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Tecnologia

Perché le Olimpiadi sono un "festival internazionale delle pseudoscienze"

Il "cupping" di Phelps è solo una delle pseudo-terapie somministrate a Rio.
Foto: AP Photo/Martin Meissner

Gli spettatori più appassionati delle Olimpiadi di Rio potrebbero aver notato delle strane macchie viole a ornamento del corpo del nuotatore americano Michael Phelps—sembrano grandi abrasioni circolari, come pois perfettamente circolari. Sembra quasi che sia stato preso di mira da una valanga di palle da tennis.

Queste macchie dimostrano come Phelps sia sottoposto a una pratica chiamata "cupping", un'antica pratica cinese che prevede l'applicazione di coppe circolari sul corpo che servono a produrre un leggero risucchio che dura qualche minuto. (A volte viene usato del fuoco per produrre il risucchio; altre volte è un aggeggio meccanico a farlo, come una pompa ad aria.) Lo scopo è quello di attrarre sangue su una certa area per velocizzare il processo di guarigione.

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La pratica ha visto un boom di popolarità tra gli atleti di Rio: Molti si sono presentati alle competizioni ricoperti delle suddette macchie. "Il cupping sta vivendo il suo momento olimpico," come ha scritto il The New York Times questo lunedì. Anche se molti, come il ginnasta americano Alex Naddour, giurano che aiutano davvero, non ci sono delle prove scientifiche decenti per poter confermare i benefici del cupping.

Dai remi muniti di GPS fino alle nuove tute da competizione progettate per limare centesimi di secondo dai tempi degli atleti, le Olimpiadi sono un business altamente tecnologico e scientificamente avanzato. Ma gli atleti stanno sfruttando anche tecniche e terapie science-free per gareggiare. Di questi tempi, in cui la vittoria o la sconfitta di un'atleta viene determinata da una scheggia di un secondo, non stupisce che gli agonisti si affidino a qualunque tipo di vantaggio possibile—percepito o reale—per cercare di migliorare le loro performance.

Ciononostante, gli spettatori non dovrebbero farsi confondere da queste pratiche. Le Olimpiadi sono "un festival internazionale delle pseudoscienze", come ha recentemente spiegato su Policy Options Tim Caulfield, che presiede la Canada Research Chair presso la Health Law and Policy dell'University di Alberta.

Anche l'agopuntura è stata adottata da alcuni atleti.

Quando lunedì ho chiamato Caulfield, aveva già speso gran parte della mattinata a scartabellare tra la letteratura scientifica relativa al cupping, vista la sua diffusione durante le Olimpiadi di Rio. "Sembrano le Olimpiadi del cupping," mi ha spiegato, ma aveva già assistito a una crescita del trend in competizioni precedenti, e anche tra alcune celebrità. (Gwyneth Paltrow e Jennifer Aston, tra le tante, sono state avvistate ricoperte delle macchie tipiche del cupping.)

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"Non ci sono molti studi validi riguardo il cupping," ha continuato Caulfield, che ha scritto un libro sulla diffusione delle pseudoscienze tra le celebrità. "Ad oggi, non ci sono dati sufficienti per confermare la sua efficacia." Sono diversi gli studi che hanno sottolineato l'importanza di effettuare più ricerca a riguardo.

Su Policy Options, Caulfield fornisce altri esempi: il nastro da chinesiologia, quei nastri dai colori accessi con cui gli atleti si fasciano per proteggersi da ferito muscolo-scheletriche. Ecco, anche in questo caso non ci sono molte prove a supporto della sua efficacia. In uno studio del 2013 sul Journal of Physiotherapy, citato nel report di Caulfield, gli autori hanno scoperto che non esistono prove valide a supporto del Kinesio Taping, come viene chiamato.

Anche l'utilizzo del ghiaccio è piuttosto controverso. Sappiamo tutti che normalmente va applicato del ghiaccio sulle ferite da competizione, ma recentemente alcuni esperti hanno messo in discussione questo dogma ancestrale. Si è scoperto addirittura che il ghiaccio potrebbe peggiorare alcuni tipi di ferite, come spiega Caulfield nel suo paper.

Infine c'è l'"idratazione intravenosa." Come spiegato sul Denver Post, gli atleti da resistenze hanno cominciato a sottoporsi a infiltrazioni intravenose clinicamente non necessarie per idratarsi e darsi la carica. Molte aziende e strutture mediche si stanno attrezzando per fornire questo tipo di servizio. Ma sembrano non esserci prove a sostegno di questo trattamento, secondo Caulfield, che sottolinea che bere dalla propria bocca è ancora il modo migliore per rimanere idratati. (Nel contesto olimpico, perlomeno, le infiltrazioni sono vietate salvo esplicita richiesta medica.)

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L'agopuntura è stata adottata anche da altri atleti, come lo snowboarder canadese Mark McMorris, che lo ha definito parte della preparazione dopo aver vinto il bronzo alle olimpiadi di Sochi. Per ora l'efficacia dell'agopuntura è ancora in dubbio: "non abbiamo prove che sia molto più di un placebo," ha detto la ricercatrice di medicina alternativa Harriet Hall allo Scientific American.

Il fatto che queste pratiche siano bene o male delle stronzate, non significa che gli atleti non possano trarne qualche beneficio. Anche indossando dei calzini fortunati o facendo dei rituali prima o dopo la gara si può ottenere un effetto placebo, nota Caulfield. (Un operaio dell'Ontario che ha lavorato alla costruzione delle piscine olimpiche di Rio ha lasciato una moneta canadese nel rivestimento per aiutare i nuotatori della sua nazionale.)

"L'effetto placebo nello sport non deve essere sottovalutato" ha detto. Quando tutto si gioca sul filo del rasoio, come nel caso di questi atleti, ogni minimo dettaglio può fare la differenza.

Se il cupping rappresenta una sorta di amuleto per Phelps e altri, va bene così. Ma noi non dobbiamo farci fregare sulla sua funzione, sottolinea Caulfield. "Le persone dovrebbero prendere la cosa con un po' di spirito critico."

E comunque, se davvero il cupping fornisse una grossa spinta alla performance, probabilmente non sarebbe permessa alle olimpiadi—lo scandalo sul doping russo insegna.

In alto: Michael Phelpsnei 200 metri farfalla durante la gara di ieri alle olimpiadi di Rio, lunedì 8 agosto. Foto: AP Photo/Matt Slocum