi passare a monete medie o giovani ed holdare puntando sulla crescita del loro valore, ovviamente seguendone il progetto e la storia, per capire "se" possono crescere."

In ogni caso, KashMiner non è l'unica novità di Kodak. La società ha annunciato la nascita della sua criptovaluta basata sulla blockchain battezzata KodakCoin e creata in partnership con Wenn Digital. Lo scopo è consentire ai fotografi di scambiare denaro e gestire i diritti delle proprie immagini: caricando una foto nella blockchain, sarà possibile assegnarle un codice per garantirne la proprietà intellettuale, andando a verificarne quando viene usata senza autorizzazione, così da favorire un pagamento equo per i detentori dei diritti attraverso KodakCoin.

La notizia ha fatto volare in alto i titoli di Kodak in borsa che nel 2013 aveva sfiorato la bancarotta, rendendola un'altra delle aziende che sta beneficiando dal vedere associato il proprio nome a quello di Bitcoin.

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