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Tecnologia

RipCemetery: il social network per i morti

Un team di sviluppatori italiani ha inaugurato una campagna su Indiegogo per RipCemetery, una app che vuole diventare il primo “cimitero social”.

I cimiteri mi hanno sempre fatto paura. Sono logicamente associati con la morte e, da buon occidentale, la morte è qualcosa che cerco di rifiutare il più possibile (principalmente immaginando che vivremo per sempre). Non visito i cimiteri, e se c'è qualcosa a cui non voglio davvero pensare ogni volta che uso il mio smartphone sono le persone morte. Ma magari è solo un problema mio.

Un team di sviluppatori italiani ha inaugurato una campagna su Indiegogo per RipCemetery, una app mobile che vuole diventare il primo "cimitero social". Gli utenti saranno in grado di creare una lapide commemorativa per i propri cari—persone o animali—e abbellirle con fotografie e video. Si possono visitare virtualmente le lapidi e lasciare fiori virtuali o messaggi. La app permette anche agli utenti di costruire "tombe di famiglia" per piangere i propri cari.

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Jacopo Vitali, creatore di RipCemetery, mi ha detto nel corso di una conversazione su Skype che l'idea gli è venuta in mente dopo un tragico evento. "Un cugino al quale ero molto legato è morto molto giovane, e la famiglia ha deciso di cremarne il corpo, quindi non potevo andare a trovarlo," mi ha detto. "Ecco perché ho pensato a un sistema per poterlo visitare in qualsiasi momento sul mio telefono."

Ed effettivamente l'app è un tentativo digitale di risolvere un problema molto materiale. L'aumento della popolazione mondiale non sta soltanto portando alla diminuzione di risorse fondamentali come l'acqua e lo spazio vitale—ma anche a una diminuzione dello spazio per in cui seppellire i morti.

Una delle conseguenze di questo fatto è che la cremazione è sempre più praticata, ovunque: nel Regno Unito circa i tre quarti dei corpi vengono cremati. Spesso le ceneri vengono disperse, lasciando i vivi senza un luogo materiale dove rendere omaggio al caro estinto. E quando i corpi non vengono cremati, vengono seppelliti in cimiteri che non sembrano più luoghi spirituali, ma strutture che ottimizzano lo spazio senza un'anima.

Immagine: RipCemetery

E se si aggiunge il fatto che oggi sempre più persone si spostano, andando lontano dai luoghi in cui si trovano le loro famiglie, non è strano che alcuni vogliano sperimentare nuovi modi per ricordare i propri defunti. RipCemetery ha un risposta a questi problemi, offre un contesto simil-social network privato, ma allo stesso tempo vitale: "tutte le persone che "seguono" il profilo del defunto sono connesse da un sistema di notifiche," ha spiegato Vitali. "Ogni volta che qualcuno lascia un fiore o un messaggio ti arriva una notifica: quindi il ricordo della persona non muore mai."

L'accostamento delle parole "morte" e "notifica" mi suona bizzarro

Chiunque apra una lapide (solitamente un familiare) può anche impostare diversi livelli di privacy stabilendo quante persone e chi può "seguire" la tomba virtuale. "Ma diversamente dalle pagine di commemorazione di Facebook, piene di tantissime cose irrilevanti, questo è uno spazio privato per emozioni private," afferma Vitali. Le persone possono lasciare istruzioni sul fatto se vogliano essere "sepellite" su ripCemetery o meno dopo il decesso.

Dato il concetto in sé di cimitero si trova in divenire, app come questa potrebbero rappresentare la forma che prenderà il cordoglio in futuro. Ci sono però un paio di cose che mi turbano. Non sono sicuro che la "morte social" sia un buon modo per onorare i morti né che non rischi di diventare una parodia: l'accostamento delle parole "morte" e "notifica" mi suona bizzarra.

Affrontare un lutto significa anche affrontare un distacco, accettare che una persona se ne sia andata e che dobbiamo imparare ad andare avanti senza la sua presenza. Portarsi dietro un defunto sul nostro smartphone, pronti a fare un ping ogni volta che qualcuno lascia un fiore virtuale potrebbe portare a una persistenza del defunto a cui non siamo abituati.