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Tecnologia

Questo sistema di levitazione magnetica potrebbe cambiare il futuro dei treni

È il progetto di una start-up italiana che lavora anche su Hyperloop di Elon Musk.
Il luogo della presentazione mentre la Tesla viene posizionata sui binari. Foto di Gianluca Liva.

Da molti anni, i treni a levitazione magnetica — chiamati anche MagLev — vengono presentati come il futuro del trasporto su rotaia. La levitazione magnetica, infatti, permette di abbattere gli attriti tra ruota e rotaia, garantendo basso rumore, confort di viaggio e, soprattutto, un’altissima velocità. Nel mondo, sono già attive alcune linee ferroviarie che sfruttano questa tecnologia, come lo Shinkansen giapponese o il Maglev espresso di Changsha, in Cina.

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Tuttavia i costi per la realizzazione delle infrastrutture dedicate a questa tecnologia sono elevati e fino a oggi hanno limitato l’utilizzo della levitazione magnetica su tratte brevi e con un grande numero di passeggeri al giorno. La soluzione al problema è stata presentata il 7 febbraio a Spresiano, in provincia di Treviso, all'interno di un piccolo capannone davanti a un folto pubblico di giornalisti e interessati.

I responsabili di IronBox srl, join venture tra due aziende italiane, hanno presentato per la prima volta IronLev, una nuova tecnologia di levitazione magnetica italiana totalmente compatibile con i binari già esistenti. Con questo sistema sarà possibile applicare la levitazione magnetica ai binari della rete ferroviaria comune o quelli delle linee metropolitane già esistenti, abbattendo i costi delle infrastrutture.

IronLev sfrutta la levitazione magnetica passiva, in particolare, il fenomeno della “permeabilità magnetica”, cioè la tendenza di un materiale a generare un campo magnetico in maniera autonoma. A differenza di quanto avviene già in Giappone o in Cina con i treni levitanti ad alta velocità, Ironlev non utilizza magneti superconduttori o elettromagneti alimentati, bensì potenti magneti applicati ad un pattino — il sostituto della ruota sui vagoni — che interagiscono con i materiali del binario, creando così movimento senza alcun contatto.

Dettaglio dei componenti di IronLev. Foto di Gianluca Liva.

Durante la presentazione, gli inventori di IronLev hanno caricato una Tesla Roadster — di proprietà di uno degli inventori del sistema — su una piattaforma sospesa sui tradizionali binari della rete ferroviaria italiana e l’hanno fatta viaggiare lungo un percorso lineare di 30 metri con uno sforzo minimo. Si trattava di una massa dal peso complessivo di circa due tonnellate che fluttuava a pochi millimetri dai binari e che si poteva spostare con uno sforzo minore di quello che impieghiamo a muovere un’automobile con il cambio in folle.

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IronLev è il frutto del lavoro congiunto tra la Girotto Brevetti, azienda meccatronica di Treviso guidata da Adriano Girotto e la Ales Tech, una start-up pisana che già da tempo fa parte dell’ecosistema di aziende che lavora su Hyperloop — la tecnologia per il trasporto ad alta velocità all'interno di tubi a bassa pressione proposta da Elon Musk. Durante la presentazione abbiamo parlato direttamente con Adriano Girotto, la mente dietro al progetto.

Motherboard: In che contesto è nata l'idea di sviluppare IronLev?
Adriano Girotto: L'intuizione è nata nell’estate del 2016. Durante le analisi per progettare un motore lineare a trazione magnetica, ci siamo imbattuti in un problema legato alle attrazioni che interferiva con il funzionamento del motore e abbiamo deciso di trarre vantaggio da questo inconveniente. Così, ho realizzato i primi prototipi sperimentali per ottenere la levitazione magnetica a basso costo. Dopo l’analisi matematica e l’analisi a elementi finiti, siamo passati alla realizzazione vera e propria. Nei giorni scorsi abbiamo fatto i test di portata e oggi abbiamo svelato il tutto.

Che sicurezza garantisce il sistema IronLev?
Mentre un treno convenzionale appoggia sui binari tramite le ruote, il nostro sistema vincola il veicoli ai binari stessi. In altre parole, la forza magnetica, oltre a tenere sospeso il carico, lo vincola ai binari, eliminando il rischio di deragliamento. Inoltre, questa tecnologia si sposa bene anche con i sistemi ad alta velocità. Oggi, il limite raggiunto dal TGV o dal nostro Frecciarossa è legato più a problemi di attrito dovuto ai coefficienti aerodinamici. Quindi per salire di velocità rispetto a quello che si trova oggi in commercio, dobbiamo fare come nel progetto Hyperloop: lavorare all'interno di un sistema che riduca l'attrito dell'aria.

Ironlev ha dei limiti? Cosa si può migliorare?
Il suo vantaggio è che porta meno usura ai sistemi come i binari e il traversino perché non ha punti di pressione specifici e non dà frizioni al tracciato. Questo sistema può abbattere i costi di manutenzione: le ferrovie dovrebbero solo adattare il sistema degli scambi che fanno passare il treno da un binario all'altro — perché il nostro sistema "abbraccia" il binario e non ci corre sopra. Però, si tratta di una spesa relativa rispetto ai benefici.

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