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Tecnologia

Il Giappone progetta una centrale elettrica nello spazio

Giganteschi satelliti coperti di pannelli solari manderebbero energia sulla terra tramite microonde.
Progetto della centrale elettrica spaziale a energia solare. Immagine: Mafic Studios

Il Giappone, che dopo il disastro di Fukushima ha intensificato la ricerca di fonti sicure di energia rinnovabile, manderà una centrale elettrica nello spazio.

In realtà, l’idea di produrre energia con enormi pannelli solari nello spazio esiste già dagli anni ’60. Ma grazie all’avvento di nuove tecnologie—come materiali resistenti e ultraleggeri, robot auto-assemblanti e pannelli solari più efficienti—oggi l’idea può diventare realtà.

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La Japan Aerospace Exploration Agency (JAXA) ha da poco annunciato che entro il 2025, in appena un decennio, spedirà nello spazio una centrale elettrica alimentata dal sole.

Provate a immaginare un’enorme centrale elettrica (o meglio, satellite elettrico) che pesa 10.000 tonnellate, orbita a 40.000 chilometri dalla Terra ed è coperta da pannelli che assorbono indisturbati l’energia solare.

Immagine: JAXA/YouTube

La centrale elettrica verrebbe collegata a una base più vicina alla Terra con dei cavi lunghi 10 chilometri, in modo da contrastare la forza gravitazionale e mantenerla sempre in linea col centro della Terra in un’orbita geostazionaria. Come spiega Susumi Sasaki, professore emerito della JAXA, in un articolo pubblicato su IEEE, si tratta dello stesso concetto proposto dagli astrofisici per costruire gli ascensori spaziali.

Il problema è che quando la Terra si allontana dal sole a causa della propria rotazione, la centrale solare non riceve luce. Gli scienziati hanno dunque installato degli specchi che riflettono la luce del sole, puntandola continuamente sui pannelli. Tuttavia gli specchi, che fluttuano liberamente nello spazio, vanno configurati con estrema precisione.

Gli specchi fluttuanti rifletterebbero la luce direttamente sui pannelli solari. Immagine: JAXA

Nonostante tutto, questo costosissimo progetto è ancora agli stadi iniziali. Una volta in orbita, la centrale e gli specchi dovranno mandare l’energia accumulata sulla Terra usando tecnologie wireless che sono ancora in fase di perfezionamento.

Teoricamente, l’energia raccolta dal gigantesco satellite solare verrà convertita in micro-onde, che possono percorrere lunghe distanze senza essere ostacolate da oggetti vaganti o dal clima avverso. Una volta sulla Terra, le micro onde verranno rilevate da antenne e poi riconvertite in elettricità.

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Secondo calcoli, la centrale spaziale dovrebbe produrre fino a 1 gigawatt di energia, la stessa prodotta dalle centrali sulla Terra. La differenza è che, finché i macchinari (e il sole) tengono, potrebbe farlo all’infinito.

Dato che i pannelli solari nello spazio sono 10 volte più efficienti di quelli sulla terra, il loro potenziale è davvero notevole. Se progetti come quello della JAXA andassero in porto, porterebbero a un cambiamento rivoluzionario per la società. Secondo il sito della JAXA, “siamo vicini al punto in cui sarà realizzabile.”

In un post sul blog della World Future Society, il futurista Thomas Frey ha scritto che una volta realizzata la prima centrale elettrica spaziale, tutti i paesi muniti di programmi spaziali si precipiteranno a costruire la loro. Sostiene che il progetto della JAXA rappresenti l’inizio di una nuova corsa allo spazio.

Forse ha ragione. L’energia rappresenta uno dei problemi più urgenti della nostra generazione, e probabilmente lo sarà ancora di più per la prossima. All’alba dell’era dell’esplorazione spaziale, in un mondo di tecno-ottimismo, cercare una risposta nello spazio pare la cosa più sensata.

Immagine a destra: JAXA