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Tecnologia

Ho provato Sarahah, la nuova app per confessioni anonime

Ed ovviamente è molto meno divertente di quello che sembra.

Avete mai pensato di "migliorare i vostri legami di amicizia scoprendo i vostri difetti e i lati migliorabili della vostra persona"? Magari anche a lavoro, vi ricordate di quella volta che il responsabile risorse umane vi ha proposto di "Migliorare i vostri punti di forza e rafforzare quelli più incerti"? È rincuorante sapere che un sentimento così condiviso sia stato finalmente percepito da chi, con sapienti abilità, ha saputo architettare una risposta a questo bisogno.

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Sarahah ('onestà' in arabo) è una app/piattaforma online che permette ai suoi utenti di ricevere dei messaggi in forma completamente anonima da parte di chiunque. È stata creata nel 2016 dallo sviluppatore saudita Zain al Abidin Tawfiq e da qualche settimana ha cominciato a scalare le classifiche degli app store italiani.

Quando scoppiano questo tipo di fenomeni ci sono due modi per vivere il momento in cui si deve scegliere se "seguire la moda" o meno: c'è chi si iscrive al nuovo servizio senza pensarci due volte, e chi lo evita in nome di un complesso di superiorità che stride violentemente con la naturale curiosità che una "nuova app che stanno usando tutti ma dico tutti" genera.

Io faccio parte della seconda categoria, ma questa volta ho deciso di fare uno sforzo e provarla senza pensarci. Ho scoperto che i diffidenti avevano ragione: Sarahah è una noia mortale.

In breve, subito dopo essersi iscritti a Sarahah, ci viene fornito un URL specifico per il nostro account (nel mio caso è nejrottif.sarahah.com, passate a dirmi qualcosa). Dopodiché sta a noi condividere il suddetto URL in attesa che qualcuno lo visiti e lasci, in forma completamente anonima e senza bisogno di un account, un commento su di noi.

Quindi: spammiamo l'URL del nostro account in giro, aspettiamo e poi visitiamo la sezione "Messaggi" di Sarahah, dove vengono raccolti tutti i commenti arrivati. Passiamoli in rassegna, eliminiamoli se non ci piacciono, salviamoli se vogliamo tenerli da parte, segnaliamoli se includono il nostro indirizzo di casa e una minaccia di recisione della giugulare. Fine. Non c'è altro: la nostra avventura con Sarahah finisce qui.

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Sarahah è davvero semplice — Forse fin troppo.

Sembra un po' assurdo da dire, specie in un periodo storico in cui la tecnologia non fa altro che imbellettarsi di funzioni inutili per spremere il più possibile i propri utenti, sia che si tratti di denaro o di tempo speso sulla piattaforma, ma Sarahah è davvero semplice — Forse fin troppo.

Benché la premessa che ha portato Tawfiq a sviluppare questa app nel 2016 parta dall'idea di creare uno strumento utile negli ambienti lavorativi, sono quelli che non lavorano ad averla portata alla ribalta. Sarahah infatti sfrutta lo stesso meccanismo psicologico di servizi una volta sotto i riflettori come Ask.fm: se crei una piattaforma che nutre l'ego degli utenti, gli utenti non faranno altro che utilizzarla.

Sembra una considerazione ovvia, ma trattandosi di un meccanismo sfruttato da gran parte dell'universo tecnologico dei social network (e i like sono il mattone fondativo di questo approccio) è necessario tenere sempre bene a mente quali sono i processi di design che portano all'inserimento (o all'eliminazione) di determinate funzioni in una piattaforma.

Se Ask.fm, che assolveva allo stesso identico scopo, permetteva agli utenti di rispondere ai commenti anonimi, Sarahah ha furbescamente eliminato questa possibilità obbligando (o meglio, invitando) gli utenti a portare le risposte a questi commenti al di fuori della piattaforma.

Così facendo, ogni interazione dell'utente con il proprio pubblico di commentatori anonimo diventa un trampolino di lancio per la piattaforma stessa, che sfrutta la propulsione egotica degli utenti per infettare, come un virus, i feed di tutte gli altri social network. Ogni utente diventa una sorta di opinion leader che si eleva al di sopra della folla anonima e risponde ai complimenti e alle invettive davanti a tutti: il sogno nel cassetto di chi fa a pugni con la propria autostima.

Ovviamente il meccanismo di Sarahah lascia grande spazio alla più naturale delle conseguenze: il bullismo è una questione che, in diversi stati del mondo in cui la app è arrivata, sta venendo presa in considerazione per cercare di comprendere quali saranno le prossime evoluzioni della piattaforma.

Resta da capire per quanto tempo Sarahah riuscirà a restare in superficie, almeno in Italia — L'ultima volta che era stata annunciata una rivoluzione nel mondo dei social, con il social network che prometteva di pagare i propri utenti Tsu, l'effetto novità era durato appena un paio di settimana prima di venire definitivamente eclissato. Nel frattempo, riempitevi di complimentini, segretini e frecciatine, amici insicuri.

Segui Federico su Twitter: @nejrottif