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Tecnologia

Chi è Francesco The Bomber, il fondatore dell’exchange italiano che ha "perso" 170 milioni

E se fosse fuggito con il malloppo?
immagine via Twitter/BitGrail

Fino a poche settimane fa ben pochi conoscevano l’esistenza di BitGrail, una piccola piattaforma italiana per la compravendita di criptovalute, diventata il punto di riferimento per gli investitori nella moneta emergente XRB (prima Raiblocks, oggi Nano).

La fama di Bitgrail — guidata da Francesco Firano, noto su internet come The Bomber — non è però andata di pari passo con la fortuna: lunedì 8 gennaio, mentre il mondo dei Bitcoin e delle varie altcoin iniziava a essere scosso dalle turbolenze che faranno precipitare il mercato, su Reddit si scatenava il panico tra i believer dell’allora Raiblocks: BitGrail aveva improvvisamente bloccato il prelievo di tutti gli XRB.

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La ragione, a prima vista, era chiara: per evitare problemi per eventuali regolamentazioni future, BitGrail aveva chiesto ai suoi utenti di provvedere il prima possibile a verificare il loro account (la procedura nota come KYC, know your customer, che prevede di fornire copia del documento d’identità, foto personale, bollette ecc.). Nell’attesa, non sarebbe stato possibile ritirare i propri Raiblocks, fornendo in alternativa solo la possibilità di convertirli in Bitcoin per poi prelevarli.

Considerando le molteplici voci che in quei giorni circolavano su possibili nuove regolamentazioni, e il fatto che la procedura KYC è già la prassi sui principali exchange, non sembrava esserci nulla di strano.

Eppure molti utenti iniziano a preoccuparsi, soprattutto perché le procedure per la verifica vanno per le lunghe (alcuni lamentano attese superiori al mese). Qualche giorno dopo si è scoperto che gli utenti non appartenenti all’Unione Europea avrebbero dovuto chiudere i loro account, e non si sarebbero visti restituire le loro somme nel caso in cui fossero state inferiori a 0,005 Bitcoin (al cambio attuale, 50 euro circa).

"Ormai abbiamo sufficienti ragioni di credere che Firano abbia ingannato il Nano Core Team e la comunità"

Una decisione improvvisa, per quanto non illegale, che ha cambiato le condizioni sottoscritte dagli utenti, ha lasciato molti scontenti e ha fatto crollare il prezzo di XRB. Nonostante questo, il timore degli iscritti è uno solo; che The Bomber stia preparando una “exit scam”, un “prendi i soldi e scappa” congelando gli account e appropriandosi degli XRB degli utenti di BitGrail.

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Basta farsi un giro sul sub-reddit dedicato a BitGrail per capire il livello di furia nei confronti di The Bomber dove il suo exchange è stato soprannominato ShitGrail. Nel frattempo, Iniziano anche a spuntare insulti razzisti nei confronti degli italiani (Francesco viene chiamato ovunque “wop bastard”, dove wop è un classico termine denigratorio per indicare gli italiani).

Ma la vicenda non finisce qui, anzi. Mentre la confusione sul blocco dei prelievi è in pieno svolgimento, il 9 febbraio BitGrail annuncia di aver subito il furto di 17 milioni di XRB, equivalenti in quel momento a circa 170 milioni di dollari. Due indizi non fanno una prova, ma inevitabilmente si inizia a pensare il peggio: Francesco The Bomber avrebbe finto l’hacking con furto per nascondere la dura realtà: BitGrail era già da tempo insolvente.

Tra i vari siti che danno voce a questi sospetti troviamo per esempio Hacked.com: “L’incidente non sembra reggere alla prova dei fatti, soprattutto dopo che il fondatore ha fatto agli sviluppatori di XRB la strana richiesta di eseguire un fork (una separazione irreversibile della blockchain che avrebbe potuto riportare indietro le transazioni, nda) poco dopo aver scoperto il presunto furto”. Un metodo estremo e che contraddice i valori stessi della blockchain, ma che è già stato utilizzato da Ethereum in seguito al furto subito nel 2016.

La richiesta di The Bomber viene però rifiutata dal team di Nano, che risponde su Medium non celando, a sua volta, i sospetti e dando il via una feroce polemica tra le parti: “Ormai abbiamo sufficienti ragioni di credere che Firano abbia ingannato il Nano Core Team e la comunità riguardo la solvibilità dell’exchange BitGrail per un periodo di tempo significativo”.

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Su CCN.com (CryptoCoinNews, uno dei siti più noti del cripto-panorama) si ipotizza anche la ragione per cui per BitGrail non sarebbe più stato possibile nascondere la propria insolvenza: “Come notato dagli sviluppatori di Nano, tutti gli eventi occorsi a BitGrail sono accaduti proprio mentre XRB stava conquistando il supporto di altri exchange, come il ben noto KuCoin. L’ammissione di insolvenza (in seguito all’hack, nda), però, è avvenuta settimane dopo che colossi dell’exchange come Binance o OKEx hanno aggiunto XRB alle loro monete”.

Quale sia il sospetto, insomma, è chiaro: la diffusione di XRB su altri exchange avrebbe inevitabilmente portato molti utenti a ritirare le loro criptomonete da BitGrail per spostarle su Binance o altrove, lasciando a The Bomber l’unica alternativa di sospendere i prelievi per nascondere l’insolvibilità.

Tutte queste accuse, sia chiaro, non hanno nessuna prova a supporto e sono fermamente rigettate da Firano, che in un’intervista a CoinTelegraph (reperibile anche in italiano) spiega: “Stiamo cercando di capire come muoverci da un punto di vista legale. Capito cosa possiamo e non possiamo fare legalmente, procederemo. L’intento unico è quello di risarcire gli utenti che hanno subito un danno serissimo”. Mentre su Reddit gli utenti si sono mobilitati in una sezione in cui stanno conducendo le loro indagini autonome.

Dagli archivi del web, però, è spuntata la frase che fino a non molto fa campeggiava sul profilo Twitter di The Bomber: “O muori da programmatore, o vivi tanto a lungo da diventare uno scammer”. Vale a dire, un truffatore. Potete immaginare come l’abbiano presa gli ex possessori di XRB.